MINIMALIA
A cura di: Ettore e Silvia Guastalla
MINIMALIA
Agnetti, Aubertin, Boetti, Bonalumi, Calzolari, Dadamaino, Griffa, Isgrò, Melotti, Nevelson, Pinelli, Pistoletto, Scheggi, Simeti, Uncini
Rigore, controllo, modularità, sottrazione, riduzione alla purezza della struttura, analisi, monocromia, ritmo. C’è un filo rosso che collega le ricerche di molti artisti tra la fine degli anni ’50 e i ’70, alla ricerca di un nuovo inizio rispetto al passato rappresentato dall’informale. In opposizione al concetto di arte come attività liberatoria, non controllata, soggettiva, e di fusione tra arte e vita, questa generazione concepisce l’arte come un’attività autonoma, controllata attraverso l’analisi del linguaggio, verificabile, ripetibile, modulare. Un’arte che tende all’essenzialità, cosciente della peculiarità del linguaggio artistico, della distanza tra arte e vita. Un’arte che addirittura preesiste rispetto all’opera, la quale perde l’aura di unicità e di prodotto di un gesto trascendente, sciamanico, per diventare un oggetto ripetibile, vicino al design. Zero, Nul, Azimuth, i nomi dei gruppi e delle riviste cui alcuni di questi artisti appartengono, sottolineano la tensione verso la purezza, la semplificazione, l’esattezza. Una zona di silenzio e di possibilità pure, un nuovo inizio, una visione positiva del futuro e delle possibilità illimitate dell’arte. In questo orizzonte, che non è limitato a un periodo storico o a determinati gruppi, ma si estende concettualmente alla produzione di tanti artisti, si collocano Dadamaino e Scheggi, Simeti, Agnetti, Aubertin, Calzolari, Boetti, Bonalumi, ma anche Melotti con le sue sculture in cui lo spazio è scandito ritmicamente e gli elementi sembrano partiture di ideogrammi; Griffa, la cui pittura analitica torna agli elementi primari del linguaggio, segni e colori; Isgrò, con la Cancellatura che è una forma di “igiene del linguaggio”; Pistoletto, i cui quadri specchianti attirano lo spettatore all’interno dell’opera, riducendone l’aura di sacralità e di immutabilità, Uncini, le cui opere sono basate su una ricerca geometrico-spaziale che pone in primo piano il principio costruttivo e architettonico.
Con MINIMALIA Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea presenta circa trenta opere che illustrano questo approccio nei confronti dell’arte.
Agnetti, Aubertin, Boetti, Bonalumi, Calzolari, Dadamaino, Griffa, Isgrò, Melotti, Nevelson, Pinelli, Pistoletto, Scheggi, Simeti, Uncini
Rigore, controllo, modularità, sottrazione, riduzione alla purezza della struttura, analisi, monocromia, ritmo. C’è un filo rosso che collega le ricerche di molti artisti tra la fine degli anni ’50 e i ’70, alla ricerca di un nuovo inizio rispetto al passato rappresentato dall’informale. In opposizione al concetto di arte come attività liberatoria, non controllata, soggettiva, e di fusione tra arte e vita, questa generazione concepisce l’arte come un’attività autonoma, controllata attraverso l’analisi del linguaggio, verificabile, ripetibile, modulare. Un’arte che tende all’essenzialità, cosciente della peculiarità del linguaggio artistico, della distanza tra arte e vita. Un’arte che addirittura preesiste rispetto all’opera, la quale perde l’aura di unicità e di prodotto di un gesto trascendente, sciamanico, per diventare un oggetto ripetibile, vicino al design. Zero, Nul, Azimuth, i nomi dei gruppi e delle riviste cui alcuni di questi artisti appartengono, sottolineano la tensione verso la purezza, la semplificazione, l’esattezza. Una zona di silenzio e di possibilità pure, un nuovo inizio, una visione positiva del futuro e delle possibilità illimitate dell’arte. In questo orizzonte, che non è limitato a un periodo storico o a determinati gruppi, ma si estende concettualmente alla produzione di tanti artisti, si collocano Dadamaino e Scheggi, Simeti, Agnetti, Aubertin, Calzolari, Boetti, Bonalumi, ma anche Melotti con le sue sculture in cui lo spazio è scandito ritmicamente e gli elementi sembrano partiture di ideogrammi; Griffa, la cui pittura analitica torna agli elementi primari del linguaggio, segni e colori; Isgrò, con la Cancellatura che è una forma di “igiene del linguaggio”; Pistoletto, i cui quadri specchianti attirano lo spettatore all’interno dell’opera, riducendone l’aura di sacralità e di immutabilità, Uncini, le cui opere sono basate su una ricerca geometrico-spaziale che pone in primo piano il principio costruttivo e architettonico.
Con MINIMALIA Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea presenta circa trenta opere che illustrano questo approccio nei confronti dell’arte.
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