Incontro con Anna Gambatesa di Maria Vinella
Anna Gambatesa, pugliese, dirige lo spazio espositivo e di ricerca Misia di Bari. Ha studiato all’estero, e con la sua famiglia si è trasferita in Medioriente. Porta a termine studi scientifici e studia diverse lingue, tra cui l’arabo. Approfondisce la passione per l’arte attraverso stage presso varie gallerie, e in particolare la sua formazione resta legata allo studio delle arti decorative del Novecento e dell’arte contemporanea.
Incontro con Anna Gambatesa della Galleria MISIA di Bari
Anna Gambatesa, come nasce Misia?
Misia Arte nasce nel 1984, con l’intento di mettere in relazione design e arte, anche di epoche differenti e di differenti culture.
Misia si occupa anche di allestimenti e restauro d'interni, progettazione e realizzazione di elementi d'arredo in edizione limitata.
Come hai avviato questo complesso progetto? Come hai iniziato?
L’apertura della prima storica galleria nasce da collaborazioni importanti al progetto originario, essenziale e poetico, che fu subito pubblicato su Vogue Casa nel settembre 1985. Abbiamo cominciato proponendo arti decorative del Novecento e portando a Bari importanti mostre. Ettore Bugatti, Giò Ponti, ecc. Nel tempo il percorso si è sempre più avvicinato al design storico degli anni 50/60/70 fino al contemporaneo, con proposte di pezzi unici autoprodotti, con la collaborazione del nuovo gruppo di lavoro “Cellule Creative”, che affianca la galleria da qualche anno, diretto da mio figlio Stefano Straziota.
Cosa è mutato nel tempo?
Adesso l’attenzione è decisamente rivolta all’arte contemporanea, con le ultime due mostre di Tullio De Gennaro e Franca Maranò, che hanno comunque dialogato con una selezione di pochi importanti mobili di design, che chiariscono la vocazione primaria di Misia.
Cosa intendi per “vocazione” di Misia? Come è iniziato questo nuovo percorso con le mostre d’arte? La mostra di Tullio De Gennaro come si è inserita in questo progetto?
Con questa mostra dedicata a Tullio De Gennaro, artista pugliese di nascita napoletano
di cultura come si autodefinisce, con la collaborazione di Valentina Bonomo e Christine
Farese Sperken, Misia Arte ha cominciato un nuovo percorso.
Sin dagli esordi, nel lontano 1984, nello spazio della Galleria si sono intrecciate esperienze artistiche poliedriche, si è provato a superare rigide divisioni di linguaggi, a mettere in relazione gli intenti artistici più nascosti o evidenti nelle cose. L’idea è stata quella di dare vita, in un luogo per vocazione “accogliente”, ad un ciclo di mostre nate
anche dalla collaborazione di galleristi, storici dell’arte, critici. Nell’ottica di una sorta di riconsiderazione dello spazio e della sua funzione, con una apertura a traiettorie e dialettiche che intrecciano esperienze diverse, alle opere in mostra sono affiancate opere di design storico o contemporaneo.
Raccontaci della mostra sulle opere della compianta Franca Maranò ...
La Galleria Misia Arte ha proposto mesi fa la prima mostra retrospettiva dedicata a Franca Maranò. L’artista barese, pioniera dell’arte femminile/femminista in Puglia nella seconda metà del Novecento. Franca Maranò fu nel 1970, insieme a Umberto Baldassarre, Mimmo Conenna, Sergio Da Molin, Michele Depalma e Vitantonio Russo, tra i fondatori della Centrosei, prima galleria d’avanguardia a Bari. La galleria divenne un luogo di incontro e confronto tra esperienze artistiche locali e internazionali e ospitò numerose personali di artiste di livello nazionale come Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Maria Lai, Adele Plotkin, Elisa Montessori, Renata Boero, Ada Costa, Ketty La Rocca, Fiorella Rizzo, Simona Weller, Gianna Maggiulli. In questa mostra Misia Arte ha ospitato le opere realizzate da Franca Maranò tra gli anni Sessanta e Settanta, tra cui gli Abiti mentali, i Cuciti e una serie di lavori su tela e alluminio.
