Tiziana Grassi e Libera Mazzoleni. Evocare e Interrogare
Fra Tiziana Grassi e Libera Mazzoleni non ci sono affinità espressive. Sono di natura artistica diversa. Per l’una l’arte è bisogno di espressione; per l’altra è comunicazione, tramite di maturazione civile, interrogazione della storia. L’una ha sperimentato i modi della tradizione pittorica: acquerello, olio, foglia d’oro, ritocchi con gesso e silicone. L’altra, concependo l’arte come messaggio, mirando all’efficacia, ha operato e si misura, grazie a un talento versatile, con tecniche di varia matrice a seconda delle sensazioni e delle reazioni che vuole innescare. Scultura, pittura, video, performance. L’una si ispira a opere letterarie, al riparo dallo “strepito” del mondo; l’altra si carica di responsabilità assimilando e rappresentando le contraddizioni del mondo.
Tiziana dipinge l’Incorporeo e lo fa scrupolosamente, per variazioni infinitesimali di toni, creando atmosfere sfumate, estatiche, dove agiscono forze poetiche generanti onde, schiume, valve, piani solcati da indizi compositivi. Opere realizzate con gesto ampio a cui si addicono le grandi dimensioni. Un gesto non segnico, planare, scandito da sbuffi e folate che increspano la sofficità degli strati e turbano la quiete.
Libera è un’artista impegnata da molti anni. Da sempre si interroga sulle ragioni del fare arte. Per lei l’arte ha senso solo se è compartecipe, rappresentandola, dell’avventura umana esposta a piaghe e prove terribili. Perciò rifugge, con insofferenza, da ogni forma di estetismo, da ogni idealizzazione: troppo alto è lo strazio intorno perchè sia possibile astrarsi in ricerche compiaciute. Non resta che diffondere questa consapevolezza, replicarne l’eco attraverso la registrazione di date e fatti in memoriam, quasi che il radunarli produca sollievo, alla coscienza sconvolta, per saturazione, per nausea. Nasce l’idea di approntare stendardi di stoffa, 47x47 cm, sui quali campeggiano il nome del luogo e la data di un fatto accaduto particolarmente truce: Rhuma-Kabul 21.8.01, Srebrenica 11.7.95, Reggio Emilia 7.7.60…siamo agli antipodi del motto dannunziano: “me ne strafotto” ricamato su gagliardetto di seta.
Tiziana dipinge l’Incorporeo e lo fa scrupolosamente, per variazioni infinitesimali di toni, creando atmosfere sfumate, estatiche, dove agiscono forze poetiche generanti onde, schiume, valve, piani solcati da indizi compositivi. Opere realizzate con gesto ampio a cui si addicono le grandi dimensioni. Un gesto non segnico, planare, scandito da sbuffi e folate che increspano la sofficità degli strati e turbano la quiete.
Libera è un’artista impegnata da molti anni. Da sempre si interroga sulle ragioni del fare arte. Per lei l’arte ha senso solo se è compartecipe, rappresentandola, dell’avventura umana esposta a piaghe e prove terribili. Perciò rifugge, con insofferenza, da ogni forma di estetismo, da ogni idealizzazione: troppo alto è lo strazio intorno perchè sia possibile astrarsi in ricerche compiaciute. Non resta che diffondere questa consapevolezza, replicarne l’eco attraverso la registrazione di date e fatti in memoriam, quasi che il radunarli produca sollievo, alla coscienza sconvolta, per saturazione, per nausea. Nasce l’idea di approntare stendardi di stoffa, 47x47 cm, sui quali campeggiano il nome del luogo e la data di un fatto accaduto particolarmente truce: Rhuma-Kabul 21.8.01, Srebrenica 11.7.95, Reggio Emilia 7.7.60…siamo agli antipodi del motto dannunziano: “me ne strafotto” ricamato su gagliardetto di seta.
Luoghi
www.spazioostrakon.it 3312565640
Orari: da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30