Pedro Cano. La memoria delle città
Se si viaggia con troppe cose si porta anche troppo della propria vita. E invece è bello andare con nessun altro fardello che il proprio corpo e la propria arte. Pedro Cano.L’artista spagnolo Pedro Cano torna a Napoli con la personale “La memoria delle città” che sarà inaugurata venerdì 11 marzo 2016 alle ore 19.00, negli spazi della Galleria PRAC – Piero Renna Arte Contemporanea in via Nuova Pizzofalcone n.2. La mostra, patrocinata dal Consolato di Spagna, dalla Regione Campania, dal Comune di Napoli, e dall’Istituto Cervantes di Napoli, resterà aperta al pubblico fino al 6 maggio 2016.
Viaggiatore instancabile alla scoperta del mondo, Pedro Cano presenta i suoi “luoghi della mente” in 40 acquarelli di formati vari che, attraverso uno sguardo attento ed evocativo, catturano le atmosfere di Roma, Napoli, Pompei, Villa Adriana, Ragusa, Matera, Atene, Patmos, Spalato, Gadames, Palmira, Damasco, Meknés, Marrakech, Gerasa, Cirene.
Sono tutte opere “riguardanti siti significativi di una geografia del Sud del mondo in cui protagonista è la luce. Ed è sicuramente con la “luce” che Pedro Cano racconta le sue esperienze”. “Ci presenta un mondo che porta con sé le tracce di tutti i valori più profondi delle identità indelebili e durature dei “luoghi” che diventano luoghi della mente, di una mente, quella dell’artista, che sembra vivere sempre uno stato di grazia che lo porta a interpretare e rivelare la natura più intima e significativa, il “genius loci” diremmo, dei siti che ha osservato e conosciuto.” (Ludovico Maria Fusco, Catalogo della mostra, La memoria delle città, 2016)
“Quasi a prescindere dalla loro identità, questi luoghi sono segnati da un flusso di vita che sembra unirli, anche e forse proprio perché la presenza (solo) fisica dell’uomo è lasciata fuori dalla composizione. Così Pompei risulta paradossalmente poco ‘archeologica’, mentre un portone corroso o un anonimo arco acquistano una valenza quasi monumentale. Ed è proprio attraverso questi varchi che, come legati fra loro, si snoda un flusso vitale”.
“Ogni porta, antro, arco, vetrata, apre un diverso spazio di luce; un delicato, morbido passaggio di toni accompagna lo sguardo/gli sguardi verso spazi ‘altri’, profondi. L’architettura è il suo richiamo. Pedro sente gli spazi in cui ci conduce, con coerenza di linguaggio, fino a creare un filo conduttore lungo il quale si dipana la trama di un dialogo che instaura e mantiene continuamente con gli altri. Un dialogo che si trasforma in racconto ed invita a confronti, accostamenti, anche nella differenza”. (Gaia Salvatori, Catalogo della mostra, La memoria delle città, 2016).
Pedro Cano ha sempre sentito la necessità di dipingere dal “vero”, di trasferire sulla carta, nei segni, nelle forme e nei colori, le emozioni che solo dalla realtà gli possono essere trasmesse: “Io lotto con il foglio di carta, ingaggio con la carta una vera e propria battaglia”, ha affermato nel corso di un incontro pubblico in una sua recente mostra, Mediterranei, al Museo Archeologico di Napoli, nel gennaio 2015. E come per incanto, quello che avviene quando si tratta di autentica arte, la realtà da lui ricreata, la sua realtà, diventa anche quella dei nostri occhi e delle nostre emozioni.
Viaggiatore instancabile alla scoperta del mondo, Pedro Cano presenta i suoi “luoghi della mente” in 40 acquarelli di formati vari che, attraverso uno sguardo attento ed evocativo, catturano le atmosfere di Roma, Napoli, Pompei, Villa Adriana, Ragusa, Matera, Atene, Patmos, Spalato, Gadames, Palmira, Damasco, Meknés, Marrakech, Gerasa, Cirene.
Sono tutte opere “riguardanti siti significativi di una geografia del Sud del mondo in cui protagonista è la luce. Ed è sicuramente con la “luce” che Pedro Cano racconta le sue esperienze”. “Ci presenta un mondo che porta con sé le tracce di tutti i valori più profondi delle identità indelebili e durature dei “luoghi” che diventano luoghi della mente, di una mente, quella dell’artista, che sembra vivere sempre uno stato di grazia che lo porta a interpretare e rivelare la natura più intima e significativa, il “genius loci” diremmo, dei siti che ha osservato e conosciuto.” (Ludovico Maria Fusco, Catalogo della mostra, La memoria delle città, 2016)
“Quasi a prescindere dalla loro identità, questi luoghi sono segnati da un flusso di vita che sembra unirli, anche e forse proprio perché la presenza (solo) fisica dell’uomo è lasciata fuori dalla composizione. Così Pompei risulta paradossalmente poco ‘archeologica’, mentre un portone corroso o un anonimo arco acquistano una valenza quasi monumentale. Ed è proprio attraverso questi varchi che, come legati fra loro, si snoda un flusso vitale”.
“Ogni porta, antro, arco, vetrata, apre un diverso spazio di luce; un delicato, morbido passaggio di toni accompagna lo sguardo/gli sguardi verso spazi ‘altri’, profondi. L’architettura è il suo richiamo. Pedro sente gli spazi in cui ci conduce, con coerenza di linguaggio, fino a creare un filo conduttore lungo il quale si dipana la trama di un dialogo che instaura e mantiene continuamente con gli altri. Un dialogo che si trasforma in racconto ed invita a confronti, accostamenti, anche nella differenza”. (Gaia Salvatori, Catalogo della mostra, La memoria delle città, 2016).
Pedro Cano ha sempre sentito la necessità di dipingere dal “vero”, di trasferire sulla carta, nei segni, nelle forme e nei colori, le emozioni che solo dalla realtà gli possono essere trasmesse: “Io lotto con il foglio di carta, ingaggio con la carta una vera e propria battaglia”, ha affermato nel corso di un incontro pubblico in una sua recente mostra, Mediterranei, al Museo Archeologico di Napoli, nel gennaio 2015. E come per incanto, quello che avviene quando si tratta di autentica arte, la realtà da lui ricreata, la sua realtà, diventa anche quella dei nostri occhi e delle nostre emozioni.
Luoghi
081 7640096
orario: lun-sab 16.30-19.30 ingresso libero