Marie-Claude Gendron. De Nos Dévotions di Anton Roca
DE NOS DÉVOTIONS / DELLE NOSTRE DEVOZIONI
Residenza dell’artista Marie-Claude Gendron
La devozione come una forma di grande attenzione verso gli esseri e le cose
Sabato 7 giugno 2014 dalle ore 18 alle ore 22 presso lo Spazio Rad’Art, è prevista l’apertura del progetto di residenza De nos Dévotions / Delle nostre Devozioni dell’artista quebecoise Marie-Claude Gendron.
Attraverso una pratica installativa e performativa, Marie-Claude si interessa alle tematiche del dono, dell’intimo e del sacro. Per il progetto De nos Dévotions ha realizzato dei Tableaux vivants a partire dal paesaggio fisico ed umano della comunità degli abitanti della valle del Borello, nel Comune di Mercato Saraceno (FC).
Con Tableau vivant si intende una pratica artistica ibrida, che integra performance, teatro, video e fotografia. Si tratta di un’aggregazione in cui i partecipanti, sotto la regia dell’artista ed in base ad una sua intenzionalità precostituita, compongono e danno vita ad una mise en scène.
Il progetto di residenza si è svolto durante l’intero mese di maggio, coinvolgendo una ventina di persone, residenti nel territorio. L’incorporazione della figura umana è un gesto tramite il quale lo spazio dell’azione, all’interno del tableau vivant, diventa territorio. Il corpo umano assume, in un tale contesto, il ruolo di vettore e legante dell’energia della comunità.
In seguito alla raccolta di testimonianze individuali relative al luogo considerato come il più sacro, all’interno della località, l’artista ha scelto dei luoghi simbolicamente pregnanti. Per ciascuno dei Tableaux vivants realizzati, l’artista ha tenuto in considerazione la portata sociale ed il carattere storico del luogo scelto per inscenare l’azione temporanea del Tableau vivant.
Marie-Claude Gendron crede nell’esistenza di un’energia propria dei luoghi e nelle infinite potenzialità derivanti dall’interazione umana. Considera altresì di grande importanza il fatto di integrarsi temporaneamente all’interno della comunità e l’appartenenza, al fine di perseguire una progettualità di lavoro creativo in sintonia con la realtà del territorio e delle persone che vi abitano.
È, altresì consapevole dell’importanza e della necessità di inscrivere il gesto performativo in seno allo spazio pubblico. L’artista ha inteso misurare l’impatto del singolo individuo sulla comunità presso la quale è intervenuta. Si è trattato di aggirare, anche se in modo minimo, i preconcetti relativi a spazio pubblico e privato.
Così, sono stati scelti sei luoghi: il piazzale antistante la chiesa di San Romano; il parco della Resistenza di Pieve di Rivoschio; il “Palaband” di San Romano ed una casa abbandonata, dei campi coltivati e la Riva dello Spicchio, nei pressi di Linaro.
Nel Parco della Resistenza di Pieve di Rivoschio - località romagnola in cui aveva sede il commando dell’Ottava Brigata Garibaldi -, si è svolta al tramonto del 15 maggio un’azione rievocativa dei fatti storici relativi alla Seconda Guerra mondiale.
Il Tableau vivant realizzato il 20 maggio presso il “Palaband” di San Romano, rende testimonianza dell’energia con cui la comunità si impegna per mantenere vivo il proprio territorio.
Infine, il 25 maggio nella Riva dello Spicchio - uno scenario naturale di grande pregio lungo il fiume Borello -, le presenze all’interno del Tableau vivant si riferiscono alla forza degli operai e dei contadini, che hanno contraddistinto la storia e la memoria di questi luoghi.
In totale, sono stati sei gli interventi portati a termine nel territorio, che hanno favorito il verificarsi di uno scambio, sebbene effimero, tra i residenti e l’artista. L’incontro tra lo straniero ed il territorio si è trasformato in un potenziale infinito di scoperte e sconvolgimenti interiori, da cui si sono generate delle micro-storie che l’artista ha inteso materializzare tramite degli allestimenti integrati nel territorio, con la partecipazione degli abitanti.
