Timur Kerim Incedayi. Roma e Istanbul, sulle orme della storia
A cura di: Saggi in catalogo di Maurizio Calvesi e Maurizio Marini
Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita dal 30 gennaio all’1 marzo 2015 la mostra Roma e Istanbul, sulle orme della storia dell’artista turco Timur Kerim Incedayi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, realizzata con il supporto del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia, con il patrocinio e la collaborazione dell’Ambasciata di Turchia in Italia, e con il contributo di Polimeks Holding.
Dagli anni Sessanta ad oggi Timur Kerim lncedayi ha rappresentato sempre un vero e proprio ponte fra Oriente e Occidente e, in particolare, fra Istanbul e Roma, due città, due storie e civiltà che nei secoli si sono confrontate e intrecciate per diversi e molteplici aspetti e che tornano a rispecchiarsi e confrontarsi proprio nella memoria pittorica e nella sua figurazione.
Se la prima formazione dell’artista è avvenuta a Istanbul, la sua specializzazione artistica si è svolta prevalentemente a Roma, dove ha frequentato con successo l'Accademia di Belle Arti. Nella Capitale incontra e frequenta pittori famosi come Renato Guttuso, Mino Maccari e Luigi Montanarini, espone in varie edizioni della Quadriennale, e fonda, nel 1987, il movimento artistico del Metropolismo, insieme a Nico Paladini, Antonio Sciacca e Carlos Grippo.
Le opere esposte nella mostra al MACRO Roma e Istanbul, sulle orme della storia, per lo più inedite, sono dedicate al rapporto fra le due città, evidenziando un tema caro all’artista: la profonda e magica risonanza di un passato artistico e culturale che accomuna due grandi metropoli influenti nell'area del Mediterraneo.
Una mostra evocativa e di collegamento fra due popoli e civiltà che si confrontano nei segni e nel cromatismo delle figure di Incedayi, nei suoi lavori che sottolineano il sapore metafisico e rarefatto della cultura mistica ed esoterica orientale, nel rispetto di un canone compositivo occidentale.
Come afferma Maurizio Marini, “la pittura odierna di Timur Incedayi è preziosa e misteriosa, reale e metafisica, fissa e dinamica come le stelle, avendo egli riallacciato quella corda armonica che da sempre, senza dissolvenze, unisce il vicino Oriente all’Europa più raffinata: Roma a Costantinopoli, Bisanzio a Istanbul“.
Sottolinea inoltre Maurizio Calvesi: ”La recente produzione di Timur Kerim Incedayi, nativo della favolosa Instanbul, resta solidamente coerente con le sue prove precedenti, toccando, a ormai cinquant'anni dal suo definitivo approdo in Italia, risultati anche più sottili e sensibili, se possibile, della sua pittura trascorsa; e purificando la sua ispirazione in una tematica senz'altro più univoca, dove sono ormai dileguate le residue tracce del suo iniziale interesse per il mondo industriale… lasciando tutto lo spazio a quel sogno, a una contemplazione del “meraviglioso” Oriente, o meglio di quel magico varco tra Oriente e Occidente che è il Corno d'oro, con la indicibile malìa di una civiltà trapassata, come il nome della città, dal bizantino al classico di Roma e poi all'islamico, in una catena che la pittura di Incedayi fa rivivere nell'intreccio della propria ispirazione”.
L’artista espone al MACRO circa 50 opere di diverso formato, tecniche miste su cartone, dove a volte prevale il pigmento sulla figurazione, grazie anche all’utilizzo di un supporto appositamente realizzato per l’occasione dalle ditte Canson e Arches.
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dall’editore CieRre, con saggi di Maurizio Calvesi e Maurizio Marini.
Dagli anni Sessanta ad oggi Timur Kerim lncedayi ha rappresentato sempre un vero e proprio ponte fra Oriente e Occidente e, in particolare, fra Istanbul e Roma, due città, due storie e civiltà che nei secoli si sono confrontate e intrecciate per diversi e molteplici aspetti e che tornano a rispecchiarsi e confrontarsi proprio nella memoria pittorica e nella sua figurazione.
Se la prima formazione dell’artista è avvenuta a Istanbul, la sua specializzazione artistica si è svolta prevalentemente a Roma, dove ha frequentato con successo l'Accademia di Belle Arti. Nella Capitale incontra e frequenta pittori famosi come Renato Guttuso, Mino Maccari e Luigi Montanarini, espone in varie edizioni della Quadriennale, e fonda, nel 1987, il movimento artistico del Metropolismo, insieme a Nico Paladini, Antonio Sciacca e Carlos Grippo.
Le opere esposte nella mostra al MACRO Roma e Istanbul, sulle orme della storia, per lo più inedite, sono dedicate al rapporto fra le due città, evidenziando un tema caro all’artista: la profonda e magica risonanza di un passato artistico e culturale che accomuna due grandi metropoli influenti nell'area del Mediterraneo.
Una mostra evocativa e di collegamento fra due popoli e civiltà che si confrontano nei segni e nel cromatismo delle figure di Incedayi, nei suoi lavori che sottolineano il sapore metafisico e rarefatto della cultura mistica ed esoterica orientale, nel rispetto di un canone compositivo occidentale.
Come afferma Maurizio Marini, “la pittura odierna di Timur Incedayi è preziosa e misteriosa, reale e metafisica, fissa e dinamica come le stelle, avendo egli riallacciato quella corda armonica che da sempre, senza dissolvenze, unisce il vicino Oriente all’Europa più raffinata: Roma a Costantinopoli, Bisanzio a Istanbul“.
Sottolinea inoltre Maurizio Calvesi: ”La recente produzione di Timur Kerim Incedayi, nativo della favolosa Instanbul, resta solidamente coerente con le sue prove precedenti, toccando, a ormai cinquant'anni dal suo definitivo approdo in Italia, risultati anche più sottili e sensibili, se possibile, della sua pittura trascorsa; e purificando la sua ispirazione in una tematica senz'altro più univoca, dove sono ormai dileguate le residue tracce del suo iniziale interesse per il mondo industriale… lasciando tutto lo spazio a quel sogno, a una contemplazione del “meraviglioso” Oriente, o meglio di quel magico varco tra Oriente e Occidente che è il Corno d'oro, con la indicibile malìa di una civiltà trapassata, come il nome della città, dal bizantino al classico di Roma e poi all'islamico, in una catena che la pittura di Incedayi fa rivivere nell'intreccio della propria ispirazione”.
L’artista espone al MACRO circa 50 opere di diverso formato, tecniche miste su cartone, dove a volte prevale il pigmento sulla figurazione, grazie anche all’utilizzo di un supporto appositamente realizzato per l’occasione dalle ditte Canson e Arches.
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato dall’editore CieRre, con saggi di Maurizio Calvesi e Maurizio Marini.
Luoghi
http://www.museomacro.org 06 67 10 70 443
Orario: da martedì a domenica, ore 11.00-19.00 / sabato: ore 11.00-22.00