PER UNA STORIA DELLA GRAFICA EUROPEA Il MIG di Castronuovo Sant’Andrea (PZ)

In un caldo pomeriggio di agosto, in un piccolo e antico paese del Sud, arroccato sugli aspri pendii lucani, si è inaugurata una nuova realtà museale, che promette di offrirsi come luogo di incontro e confronto per quanti si interessano di grafica. È il Museo Internazionale della Grafica (MIG) di Castronuovo Sant’Andrea (PZ), che come logo ha scelto un segno-ragnatela di Guido Strazza, uno dei maggiori incisori italiani del ‘900.


PER UNA STORIA DELLA GRAFICA EUROPEA
Il MIGdi Castronuovo Sant’Andrea (PZ)  
di ngs                            
 
In un caldo pomeriggio di agosto, in un piccolo e antico paese del Sud, arroccato sugli aspri pendii lucani, si è inaugurata una nuova realtà museale, che promette di offrirsi come luogo di incontro e confronto per quanti si interessano di grafica. È il Museo Internazionale della Grafica (MIG) di Castronuovo Sant’Andrea (PZ), che come logo ha scelto un segno-ragnatela di Guido Strazza, uno dei maggiori incisori italiani del ‘900.
Dopo il MUSMA di Matera, il MIG si offre al pubblico come un altro scrigno di tesori del territorio lucano, una regione che puntando sulla cultura ha saputo con intelligenza riaccende l’interesse sulla sua storia, sull’arte e sulla bellezza dei luoghi. Il Museo, infatti, è posto al centro del paese e, per volere del Sindaco e della sua Giunta, torna a ridare vita all’abitato antico, tra la Cappella di S. Maria delle Grazie, la Chiesa Madre, il Palazzo dello Speziale, il Castello Marchesale e la casa natale di Sant’Andrea Avellino.   
Il Museo Internazionale della Grafica nasce con una dotazione di 350 opere grafiche dei più importanti artisti contemporanei, italiani e stranieri, senza dimenticare i migliori artisti lucani (Masi, Guerricchio, Masini, Pasquale Santoro, Cerone, Tarasco, ecc), indispensabili i primi a comprendere le correnti e i gruppi che hanno attraversato il XX secolo e i secondi a mettere in luce l’identità del territorio.
La mostra inaugurale, curata da Giuseppe Appella e aperta fino al 9 ottobre, già nel titolo indica le linee programmatiche del nuovo museo. Per una storia della grafica europea del Novecento presenta artisti inseriti nei loro confini nazionali, ma capaci di tracciare un racconto storic,o per mettere in parallelo differenti culture e dare la possibilità di leggere nelle loro opere le ragioni delle varie correnti e gli “ismi” del secolo passato. È una sorta di “racconto critico”, che documenta l’evoluzione del gusto e dell’interesse nei confronti di tecniche antiche eppure sempre moderne.
Infatti, all’insegna della “grafica” intesa alla tedesca, quindi di opere incise o stampate nelle diverse tecniche (xilografia, acquaforte, linoleum, litografia, serigrafia), e di una variegata interpretazione della realtà vista da angolazioni diversissime e in particolari momenti storici, l’esposizione presenta un complesso intrecciarsi di ricerche, esemplificandole nei lavori di Alechinsky, Appel, Assadour, Avati, Arp, Balla, Bartolini, Bellmer, Braque, Burri, Bissiere, Bazaine, Beuys, Bill, Campigli, Campendonk, Chagall, Carrà, Ciarrocchi, Castellani, Corneille, Chadwick, Clavé, Capogrossi, Consagra, De Chirico, Dix, Dalì, De Pisis, Dine, De Segonzac, Dubuffet, Dorazio, Delaunay, Ensor, Ernst, Fontana, Felixmuller, Fautrier, Fazzini, Feininger, Fuchs, Friedlaender, Gentilini, Goetz, Grosz, Hockney, Hartung, Heckel, Jorn, Kandinskij, Klee, Kolar, Kollwitz, Kounellis, Kubin, Léger, Lardera, Maccari, Marino, Music, Manessier, Manzù, Matta, Masson, Man Ray, Magnelli, Melotti, Michaux, Mirò, Mondrian, Morandi, Moore, Novelli, Ortega, Picasso, Piza, Poliakoff, Prampolini, Perilli, Raphaël, Richter, Rotella, Savelli, Savinio, Spacal, Soulages, Severini, Sutherland, Scialoja, Schmidt-Rottluff, Strazza, Tapies, Tobey, Vieira Da Silva, Vallotton, Bram Van Velde, Viviani, Vespignani, Villon, Veronesi, Vasarely, Zadkine. Un insieme  corale e multiforme, in cui i nomi di artisti molto conosciuti si affiancano a figure minori, indispensabili a comporre un affresco di grande interesse storico-critico. Quello proposto è infatti un mosaico vivo e pulsante, capace di tracciare un discorso sul passato e di aprire a intuizioni future, a una sorta di afflato dei tempi nuovi che si preannunciano all’insegna di una straordinaria libertà espressiva.
Inoltre il prossimo 8 ottobre, il Museo aderisce alla VII Giornata del Contemporaneo con la mostra Les essencies de la terra, dedicata a Joan Mirò. Le litografie, selezionate a comporre il percorso espositivo, con l’inconfondibile ricchezza di segni e di colori inneggiano a una terra fertilissima, che per secoli è stato il sostegno dell’uomo che l’ha coltivata. Una sorta di monito a quanti questa terra hanno abbandonato.