Hanno aderito, in qualità di figuranti, o meglio, modelli: Alessandra Biasini, Adriana Pedrini, Oscar Graziani, Romano Lucchi, Simona Paladino, Alfredo Maffi, Massimo Maffi, Anton Roca, Cristina Barducci ed i membri dell’Associazione Band Selvaggia: Lorena Ottaviani, Cinzia Farnetti, Anna Casadei, Verdiana Caselli, Luigi Colinelli, Desolina Comandini, Pierluigi Biasini, Lorena Valdifiori, Benedetta Biasini, Sofia Tontini e Marco Tontini.
Le riprese video sono state affidate alla sensibilità di Bruno Donati, mentre la documentazione fotografica è stata curata dalla stessa Marie-Claude Gendron, da Anton Roca e Simona Paladino.
Le mise en scène realizzate convivono efficacemente con i luoghi scelti e si prestano ad una doppia lettura plastica ed iconografica. In questo senso, i Tableaux vivants costituiti, durante questo intenso mese di lavoro, sono i ritratti poetici del territorio come percepito/vissuto dall’artista.
Marie-Claude Gendron prosegue attualmente i propri studi con un master in Arts visuels et médiatiques presso l’Università del Québec a Montréal (UQAM). Il suo lavoro è stato oggetto di presentazioni personali e collettive presso Lieu Centre en Arts Actuels (Québec), nella Galerie des Arts Visuels (Québec) e nell’ambito del RIAP 2012 (Rencontres Internationales d’Art Performance). Oltre all’impegno dedicato all’organizzazione di eventi performativi autogestiti, Gendron conduce in modo parallelo un’attività di commissario. L’artista ha partecipato a numerose mostre ed eventi a Montréal, Québec, Bordeaux, São Paolo e ora, per la prima volta, in Italia.
Il progetto di residenza di Marie-Claude Gendron è parte dell’esperienza creativa di Rad’Art Project che, per l’anno 2014, si è dichiarato territorio aperto [1]. Alla stregua delle città dichiarate “aperte” e, quindi, messe preventivamente a riparo dalle conseguenze nefaste di un dato conflitto - si legga crisi economica, istituzionale, politica, sociale e culturale - Rad’Art cede tacitamente il proprio spazio, aprendolo al dialogo, al confronto e all’accoglienza.
Un territorio aperto, a livello internazionale, per preservare il proprio patrimonio creativo e far prevalere le ragioni dell’azione artistica attraverso la residenza, o meglio asilo creativo [2], fornito agli artisti.
Il progetto di residenza di Marie-Claude Gendron avviene all’interno dell’accordo quadro di interscambio di artisti in residenza che Rad’Art Project ha stipulato con il centro d’artisti autogestito La Chambre Blanche di Québec (CAN), attivo da quattro anni. Grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Forlì-Cesena e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Mercato Saraceno.
In questo lasso temporale, le residenze ospitate, oltre a quella di Marie-Claude Gendron, hanno riguardato le proposte degli artisti Douglas Scholes (2012) e Frédéric Saia (2013). Mathieu Cardin, sarà l’artista residente nella primavera 2015.
Gli artisti italiani, vincitori del BRA (Bando Rad’Art) e che hanno usufruito di una borsa per realizzare una residenza in Québec sono stati: Paolo Angelosanto (2010); Silvia Camporesi (2011); Maria Teresa Zingarello & Silvia Pujia (2012) ed Enrico Malatesta (2013). Anthony Di Furia (2014), viaggerà nel continente americano il prossimo mese di agosto.
Nella logica progettuale di aprire lo Spazio Rad’Art al mondo in modo progressivo, inizia quest’anno il nuovo progetto di scambio internazionale di residenze con il centro culturale Les Bernardes della città di Salt, in Catalogna. Attraverso questo accordo sarà possibile, a partire dal prossimo autunno, ospitare un artista catalano e, viceversa, un artista italiano avrà la possibilità di realizzare un’esperienza di ricerca nella città catalana. Tre sono le proposte degli artisti, scelti nell’ambito del 2° Bando Rad’Art (BRA), al vaglio del centro catalano: Matteo Guidi/Giuliana Racco, Laura Giovannardi e Patrizia Agatensi.
