Riet Wijnen "Sixteen Conversations on Abstraction"
A cura di: Kunstverein Milano
L’artista olandese Riet Wijnen approda ad Assab One e, per la prima volta in Italia, con la mostra Sixteen Conversations on Abstraction (table / table), a cura di Kunstverein Milano.Il progetto, in cui Wijnen indaga la portata storico-sociale del concetto di "astrazione", fa parte del ciclo di opere intitolato Sixteen Conversations on Abstraction, in corso dal 2015, e mette in luce il metodo d’indagine dell’artista in relazione alle pratiche e alle idee del femminismo.
A 50 anni dalla nascita dell’International Feminist Collective fondato a Padova nel 1972 che ha dato vita alle campagne per il salario al lavoro domestico, la tappa milanese dell’artista è dedicata alla studiosa e attivista italo-americana Silvia Federici, tra le fondatrici del Collettivo e figura centrale del femminismo della seconda ondata Federici compare come personaggio nell'opera presente in mostra Conversation Four: First Person Moving (2016).
Mettendo al centro il concetto di astrazione, Wijnen ne esplora la storia, le lacune discorsive e il potenziale narrativo in diversi ambiti: parte infatti dal primo modernismo nell'arte e si sposta gradualmente verso le sue implicazioni in campi quali la scienza, la filosofia e l'attivismo. Il ciclo si articola in sedici conversazioni fittizie tra figure e soggetti che appartengono a campi e momenti storici diversi; sedici opere e una scultura/tavolo che funge da diagramma, o partitura, che mappa le connessioni tra i diversi protagonisti e argomenti dei dialoghi.
Spiega l’artista: “La sua versatilità e la sua apertura oltre al suo potere trasformativo, rendono la forma della conversazione particolarmente adatta a tematizzare la relazione tra linguaggio e astrazione.”
In Sixteen Conversations on Abstraction (table / table) Wijnen impiega diversi media e formati – sculture, stampe su legno, dialoghi immaginari, testi e ‘type design’ – e include nuove produzioni, tra cui il tavolo progettato per condividere la documentazione di The NY Wages For Housework collective. Il tavolo è stato donato da Silvia Federici a MayDay Rooms di Londra, che lo ha gentilmente concesso in prestito per la mostra. Il pubblico italiano c può così esplorare, attraverso la chiave di lettura dell’astrattismo, la storia dell’impegno femminista della nota attivista e studiosa.
La scelta del tavolo, che gioca un ruolo centrale nel progetto e che rimanda all’opera precedente di Wijnen, getta un ponte con il lavoro portato avanti da Federici stessa. Cuore di ogni ambiente domestico, il tavolo è il luogo attorno al quale i ruoli sociali e le relazioni di genere vengono espressi, compresi e trasmessi da una generazione all’altra. Ma è anche, come testimonia Silvia Federici a partire dalle proprie esperienze e riflessioni decennali sul lavoro domestico, lo spazio in cui vengono concepiti, discussi e animati i momenti di trasformazione della società. Attraverso la sua riproposizione, Wijnen cerca a sua volta di stabilire una connessione con la storia dei movimenti femministi della seconda ondata che ebbero inizio nel nord Italia.
Attraverso la finzione della conversazione, Wijnen indaga il potenziale di scenari immaginari come metodo per aprire e mettere in discussione costrutti storici e socio-politici. La mostra si pone dunque come quadro e specchio dei contenuti del ciclo Sixteen Conversation on Abstraction, tra il concreto e l’astratto, il materiale e il concettuale, la storia e il canone con le loro letture alternative. Ma anche come momento di riflessione a partire dalle relazioni con voci, idee e pratiche che si intrecciano nel presente.
Il progetto di KUnstverein Milano per Riet Wijnen si completerà con l’edizione di un multiplo e un libro d’artista:
*Il multiplo:
Sixteen Conversations on Abstraction: Tool One (Template Rulers 1-5), 2022
In occasione della mostra, Kunstverein ha prodotto un multiplo concepito da Riet Wijnen che diventa parte del ciclo Sixteen Conversations on Abstraction. La proposta consiste in 5 righelli modello progettati dagli artisti Dafne Boggeri, Linda van Deursen, Ima-abasi Okon, Mandy El-Sayegh e Haegue Yang, raccolti in un astuccio artigianale di tela cerata disegnato dall’artista stessa. Cinque strumenti volti a creare e riflettere sul linguaggio, l’astrazione, il significato, la scrittura, la storia, il canone e le alternative. Utilizzate anche per la realizzazione di alcune opere inedite presenti nella mostra a Milano. Il multiplo è co-pubblicato con San Seriffe Amsterdam, P/////AKT, Amsterdam e Kunstverein Toronto.
**il libro d’artista
E’ un ulteriore lavoro di Riet Wijnen – con un progetto grafico di David Bennewith e in collaborazione con Falke Pisano, Simnikiwe Buhlungu et.al. –la cui pubblicazione è prevista per la seconda metà del 2022. Partendo dai materiali d'archivio dalle campagne Wages for Housework, il libro racconterà la storia del movimento femminista alle generazioni più giovani. Servirà anche come strumento di lavoro per educatori in diverse scuole, per attivare un processo di apprendimento centrato sul disimparare e decostruire categorie e discorsi che si sono imposti violentemente nella storia.
Luoghi
www.assab-one.org 02 2828546 348 2925085 02 26111752
orario:dal martedì al venerdì dalle 15 alle 18,30 e su appuntamento