Burri Alberto
Cenni biografici
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Alberto Burri nasce a Città di Castello (Perugia) il 12 marzo 1915; frequenta il liceo classico e si i laurea in medicina nel 1940 presso l’Università di Perugia. Nel 1943, come ufficiale medico, partecipa alle campagne di Albania e del Nordafrica. Fatto prigioniero dalle truppe “alleate” in Tunisia e tradotto negli Stati Uniti nel campo di Hereford, Texas. Le crudeltà della guerra si svolgono lontano dal territorio americano dove anche le prigioni sono più tranquille e rispettose dei diritti dei detenuti ai quali è permesso di passare il tempo in attività ludiche, sportive e culturali e nell’occasione Alberto comincia a dipingere. Quando torna in Italia, nel 1946, il suo destino è deciso, si dedica alla pittura e si stabilisce a Roma, inizialmente ospite di parenti. Ha inizio un percorso che lo vede sempre più protagonista della scena artistica internazionale. Alla fine degli anni ’40 tiene le prime personali a Roma. Nel 1951 partecipa alla fondazione del gruppo “Origine” con Ballocco, Capogrossi, Colla. Negli anni ’50 predominano le esposizioni dei Sacchi,in una serie di personali che, dopo Roma, si tengono oramai anche in varie città americane ed europee. Nel 1955 sposa la ballerina ucraina Minsa Craig che ha conosciuto a Roma ma che vive negli Stati Uniti, per cui la coppia risiede alternativamente tra America e Italia lavorando talvolta in collaborazione. Gli anni ‘60, segnano la nascita dei Legni, le Combustioni, i Ferri. Nello stesso periodo, oltre alle personali, che per sua volontà riguardano sempre l’ultima produzione, cominciano a succedersi le retrospettive storiche in numerose località del mondo. Gli anni ‘70 registrano una progressiva rarefazione dei mezzi tecnici e formali verso soluzioni monumentali, dai Cretti (terre e vinavil) ai Cellotex (compressi per uso industriale). Negli anni ’80 Burri realizza complessi organismi ciclici, a struttura polifonica come Il Viaggio, presentato a Città di Castello nel 1979, Orti a Firenze, Sestante a Venezia (1983) e Annottarsi (‘85 e ‘86). Istituisce a Città di Castello nel 1978 la fondazione Palazzo Albizzini – Collezione Burri e dal 1981 è esposta in permanenza a Palazzo Albizzini di città di Castello una scelta selezione di opere, omaggio alla sua città. Nel 1989 la Fondazione, con il suo intervento, acquisisce gli Ex Seccatoi del Tabacco, complesso di capannoni industriali destinati fino agli anni Sessanta all’essiccazione del tabacco. Queste architetture irripetibili, di insolita grandezza, completamente dipinte di nero all’esterno per suo desiderio, sono trasformate in una gigantesca scultura, contenitore ideale per i grandi cicli pittorici dell’artista. Nel 1990 la Fondazione pubblica un catalogo sistematico con circa 2000 opere. Agli inizi degli anni ‘90 una malattia polmonare lo induce a trasferirsi in Costa Azzurra lasciando definitivamente la California; passa però l’estate nella nativa Città di Castello dove segue personalmente l’attività della fondazione da lui voluta. Alberto Burri muore a Nizza il 13 febbraio 1995.
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