Anton roca
Direttore artistico Rad’Art
Residenza dell’artista Marie-Claude Gendron
La devozione come una forma di grande attenzione verso gli esseri e le cose
Sabato 7 giugno 2014 dalle ore 18 alle ore 22 presso lo Spazio Rad’Art, è prevista l’apertura del progetto di residenza De nos Dévotions / Delle nostre Devozioni dell’artista quebecoise Marie-Claude Gendron.
Attraverso una pratica installativa e performativa, Marie-Claude si interessa alle tematiche del dono, dell’intimo e del sacro. Per il progetto De nos Dévotions ha realizzato dei Tableaux vivants a partire dal paesaggio fisico ed umano della comunità degli abitanti della valle del Borello, nel Comune di Mercato Saraceno (FC).
Con Tableau vivant si intende una pratica artistica ibrida, che integra performance, teatro, video e fotografia. Si tratta di un’aggregazione in cui i partecipanti, sotto la regia dell’artista ed in base ad una sua intenzionalità precostituita, compongono e danno vita ad una mise en scène.
Il progetto di residenza si è svolto durante l’intero mese di maggio, coinvolgendo una ventina di persone, residenti nel territorio. L’incorporazione della figura umana è un gesto tramite il quale lo spazio dell’azione, all’interno del tableau vivant, diventa territorio. Il corpo umano assume, in un tale contesto, il ruolo di vettore e legante dell’energia della comunità.
In seguito alla raccolta di testimonianze individuali relative al luogo considerato come il più sacro, all’interno della località, l’artista ha scelto dei luoghi simbolicamente pregnanti. Per ciascuno dei Tableaux vivants realizzati, l’artista ha tenuto in considerazione la portata sociale ed il carattere storico del luogo scelto per inscenare l’azione temporanea del Tableau vivant.
Marie-Claude Gendron crede nell’esistenza di un’energia propria dei luoghi e nelle infinite potenzialità derivanti dall’interazione umana. Considera altresì di grande importanza il fatto di integrarsi temporaneamente all’interno della comunità e l’appartenenza, al fine di perseguire una progettualità di lavoro creativo in sintonia con la realtà del territorio e delle persone che vi abitano.
È, altresì consapevole dell’importanza e della necessità di inscrivere il gesto performativo in seno allo spazio pubblico. L’artista ha inteso misurare l’impatto del singolo individuo sulla comunità presso la quale è intervenuta. Si è trattato di aggirare, anche se in modo minimo, i preconcetti relativi a spazio pubblico e privato.
Così, sono stati scelti sei luoghi: il piazzale antistante la chiesa di San Romano; il parco della Resistenza di Pieve di Rivoschio; il “Palaband” di San Romano ed una casa abbandonata, dei campi coltivati e la Riva dello Spicchio, nei pressi di Linaro.
Nel Parco della Resistenza di Pieve di Rivoschio - località romagnola in cui aveva sede il commando dell’Ottava Brigata Garibaldi -, si è svolta al tramonto del 15 maggio un’azione rievocativa dei fatti storici relativi alla Seconda Guerra mondiale.
Il Tableau vivant realizzato il 20 maggio presso il “Palaband” di San Romano, rende testimonianza dell’energia con cui la comunità si impegna per mantenere vivo il proprio territorio.
Infine, il 25 maggio nella Riva dello Spicchio - uno scenario naturale di grande pregio lungo il fiume Borello -, le presenze all’interno del Tableau vivant si riferiscono alla forza degli operai e dei contadini, che hanno contraddistinto la storia e la memoria di questi luoghi.
In totale, sono stati sei gli interventi portati a termine nel territorio, che hanno favorito il verificarsi di uno scambio, sebbene effimero, tra i residenti e l’artista. L’incontro tra lo straniero ed il territorio si è trasformato in un potenziale infinito di scoperte e sconvolgimenti interiori, da cui si sono generate delle micro-storie che l’artista ha inteso materializzare tramite degli allestimenti integrati nel territorio, con la partecipazione degli abitanti.
Hanno aderito, in qualità di figuranti, o meglio, modelli: Alessandra Biasini, Adriana Pedrini, Oscar Graziani, Romano Lucchi, Simona Paladino, Alfredo Maffi, Massimo Maffi, Anton Roca, Cristina Barducci ed i membri dell’Associazione Band Selvaggia: Lorena Ottaviani, Cinzia Farnetti, Anna Casadei, Verdiana Caselli, Luigi Colinelli, Desolina Comandini, Pierluigi Biasini, Lorena Valdifiori, Benedetta Biasini, Sofia Tontini e Marco Tontini.
