PAGINE DI FOTOGRAFIA In un agile volume venticinque anni di “appunti” di Michele De Luca

Per chiunque si occupi di un “universo” come quello della fotografia, così ancora poco frequentato dall’Italia accademica, il libro di Michele De Luca Appunti di fotografia.1986 – 2010, pubblicato, con una interessante prefazione di Italo Zannier, dalle Edizioni Ghirlandina di Nonantola (Modena), offre un’occasione davvero imperdibile per mettere gli uni accanto agli altri i frammenti suggestivi di un lungo racconto.

 
di ngs
 
Per chiunque si occupi di un “universo” come quello della fotografia, così ancora poco frequentato dall’Italia accademica, il libro di Michele De Luca Appunti di fotografia.1986 – 2010, pubblicato, con una interessante prefazione di Italo Zannier, dalle Edizioni Ghirlandina di Nonantola (Modena), offre un’occasione davvero imperdibile per mettere gli uni accanto agli altri i frammenti suggestivi di un lungo racconto. Nel volume, infatti, sono raccolte le recensioni apparse nella rubrica “Fotografia” sulla rivista “Rocca” della Pro Civitate Christiana di Assisi nel corso di venticinque anni. Si tratta, come suggerisce il titolo, di “appunti” che da questo piccolo “osservatorio” De Luca ha annotato, riguardo a interessanti eventi espositivi o editoriali, che una successione cronologica del tutto casuale ha offerto alla sua attenzione in quest’ultimo quarto di secolo. Questi brevi articoli, concisi approcci con le tante figure di fotografi che mostre e libri gli hanno dato in questo lungo periodo, a rileggerli e riguardarli nel loro insieme, offrono con la loro omogeneità critica e narrativa un’occasione di “incontrare” alcuni dei protagonisti della fotografia, ma anche tante utili informazioni sull’editoria specifica, sull’impegno di istituzioni pubbliche e private nella divulgazione di questo territorio di ricerca sempre più ampio, sull’attività di studiosi, ricercatori e operatori culturali, sul dibattito teorico nonché sulla fotografia intesa come “bene culturale” e quindi sul lavoro di recupero e di conservazione di archivi, musei, collezionisti.
Il volume, accurato anche nella veste grafica, impreziosito nella sua accattivante copertina da una splendida immagine di Mimmo Jodice, testimonia della forte passione e competenza dell’autore, che oltre a scrivere di fotografia se n’è occupato lungamente anche nel ruolo di “comunicatore” e di organizzatore; c’è in lui l’impagabile capacità di farci entrare, con semplicità di linguaggio, nel corso di rapidi interventi, all’interno del mondo creativo e culturale di ciascun fotografo, e non solo dei “grandi” e più celebrati maestri. La sua attenzione è anche , e molto utilmente, rivolta ad autori poco conosciuti, troppe volte rimasti ingiustamente “anonimi”. Inoltre è diretta a evidenziare e a farci scoprire l’aspetto più propriamente culturale e storico delle tante espressioni in cui, dall’invenzione di Daguerre al digitale, la fotografia si è concretizzata, dando vita ad un vero e proprio “universo” realizzativo ed inventivo che, nella comune “scrittura con la luce”, e quindi in forza di un dato tecnico che nei decenni si è peraltro estremamente evoluto e sviluppato, fa convivere diverse e svariate “anime”, miriadi di “linguaggi”, oltre alle più diverse finalità e specialità professionali.
I grandi fotografi, dai “pionieri” ai più interessanti ed apprezzati del secolo appena archiviato e del panorama contemporaneo, italiano ed internazionale, vengono “affrontati” con acuta curiosità e “raccontati” con encomiabile capacità di sintesi, mirando direttamente alla loro specificità e originalità. Ma dal libro vien fuori un mosaico molto più complesso, che ripropone gli ambienti culturali in cui le singole personalità si sono espresse, le grandi “campagne fotografiche” degli esploratori o dei primi “imprenditori”, l’esperienza collettiva di scuole, movimenti, gruppi e dinastie, l’irrompere della fotografia nella professione giornalistica, il suo “inquinamento” del mondo delle arti, il suo uso “applicato”, la sua possibilità tecnica sperimentata da “artisti”, più che  semplicemente da fotografi, nelle loro ricerche estetiche edespressive. Da fenomeno d’élite alla “appropriazione” di massa di un medium che ha cambiato e arricchito la nostra cultura visiva e la “memoria storica”, anche attraverso il lavoro appassionato di tanti fotoamatori, la fotografia, come questo libro induce ancor di più a considerare – nonostante il bombardamento di immagini della televisione – conserva tutto il suo fascino, la sua immediata capacità comunicativa ed evocativa, la sua forza di stimolo culturale ed estetico, con la “prepotenza” talvolta di alcuni celebri “scatti” su cui si è soffermato intensamente lo sguardo di intere generazioni e che sono diventati vere icone della modernità.
Un libro, dunque, di piacevole lettura e soprattutto utile, come scrive Zannier, per la riproposta da parte dell’autore “dei suoi agili testi, rapidi, leggeri, spesso persino generosi, ed efficaci come il pane, anche per alimentare e testimoniare la microstoria della fotografia, che proprio nei giornali ritenuti effimeri, vive nelle brevi recensioni e segnalazioni”, facendo così rivivere“un cosmo di immagini raccontate ‘a parole’, in grado di aprire un orizzonte sconosciuto a chi oggi, e sono molti, conosce troppo poco (e spesso in modo approssimativo o errato filologicamente e concettualmente) la Fotografia, intesa nella sua identità estetica oltre che iconografica”.