Lai Maria

Lai Maria

Maria Lai – Cenni biografici 
Maria Lai nasce a Ulassai (OG) il 27 settembre 1919. A causa della salute cagionevole va a vivere con gli zii in una tenuta di campagna denominata Cardedu dove, a contatto con la natura, inizia a rappresentare animali e mondi fantastici su tutte le superfici a disposizione, pareti, pavimenti, sassi e cartoncini, usando gessi, matite e carbone. Gli zii volentieri la assecondano: è una bambina mite, non ha bisogno di compagnia. 
Si trasferisce a Cagliari a 9 anni e suo professore di italiano e latino delle Scuole Medie è Salvatore Cambosu, con il quale instaurerà una lunga e duratura amicizia. Nel 1940 i genitori acconsentono che frequenti a Roma il Liceo Artistico. Dal 1943 al 1945 è all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove diviene allieva di Arturo Martini, con il quale stabilirà un rapporto conflittuale anche a causa del momento di crisi che il maestro attraversa in quegli anni. A Venezia conosce anche Alberto Viani. Dal 1946 al 1956 è di nuovo in Sardegna dove riprende i contatti con Cambosu ed è del 1953 la sua prima personale a Cagliari. Nel 1956, tornata a Roma, espone alla Quadriennale, mentre del 1957 è la sua prima personale nella Galleria L’Obelisco. 
Gli anni ’60 sono caratterizzati da un allontanamento dal mondo dell’arte, da una riflessione su nuove forme espressive e dal sodalizio con Giuseppe Dessì, scrittore e suo vicino di casa per vent’anni. Nel 1971 espone i primi “Telai” alla Galleria Schneider di Roma. Nel 1978 partecipa alla Biennale di Venezia, in un progetto multimediale di Mirella Bentivoglio, ed è del 1979 un suo primo intervento ambientale, La casa cucita, a Selargius (Ca). A questo seguiranno Legarsi alla montagna, ad Ulassai nel 1981, La disfatta dei Varani, a Camerino (Mc) nel 1983 e La strada del rito e Le capre cucite, sempre a Ulassai nel 1992. Intanto, sue opere entrano nelle grandi collezioni di Parigi (Centre Pompidou), Tokyo, Sidney, Montreal, ecc. 
I primi anni ’80 sono gli anni delle collettive all’estero: Belgrado, New York, Ginevra, Stoccarda. È del 1994 un’importante mostra a Roma alle Scuderie di Palazzo Ruspoli, dal titolo Inventare altri spazi. Nel 2002 il MAN di Nuoro organizza la mostra Maria Lai. Come un gioco, mentre l’Università di Cagliari le conferisce nel 2004 la laurea honoris causa in Lettere. 
Grazie alla donazione di circa un centinaio di opere, nel 2006 a Ulassai viene creato un museo d’arte contemporanea a lei dedicato: “Stazione dell’Arte”. 
Nel 2009 espone al Museum of Contemporary Art di Chicago, nella mostra Italics: Italian Art between Tradition and Revolution 1968–2008. Dopo Parigi, è presente a Shangai, nella mostra che la vede a fianco di Le Corbusier, Picasso, Léger, Delaunay. 
Muore a Cardedu il 16 aprile 2013. A distanza di sei mesi dalla sua morte Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati promuove un convegno in suo ricordo presso la Sala della Regina a Palazzo Montecitorio. 
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Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919 – Cardedu, 16 aprile 2013) è oggi uno dei grandi nomi del panorama artistico internazionale. Le sue opere sono presenti in importanti musei internazionali e in alcune delle più prestigiose collezioni private. Con Legarsi alla montagna (1981) e il coinvolgimento dell’intero paese di Ulassai, realizza la prima opera di arte relazionale in Italia, stravolgendo il tradizionale rapporto fra autore e spettatore dell’opera, trasformando il pubblico nel vero artefice dell’atto artistico.
L’artista è stata celebrata nel 2017 sia alla 57 Biennale di Venezia sia a Documenta 14, nelle due sedi di Atene e Kassel, e nel 2018 è stata protagonista dell’importante monografica Il filo e l’infinito a Palazzo Pitti a Firenze.
 

 

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