Riccarda Montenero "LES MURS. Rue de l’esperance"
Muri e muri. Psicologici e fisici. Corpi in attesa, corpi che interrogano.
Diciassette sono le opere tratte dall'ultimo progetto Rue de l'esperance - che vede la prima esposizione in Italia - e sei le opere tratte da Libre circulation - già esposte in Italia, la cui prima tappa è stato il Museo di Villa Croce a Genova - per raccontare LES MURS.
Così Sandra Solimano: [...] le fotografie di "Libre circulation" appaiono in qualche modo come il frutto di un onirico reportage,[ ...] l'uomo e la donna compaiono nella sequenza fotografica [...] come pedine sulla scacchiera di un gioco crudele, eppure non indifferente alla categoria del bello nell'elegante partitura di luci e ombre, nella ricercata composizione a dittico, nelle posture stesse dei modelli, teatrali e scenografiche, nel loro riferirsi più che alla vita a una sorta di rappresentazione [...]. Nelle fotografie di Rue de l'esperance (una novantina di opere) a creare la 'scena' contribuiscono: modelli e modelle ripresi i in studio, disegni degli anni novanta/duemila, tracce di graffiti, parole e frammenti di murales fotografati nelle strade di Parigi e oggetti costruiti in 3D, nell'intento di dare visibilità ai conflitti, alla disumanità, alla seduzione, alle relazioni di coppia, al tempo che passa, alle speranze.
Diciassette sono le opere tratte dall'ultimo progetto Rue de l'esperance - che vede la prima esposizione in Italia - e sei le opere tratte da Libre circulation - già esposte in Italia, la cui prima tappa è stato il Museo di Villa Croce a Genova - per raccontare LES MURS.
Così Sandra Solimano: [...] le fotografie di "Libre circulation" appaiono in qualche modo come il frutto di un onirico reportage,[ ...] l'uomo e la donna compaiono nella sequenza fotografica [...] come pedine sulla scacchiera di un gioco crudele, eppure non indifferente alla categoria del bello nell'elegante partitura di luci e ombre, nella ricercata composizione a dittico, nelle posture stesse dei modelli, teatrali e scenografiche, nel loro riferirsi più che alla vita a una sorta di rappresentazione [...]. Nelle fotografie di Rue de l'esperance (una novantina di opere) a creare la 'scena' contribuiscono: modelli e modelle ripresi i in studio, disegni degli anni novanta/duemila, tracce di graffiti, parole e frammenti di murales fotografati nelle strade di Parigi e oggetti costruiti in 3D, nell'intento di dare visibilità ai conflitti, alla disumanità, alla seduzione, alle relazioni di coppia, al tempo che passa, alle speranze.