La mostra è stata realizzata con la collaborazione della Prof.ssa Christine Farese Sperken e dell’Associazione culturale Achrome. Abbiamo anche pubblicato un catalogo della retrospettiva, pubblicato da Mario Adda Editore con i contributi di Christine Farese Sperken, Liliana Tangorra, Nicola Zito, Annamaria De Benedictis e con un corredo di immagini delle opere in mostra.
Invece questo periodo che mostra state ospitando?
Misia Arte e Cellule Cretive Studio hanno presentato da poco una nuova mostra di opere fotografiche realizzate da Stefano Di Marco e Joseph Nemeth, nel solco di un percorso avviato con il successo della precedente mostra fotografica These Japanese. La doppia personale si intitola “NaturaCONTRONatura”. I due fotografi, sebbene distanti per percorsi professionali ed artistici, presentano affinità e sintonie per così dire “elettive” nei temi e nelle suggestioni che li muovono,ciascuno con il proprio personale linguaggio e le specifiche tecniche che li caratterizzano. La mostra rivolge il suo sguardo al delicato rapporto tra la natura e le sue forme e la visione consapevole di come lo spazio, l’ambiente e la vita “toccati” dalla presenza dell’uomo restituiscano forme di disordine, abbandono, violenza e disfunzionalità.
E le proposte per il futuro? Avete in mente nuove sperimentazioni, credo. Cosa prepara Misia per i prossimi mesi?
La mostra di Stefano Di Marco e Joseph Nemeth chiuderà con un finissage particolarmente interessante, un party nel nostro giardino con interazione a sorpresa con il pubblico … una divertente sorpresa!
Invece in autunno abbiamo due importanti mostre in calendario, ne anticipo una: la personale di Pietro Capogrosso, raffinato protagonista di una ricerca pittorica passata da un essenziale figurativo ad un astratto denso di liquide velature. Anche qui metteremo in relazione arte e design, inoltre metteremo in atto una incursione in un nuovo territorio, quello del linguaggio della scrittura. Uno scrittore affiancherà Capogrosso e darà vita ad un inedito ... PASSO A DUE!
(nelle foto, alcune immagini di opere installate negli spazi di Misia Arte)
Misia Arte nasce nel 1984, con l’intento di mettere in relazione design e arte, anche di epoche differenti e di differenti culture.
Misia si occupa anche di allestimenti e restauro d'interni, progettazione e realizzazione di elementi d'arredo in edizione limitata.
Come hai avviato questo complesso progetto? Come hai iniziato?
L’apertura della prima storica galleria nasce da collaborazioni importanti al progetto originario, essenziale e poetico, che fu subito pubblicato su Vogue Casa nel settembre 1985. Abbiamo cominciato proponendo arti decorative del Novecento e portando a Bari importanti mostre. Ettore Bugatti, Giò Ponti, ecc. Nel tempo il percorso si è sempre più avvicinato al design storico degli anni 50/60/70 fino al contemporaneo, con proposte di pezzi unici autoprodotti, con la collaborazione del nuovo gruppo di lavoro “Cellule Creative”, che affianca la galleria da qualche anno, diretto da mio figlio Stefano Straziota.
Cosa è mutato nel tempo?
Adesso l’attenzione è decisamente rivolta all’arte contemporanea, con le ultime due mostre di Tullio De Gennaro e Franca Maranò, che hanno comunque dialogato con una selezione di pochi importanti mobili di design, che chiariscono la vocazione primaria di Misia.
Cosa intendi per “vocazione” di Misia? Come è iniziato questo nuovo percorso con le mostre d’arte? La mostra di Tullio De Gennaro come si è inserita in questo progetto?
Con questa mostra dedicata a Tullio De Gennaro, artista pugliese di nascita napoletano
di cultura come si autodefinisce, con la collaborazione di Valentina Bonomo e Christine
Farese Sperken, Misia Arte ha cominciato un nuovo percorso.
