Iodice Michele
Nato a Napoli nel 1956, Michele Iodice è un artista anomalo, difficilmente collocabile in determinato ambito, bordeline con un’ancestrale sapienza artigiana che rimonta al solco della classicità. Estroso, taciturno, ironico e imprendibile, nella sua città, meravigliosa e difficile, vive e lavora. Potrebbe perfettamente corrispondere a qualche figura della drammaturgia di Eduardo, ma con dei risvolti quasi nordici, splenetici e metafisici. Particolarmente affascinante è la sua vasta grotta-laboratorio, affollata dai materiali che servono alla sua poetica, ombrosa e protetta, scavata nella roccia lungo i fianchi della collina di Capodimonte sormontata dal celebre museo. E’ un luogo che sembra incrociare mille riflessi e memorie, presenze misteriche, echi e assonanze perdute. Qui, sovente, Iodice mette in scena performances di danza o di teatro per cui realizza formidabili invenzioni scenografiche, imbandisce banchetti fatati con stoviglie e surtout de table che uniscono la matrice ellenestica e barocca a un’estetica futuribile quasi da astronave spaziale. Scoperto da Graziella Lonardi Buontempo, Michele Iodice negli anni è stato al centro di varie personali e ha partecipato a mostre collettive, dando vita a numerosi straordinari allestimenti museali, tra l’altro al Museo Archeologico Nazionale, Floridiana a Napoli e al Museo di Capodimonte, interventi progettuali, installazioni. Fra queste ultime vanno ricordate almeno il bellissimo lavoro per l’Isabella Stuart Gardner Museum di Boston e nel 2008 quella pensata per la rassegna “Migrazioni” presso Villa San Michele, il Museo Axel Munthe, di Anacapri. Michele sperimenta alle pari con materie nobili o prosaiche, miscela tubi di alluminio e dettagli scultorei in bronzo di citato greco-romano, si svincola in geometrie metalliche, osa camouflage inusitati che accostano marmi antichi e resine. Il suo segno è decisamente quello dell’evocazione, nutrita da quella sedimentazione unica e fervidissima di mille civiltà e retaggi culturali che Napoli custodisce dentro il proprio imprinting e nelle sue viscere.
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Michele Iodice nasce nel 1956 a Napoli, dove vive e lavora. Autore di numerosi interventi, al-lestimenti, installazioni e decorazioni in situ: il luogo è rivissuto, dall’artista come uno spazio da interpretare e del quale proporre una significativa trasformazione, non come un contenitore di cose create altrove.
Ha realizzato anche scenografie teatrali, impianti per feste, oggetti di design, con grande profusione inventiva ed una voluta alternanza fra la grande opera e il piccolo oggetto, tra il concettuale e il decorativo: affiora in lui un impulso rinascimentale riproposto in una sintesi moderna.
“La cifra autentica dell’opera di Michele Iodice è nella sua appartenenza alla modernità (nel riuso di materiali) e, nel contempo, nella nostalgia attiva del passato: da questo corto circuito nasce l’energia inventiva che ridona dignità estetica ad oggetti, arredi, fasti, frammenti, tracce che riprendono vita in una insanabile frattura temporale purificata da folklore, clichè, ingenuità apologetiche”. ( Cit. G. Merlino)
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