54 Biennale di Venezia - Padiglione Italia - Puglia.
La Sezione Pugliese del Padiglione Italia della 54. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi, è stata ospitata in due sedi: a Bari, presso il Complesso Monumentale di Santa Scolastica (artisti delle province di Bari e Foggia) e a Lecce presso l’ex-Convento dei Teatini (artisti delle province di Lecce, Brindisi, Taranto).
Di Maria Vinella
La Sezione Pugliese del Padiglione Italia della 54. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, curata da Vittorio Sgarbi, è stata ospitata in due sedi: a Bari, presso il Complesso Monumentale di Santa Scolastica (artisti delle province di Bari e Foggia) e a Lecce presso l’ex-Convento dei Teatini (artisti delle province di Lecce, Brindisi, Taranto).
La parte della “Biennale diffusa” di questa edizione tenta di effettuare una mappatura dello stato dell’arte in Puglia. A Bari, tale ricognizione evidenzia, in verità, risultati parziali dovuti ad una selezione condotta, forse, frettolosamente e superficialmente. Pur nel rispetto della qualità delle singole opere presentate dalla maggior parte degli artisti invitati (tra i quali alcuni maestri sia dell’area foggiana che dell’area barese, e poche giovani promesse del panorama artistico non solo regionale), non è possibile non rilevare la caotica sovrapposizione di solide presenze e precarie proposte. Inoltre, l’opportunità di esporre nel Padiglione Italia (anche se delocalizzato) è stata colta da alcuni con qualche fraintendimento che ha determinato eccessivi gigantismi e forzature, inutilmente destinate a catturare una benevola attenzione. Aggiungiamo che la suddivisione degli artisti in base alle “sezioni” ha negativamente ridimensionato alcune partecipazioni, arrecando più danno che lustro, e dando ragione a quanti hanno preferito rispedire l’invito al mittente.
A Bari la selezione è stata coordinata da un comitato curatoriale misto composto dall’assessore alla cultura della Provincia, dal direttore dell’accademia di Belle Arti, da consulenti e segnalatori regionali. Quasi tutti gli artisti sono di area barese, e dell’area foggiana (che pure è ricca di notevoli professionalità e di giovani talenti) sono in mostra le opere di soli quattro autori: Vito Capone, Teo De Palma, la giovane Morena Petrillo, e Ubaldo Urbano. Nella sezione di pittura troviamo opere di Pietro Capogrosso, Piero Di Terlizzi, Paolo Lunanova, Gianna Maggiulli, Pippo Patruno, Gaetano Grillo, Paolo Laudisa, Pierluca Cetera, Franco Menolascina, Jolanda Spagno, e poi, ancora: Angelo Accardi, Emilio Bosco, Gianmaria Giannetti, Pino Navedoro, Domenico Ventura, Mariangela Verriello e infine i maestri Michele Depalma e Michele Damiani e Carlo Fusca. Nella sezione scultura-installazioni sono presenti le opere di: Pantaleo Avellis, Giuseppe Bellini, Aniela Corbascio, Franco Dellerba, Ignazio Gadaleta, Enzo Guaricci, Iginio Iurilli, Lino Sivilli, Giuseppe Sylos Labini, il giovane Schiavulli, Angela Lomele, Francesco Paolo Picella, Claudia Giannuli, Nick Demarinis, Lea Di Ruberto. La sezione fotografica appare la sezione migliore, con opere di Mirella Carella, Berardo Celati, Michele Cera, Alessandro Cirillo, Luciana Galli, Carlo Garzia, Beppe Gernone, Francesca Guarini, Agnese Pugatorio, Gianni Zanni. Per la sezioni ceramica: Tarshito e Roberto Montemurro; per il design Gianfranco Pagnelli; per la video arte: Francesco Attolini, Luca Curci, Raffaele Fiorella; per la grafica A. Perrone e F. Todisco.
La Sezione Pugliese di Lecce documenta lo stato dell’arte nella penisola salentina, dove un mosaico variegato di realtà accoglie differenti qualità espressive. Il coordinatore Toti Carpentieri (affiancato da Fausta Bolettieri) ha cercato di ricostruire un’immagine attendibile del territorio, fondendo più fasce generazionali e più repertori stilistici. Il corpus della mostra è costituito da 62 artisti, tutti operanti nel Salento. Molteplici le tendenze, le tematiche, le tecniche adoperate da “grandi vecchi” e sperimentate dalle giovani presenze. Tra queste ultime indichiamo qualche novità e alcune conferme, segnalando le opere del bravo Cristiano De Gaetano e della altrettanto brava Casaluce Geiger, il video profetico di Carlo Michele Schirinzi, l’installazione “Elettroflora” di Salvatore Sava, l’opera fotografica di Danilo De Mitri. Dei maestri, ricordiamo le opere poetiche di Romano Sambati e Salvatore Spedicato, il “Notturno italiano” di Fernando De Filippi, l’installazione monumentale di Armando Marrocco, l’opera pitto-scultorea di Uccio Biondi, quelle di Giovanni Carpignano, di Pietro Guida, di Sandro Greco, di Corrado Lorenzo, di Pietro Liaci, di Franco Zilli, di Giuseppe Zilli, di Salvatore Esposito. Segnaliamo, inoltre, gli eleganti impasti pittorici di Nicola Elia, le ricerche visive di Ada Mazzei e di Antonio Mazzotta, nonché il bassorilievo ceramico di Rita Tondo. E ancora: le sculture di Giovanni Gravante, l’installazione di Ferruccio Ascari, l’opera con lo “Sguardo critico” di Fernando Miglietta, i lavori di Pietro Palmisano, Marcello Gennari, Giampietro Quarta, Cosimo Tondo; quelli di Tonino Caputo, Umberto Albanese, Vittorio Dimastrogiovanni, Sergio Miglietta, Raffaele Quida, Andrea Buttazzo, Vito Russo, Elia Sabato, Roberto Guadalupi, Antonio Luceri, Sandro Marasco, Giovanni Scupola, Raffaele Spada, Giuseppe Lisi, Solito, Paolo Arnesano, Salvatore Franciano, Vittorio Balsebre, Rocco Galati, Franco Baldassarre, Mimmo Dell’Osso, Bruno Leo, Pio Tarantini, Federico Frisullo, Vanda Valente, Lianò Malandugno, Rocco Normanno, Giovanna Valentini, Ippazio Nutricati, Luigi Spanò e il Gruppo Tracce.