SCULTORIFOTOGRAFI
A cura di: Maria Rosa Pividori - testi di Robero Mutti, Mimma Pasqua
SCULTORIFOTOGRAFIGiuliana Di Bennardo, Mavi Ferrando, Marcello Mazzella, Mara Pepe,Massimo Poldelmengo, Carlo Vidoni
La mostra indaga il rapporto che alcuni scultori hanno con la fotografia. Sei autori e sei visioni.
Le parole chiave di ciascuno sono: ombre liquide per Di Bennardo, ubicazioni per Ferrando, percezione e tecnologia per Mazzella, apparenza-realtà per Mara Pepe, memoria per Poldelmengo, mistero per Vidoni.
Roberto Mutti
DIALOGO IMMAGINARIO FRA DUE TRIDIMENSIONALITA’
C’è una lunga storia che collega la fotografia alla scultura, non solo perché alcuni famosi scultori come Medardo Rosso o Costantin Brancusi hanno saputo usare con grande perizia il mezzo fotografico ma anche perché fra le due espressioni artistiche si è sempre stabilito uno strano, fruttuoso dialogo. Se l’una si è, infatti, inevitabilmente caratterizzata per la sua plasticità reale, l’altra l’ha invece inseguita tentando di andare oltre i confini della bidimensionalità che la caratterizza con mille accorgimenti. Queste sono le premesse attorno a cui hanno lavorato sei autori per dare vita a una mostra dalle mille sfaccettature dove le differenti personalità degli artisti sono emerse in quanto tali ma hanno contemporaneamente saputo convergere in un dialogo. Questo è stato così immediato e produttivo da costruire uno strano percorso del tutto simile a una strada sinuosa che scorre veloce ma quando si sofferma lo fa in diverse tappe ognuna caratterizzata da un concetto attorno a cui la creatività si è sviluppata. All’idea di ombre liquide si è ispirata Giuliana di Bennardo, a quello di ubicazioni Mavi Ferrando mentre Carlo Vidoni ha scelto come punto di riferimento l’idea di mistero. Se Massimo Poldelmengo ha lavorato sul tema della memoria, Marcello Mazzella e Mara Pepe si sono, invece, confrontati sulle contrapposizioni dialettiche: percezione e tecnologia il primo, apparenza e realtà la seconda.
Mimma Pasqua
Scultorifotografi
Il fotografo é un esploratore che scopre la bellezza nell’apparente insignificanza del quotidiano.
Lo scultorefotografo passa dalla plasticità della scultura alla sua resa visiva per renderla memorabile e farla a volte diventare protagonista di una storia.
Giuliana Di Bennardo. La ricerca sul tempo e lo spazio di frammenti ambientali in cui l’uomo è una parte del tutto è componente importante del suo lavoro. Mavi Ferrando. Le forme diventano alfabeto di un linguaggio per indagare il reale e renderlo misurabile con dinamici guizzi fantasmatici che dialogano col contesto. Marcello Mazzella. Nelle sue opere di avanzata tecnologia, l’infinitamente piccolo delle diatomee fa parte di un mondo fantastico in cui il mito é attualizzato in una dimensione atemporale. Mara Pepe. L’occhio dell’artista ci invita a scoprire l'anima nascosta delle cose e a indagare il mistero dell'ombra che scompare mentre compare. Massimo Poldelmengo. I suoi temi ricorrenti sono la temporalità (l’opera presentata è l’elaborazione di un metronomo combusto), il rapporto con la natura e la strettissima relazione fra la progettazione e la realizzazione della scultura. Carlo Vidoni. La fotografia é base di partenza per la scultura. L’artista esplora il mondo della natura e le xilofagie che riproduce fedelmente come originale arte segnica non indotta dall'uomo.
Luoghi
https://www.facebook.com/quintocortile.arte 02 58102441 338. 800. 7617
orario:mar, mer, ven 17.15-19.15, giovedì su appuntamento - ingresso libero