Stefano Vigni. 20000km, Le strade che raccontano l’Italia
Si tratta di un lungo e articolato viaggio nel tempo lungo le strade italiane di ieri e di oggi, una indagine che mette in evidenza lo sviluppo e l’evoluzione delle strade in italia, ma anche una attenta analisi sul territorio e sulla conservazione del paesaggio.
Stefano Vigni, giovane fotografo di talento, lavora sul concetto di viaggio che qui appare e si sviluppa come idea e come rappresentazione piuttosto che narrazione. Il suo sguardo lambisce paesi, insediamenti di artigianato e industria, campagna, coltivazioni, boschi, ma di più ci appare tutta quella selva di segni che struttura il percorso con indicazioni, direzioni, regole e divieti.
Per il suo viaggio, durato appunto 20.000 km e che ha dato poi vita al libro omonimo, ha pensato bene di utilizzare ogni possibile fotocamera di ogni formato e capace di tutte le definizioni. Come spiega Roberto Mutti nell’introduzione alla mostra “si è così messo in perfetta sintonia con il suo soggetto perché le strade che si è prefitto di riprendere sono tutte diverse fra di loro. C’è l’autostrada trafficata e la provinciale dall’asfalto rappezzato, la via che di notte acquista un suo fascino particolare e quella definita da una lunga fila di alberi, la strada che corre veloce e quella che un progetto surreale ha infilato in un tunnel affacciato sul nulla. Di fronte a tutto ciò Stefano Vigni alterna la qualità professionale dell’Hasselblad alla ruvidezza propria dell’obiettivo di plastica della Holga che sarà pure una fotocamera giocattolo ma è anche uno strumento molto amato dai fotografi di ricerca, usa la pellicola e il digitale, si accontenta del piccolo formato e allarga lo sguardo a tal punto da dover ricorrere a quello panoramico. Il fotografo interviene, infine, nella fase successiva creando sovrapposizioni, accostamenti geometrici, composizioni che ribadiscono la complessità del paesaggio italiano che le strade attraversano come se lo lacerassero o, forse, lo accarezzassero. “
Stefano Vigni, giovane fotografo di talento, lavora sul concetto di viaggio che qui appare e si sviluppa come idea e come rappresentazione piuttosto che narrazione. Il suo sguardo lambisce paesi, insediamenti di artigianato e industria, campagna, coltivazioni, boschi, ma di più ci appare tutta quella selva di segni che struttura il percorso con indicazioni, direzioni, regole e divieti.
Per il suo viaggio, durato appunto 20.000 km e che ha dato poi vita al libro omonimo, ha pensato bene di utilizzare ogni possibile fotocamera di ogni formato e capace di tutte le definizioni. Come spiega Roberto Mutti nell’introduzione alla mostra “si è così messo in perfetta sintonia con il suo soggetto perché le strade che si è prefitto di riprendere sono tutte diverse fra di loro. C’è l’autostrada trafficata e la provinciale dall’asfalto rappezzato, la via che di notte acquista un suo fascino particolare e quella definita da una lunga fila di alberi, la strada che corre veloce e quella che un progetto surreale ha infilato in un tunnel affacciato sul nulla. Di fronte a tutto ciò Stefano Vigni alterna la qualità professionale dell’Hasselblad alla ruvidezza propria dell’obiettivo di plastica della Holga che sarà pure una fotocamera giocattolo ma è anche uno strumento molto amato dai fotografi di ricerca, usa la pellicola e il digitale, si accontenta del piccolo formato e allarga lo sguardo a tal punto da dover ricorrere a quello panoramico. Il fotografo interviene, infine, nella fase successiva creando sovrapposizioni, accostamenti geometrici, composizioni che ribadiscono la complessità del paesaggio italiano che le strade attraversano come se lo lacerassero o, forse, lo accarezzassero. “
Luoghi
http://www.centroculturalecandiani.it 041.2386111 041.2386112
orario: dal mercoledì alla domenica 16.00-20.00