Yumiko Kimura - Akiko Fujimoto. Un incontro possibile.
Yumiko Kimura: il rigore, la levità, l’eleganza del vetro. Akiko Fujimoto: il calore, la ricercatezza, l’energia tattile della carta. Sono questi i punti di riferimento per le due artiste giapponesi che, sfidandosi sulle tracce di tradizioni antichissime e culture millenarie, lasciano emergere sensibilità e percorsi di vita profondamente diversi. Kimura e Fujimoto lavorano materiali opposti: l’artificiale e il naturale. Dissimili per caratteristiche fisiche e distanti per metodi di produzione, pur nelle forti differenze il vetro e la carta possiedono la capacità di colloquiare tra loro con inaspettata armonia.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Bergamo (www.cnabergamo.it). Grazie a CNA, in un’ottica di sinergie sul territorio tra imprese artigiane e cultura artistica, il vetro per la realizzazione dell’installazione di Yumiko Kimura è fornito da Vetraria Santini, azienda storica attiva a Bergamo dal 1960 (www.vetrariasantini.it).
Il vetro usato da Yumiko Kimura nelle sue sculture e installazioni è il float industriale, il vetro più comune. Akiko Fujimoto impiega invece la carta Uda, un materiale prezioso, appartenente alla tradizione giapponese. Si tratta di una delle tante varietà di carta washi e veniva realizzata a Yoshino dall’anziano maestro Hiroyuki Fukunishi, considerato, fino alla sua scomparsa nell’agosto 2014, un “tesoro nazionale vivente". Yumiko Kimura sceglie il vetro industriale contemporaneo con il preciso obiettivo di reinventare un materiale “vecchio” di oltre cinquemila anni. L’artista lavora su base progettuale cominciando dal disegno e dallo studio geometrico delle forme, cercando soluzioni strutturali che possano colloquiare con la luce, naturale o artificiale. Yumiko Kimura fa parte del Movimento Madi Internazionale nato in Argentina nel 1946 e tutt’oggi attivo. Lavorando nello spirito del gruppo e condividendone la filosofia, la sua progettualità non ha fini simbolici o rappresentativi, è pura arte aniconica che si allontana dal particolarismo aneddotico del dato naturale per esprimere concretamente” le forme plastiche universali che sottendono al reale. L’artista aspira al distacco emozionale a favore di una ricerca interessata soprattutto all’oggetto, alla sua fisicità e al materiale di cui è composto.
I lavori di Yumiko Kimura si offrono allo spazio e alla luce semplicemente, nella purezza e nel rigore delle forme. Akiko Fujimoto agisce invece su base emotiva e, con un procedimento istintivo e viscerale ci mostra oggetti “altri”, entità fragili, persino buffe, avulse da qualsiasi possibile contesto, aggrappate all’invisibile e precariamente galleggianti nell’etere. Quiete presenze tra il reperto biologico e il corpo alieno, questi surreali, annaspanti organismi popolano con effetto straniante lo spazio della galleria disorientando l’osservatore, attratto e sconcertato dalla vulnerabilità e dal bisogno di protezione che comunicano, proprio perché indifesi come la natura. I lavori di Akiko Fujimoto sono earth-friendly e biodegradabili e questa circolarità è il cardine principale della sua filosofia artistica. Dal 2002 intitola le sue serie Life work, termine che, a seconda venga scritto con o senza la “s” finale assume diversi significati: “il lavoro di tutta una vita”, “l’insieme dei lavori della vita” ma anche “lavori di vita”, nel senso di “viventi” in quanto organici e naturali.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Bergamo (www.cnabergamo.it). Grazie a CNA, in un’ottica di sinergie sul territorio tra imprese artigiane e cultura artistica, il vetro per la realizzazione dell’installazione di Yumiko Kimura è fornito da Vetraria Santini, azienda storica attiva a Bergamo dal 1960 (www.vetrariasantini.it).
Il vetro usato da Yumiko Kimura nelle sue sculture e installazioni è il float industriale, il vetro più comune. Akiko Fujimoto impiega invece la carta Uda, un materiale prezioso, appartenente alla tradizione giapponese. Si tratta di una delle tante varietà di carta washi e veniva realizzata a Yoshino dall’anziano maestro Hiroyuki Fukunishi, considerato, fino alla sua scomparsa nell’agosto 2014, un “tesoro nazionale vivente". Yumiko Kimura sceglie il vetro industriale contemporaneo con il preciso obiettivo di reinventare un materiale “vecchio” di oltre cinquemila anni. L’artista lavora su base progettuale cominciando dal disegno e dallo studio geometrico delle forme, cercando soluzioni strutturali che possano colloquiare con la luce, naturale o artificiale. Yumiko Kimura fa parte del Movimento Madi Internazionale nato in Argentina nel 1946 e tutt’oggi attivo. Lavorando nello spirito del gruppo e condividendone la filosofia, la sua progettualità non ha fini simbolici o rappresentativi, è pura arte aniconica che si allontana dal particolarismo aneddotico del dato naturale per esprimere concretamente” le forme plastiche universali che sottendono al reale. L’artista aspira al distacco emozionale a favore di una ricerca interessata soprattutto all’oggetto, alla sua fisicità e al materiale di cui è composto.
I lavori di Yumiko Kimura si offrono allo spazio e alla luce semplicemente, nella purezza e nel rigore delle forme. Akiko Fujimoto agisce invece su base emotiva e, con un procedimento istintivo e viscerale ci mostra oggetti “altri”, entità fragili, persino buffe, avulse da qualsiasi possibile contesto, aggrappate all’invisibile e precariamente galleggianti nell’etere. Quiete presenze tra il reperto biologico e il corpo alieno, questi surreali, annaspanti organismi popolano con effetto straniante lo spazio della galleria disorientando l’osservatore, attratto e sconcertato dalla vulnerabilità e dal bisogno di protezione che comunicano, proprio perché indifesi come la natura. I lavori di Akiko Fujimoto sono earth-friendly e biodegradabili e questa circolarità è il cardine principale della sua filosofia artistica. Dal 2002 intitola le sue serie Life work, termine che, a seconda venga scritto con o senza la “s” finale assume diversi significati: “il lavoro di tutta una vita”, “l’insieme dei lavori della vita” ma anche “lavori di vita”, nel senso di “viventi” in quanto organici e naturali.
Luoghi
www.galleriamarelia.it +39 035 060 3115 + 39 347 8206829
Orari:lunedì-martedì-mercoledì 14.30-20.00; giovedì-venerdi-sabato 14.30-19.00; E’ gradito l’appuntamento in altri orari.