Le riprese video sono state affidate alla sensibilità di Bruno Donati, mentre la documentazione fotografica è stata curata dalla stessa Marie-Claude Gendron, da Anton Roca e Simona Paladino.
Le mise en scène realizzate convivono efficacemente con i luoghi scelti e si prestano ad una doppia lettura plastica ed iconografica. In questo senso, i Tableaux vivants costituiti, durante questo intenso mese di lavoro, sono i ritratti poetici del territorio come percepito/vissuto dall’artista.
Marie-Claude Gendron prosegue attualmente i propri studi con un master in Arts visuels et médiatiques presso l’Università del Québec a Montréal (UQAM). Il suo lavoro è stato oggetto di presentazioni personali e collettive presso Lieu Centre en Arts Actuels (Québec), nella Galerie des Arts Visuels (Québec) e nell’ambito del RIAP 2012 (Rencontres Internationales d’Art Performance). Oltre all’impegno dedicato all’organizzazione di eventi performativi autogestiti, Gendron conduce in modo parallelo un’attività di commissario. L’artista ha partecipato a numerose mostre ed eventi a Montréal, Québec, Bordeaux, São Paolo e ora, per la prima volta, in Italia.
Il progetto di residenza di Marie-Claude Gendron è parte dell’esperienza creativa di Rad’Art Project che, per l’anno 2014, si è dichiarato territorio aperto [1]. Alla stregua delle città dichiarate “aperte” e, quindi, messe preventivamente a riparo dalle conseguenze nefaste di un dato conflitto - si legga crisi economica, istituzionale, politica, sociale e culturale - Rad’Art cede tacitamente il proprio spazio, aprendolo al dialogo, al confronto e all’accoglienza.
Un territorio aperto, a livello internazionale, per preservare il proprio patrimonio creativo e far prevalere le ragioni dell’azione artistica attraverso la residenza, o meglio asilo creativo [2], fornito agli artisti.
Il progetto di residenza di Marie-Claude Gendron avviene all’interno dell’accordo quadro di interscambio di artisti in residenza che Rad’Art Project ha stipulato con il centro d’artisti autogestito La Chambre Blanche di Québec (CAN), attivo da quattro anni. Grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Forlì-Cesena e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Mercato Saraceno.
In questo lasso temporale, le residenze ospitate, oltre a quella di Marie-Claude Gendron, hanno riguardato le proposte degli artisti Douglas Scholes (2012) e Frédéric Saia (2013). Mathieu Cardin, sarà l’artista residente nella primavera 2015.
Gli artisti italiani, vincitori del BRA (Bando Rad’Art) e che hanno usufruito di una borsa per realizzare una residenza in Québec sono stati: Paolo Angelosanto (2010); Silvia Camporesi (2011); Maria Teresa Zingarello & Silvia Pujia (2012) ed Enrico Malatesta (2013). Anthony Di Furia (2014), viaggerà nel continente americano il prossimo mese di agosto.
Nella logica progettuale di aprire lo Spazio Rad’Art al mondo in modo progressivo, inizia quest’anno il nuovo progetto di scambio internazionale di residenze con il centro culturale Les Bernardes della città di Salt, in Catalogna. Attraverso questo accordo sarà possibile, a partire dal prossimo autunno, ospitare un artista catalano e, viceversa, un artista italiano avrà la possibilità di realizzare un’esperienza di ricerca nella città catalana. Tre sono le proposte degli artisti, scelti nell’ambito del 2° Bando Rad’Art (BRA), al vaglio del centro catalano: Matteo Guidi/Giuliana Racco, Laura Giovannardi e Patrizia Agatensi.
Anton roca
Direttore artistico Rad’Art
[1] . Nell’ambito dell’azione condotta da The Rad’Art Project, l’idea di territorio corrisponde ad un insieme articolato che integra cultura, comunità di persone e ambiente. Sia in una dimensione locale che internazionale.
[2] . Concetto utilizzato da Sandro Pascucci durante il seminario “Osservatorio inContro. La residenza d'artista come esperienza creativa dell'arte contemporanea”, tenutosi a Rad’Art il 16/11/2013.