Sin dagli esordi, nel lontano 1984, nello spazio della Galleria si sono intrecciate esperienze artistiche poliedriche, si è provato a superare rigide divisioni di linguaggi, a mettere in relazione gli intenti artistici più nascosti o evidenti nelle cose. L’idea è stata quella di dare vita, in un luogo per vocazione “accogliente”, ad un ciclo di mostre nate
anche dalla collaborazione di galleristi, storici dell’arte, critici. Nell’ottica di una sorta di riconsiderazione dello spazio e della sua funzione, con una apertura a traiettorie e dialettiche che intrecciano esperienze diverse, alle opere in mostra sono affiancate opere di design storico o contemporaneo.
Raccontaci della mostra sulle opere della compianta Franca Maranò ...
La Galleria Misia Arte ha proposto mesi fa la prima mostra retrospettiva dedicata a Franca Maranò. L’artista barese, pioniera dell’arte femminile/femminista in Puglia nella seconda metà del Novecento. Franca Maranò fu nel 1970, insieme a Umberto Baldassarre, Mimmo Conenna, Sergio Da Molin, Michele Depalma e Vitantonio Russo, tra i fondatori della Centrosei, prima galleria d’avanguardia a Bari. La galleria divenne un luogo di incontro e confronto tra esperienze artistiche locali e internazionali e ospitò numerose personali di artiste di livello nazionale come Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Maria Lai, Adele Plotkin, Elisa Montessori, Renata Boero, Ada Costa, Ketty La Rocca, Fiorella Rizzo, Simona Weller, Gianna Maggiulli. In questa mostra Misia Arte ha ospitato le opere realizzate da Franca Maranò tra gli anni Sessanta e Settanta, tra cui gli Abiti mentali, i Cuciti e una serie di lavori su tela e alluminio.
La mostra è stata realizzata con la collaborazione della Prof.ssa Christine Farese Sperken e dell’Associazione culturale Achrome. Abbiamo anche pubblicato un catalogo della retrospettiva, pubblicato da Mario Adda Editore con i contributi di Christine Farese Sperken, Liliana Tangorra, Nicola Zito, Annamaria De Benedictis e con un corredo di immagini delle opere in mostra.
Invece questo periodo che mostra state ospitando?
Misia Arte e Cellule Cretive Studio hanno presentato da poco una nuova mostra di opere fotografiche realizzate da Stefano Di Marco e Joseph Nemeth, nel solco di un percorso avviato con il successo della precedente mostra fotografica These Japanese. La doppia personale si intitola “NaturaCONTRONatura”. I due fotografi, sebbene distanti per percorsi professionali ed artistici, presentano affinità e sintonie per così dire “elettive” nei temi e nelle suggestioni che li muovono,ciascuno con il proprio personale linguaggio e le specifiche tecniche che li caratterizzano. La mostra rivolge il suo sguardo al delicato rapporto tra la natura e le sue forme e la visione consapevole di come lo spazio, l’ambiente e la vita “toccati” dalla presenza dell’uomo restituiscano forme di disordine, abbandono, violenza e disfunzionalità.
E le proposte per il futuro? Avete in mente nuove sperimentazioni, credo. Cosa prepara Misia per i prossimi mesi?
La mostra di Stefano Di Marco e Joseph Nemeth chiuderà con un finissage particolarmente interessante, un party nel nostro giardino con interazione a sorpresa con il pubblico … una divertente sorpresa!
Invece in autunno abbiamo due importanti mostre in calendario, ne anticipo una: la personale di Pietro Capogrosso, raffinato protagonista di una ricerca pittorica passata da un essenziale figurativo ad un astratto denso di liquide velature. Anche qui metteremo in relazione arte e design, inoltre metteremo in atto una incursione in un nuovo territorio, quello del linguaggio della scrittura. Uno scrittore affiancherà Capogrosso e darà vita ad un inedito ... PASSO A DUE!
(nelle foto, alcune immagini di opere installate negli spazi di Misia Arte)