Nanda Vigo. Portraits from 1936 to 2016
A cura di: Alberto Podio
Nanda Vigo – Portraits from 1936 to 2016 questo il titolo della mostra che inaugurerà lunedì 5 dicembre 2016 presso lo spazio espositivo gorani8, curato da Daniela Pacchiana e Alberto Podio.
L’esposizione, organizzata in collaborazione con Archivio Nanda Vigo e Galleria Allegra Ravizza, è un omaggio all’architetto artista e designer Nanda Vigo in occasione del suo ottantesimo compleanno. La mostra ripercorre la carriera dell’autrice attraverso i ritratti che celebri fotografi le hanno scattato dagli anni ’60 ad oggi, alcuni ancora inediti ed esposti per la prima volta al pubblico. Uliano Lucas, Antonia Mulas, Fabrizio Garghetti, Ruven Afanador, Lothar Wolleh, Maria Mulas, Laura Salvati, Maurizio Marcato, Vana Caruso e Aldo Ballo, Gabriele Basilico, Erhard Wehrmann, Guido Cegani, Titti Marchese, Enrico Cattaneo sono solo alcuni degli artisti presenti. Una selezione di trenta scatti, per la maggior parte in bianco e nero, è affiancata da una ricca proiezione.
Nata a Milano nel 1936, Nanda Vigo scopre la bellezza a soli sette anni, quando passeggiando a Como con i genitori, rimane letteralmente folgorata dalla Casa del Fascio di Giuseppe Terragni da cui ha imparato l’attenzione per la luce che diventerà l’elemento cardine di tutto il suo lavoro. Le riflessioni luminose, la ricerca di spazialità diverse, adimensionali, il gioco di rimandi tra realtà e proiezioni della realtà grazie all’uso degli specchi e superfici riflettenti portano l’autrice a teorizzare nel gennaio del 1964 il Manifesto cronotopico. La modificazione dello spazio avviene attraverso la luce e il coinvolgimento sensoriale di chi fruisce questi spazi-opere permettendo alla psiche di aprire i “circuiti” ed entrare in altre dimensioni. Le immagini la ritraggono fin da bambina con il pittore Filippo De Pisis inginocchiato per abbracciare la piccola Nanda, nei momenti salienti della sua carriera in occasione di mostre (Galleria d’arte Vinciana, Milano, ’64, Galleria Il Punto a Calice Ligure, ’74, 40° Biennale di Venezia, 1982), nei luoghi delle sue creazioni (Casa “Scarabeo sotto la foglia” a Malo, Vicenza; Casa-museo Remo Brindisi, Lido di Spina, Ferrara), vestita da sposa nella performance alla Galleria Paludetto nel ’72 o insieme ai maestri e amici di sempre: Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Remo Brindisi, Massimo Vignelli, Giulio Turcato, Alik Cavaliere. Dalle fotografie traspare una forte vitalità, oltre alle sue grandi passioni: gli animali e il Kenya.
“Sarebbe bello che l’arte e l’architettura, come avvenne nel Rinascimento, fossero la punta dell’iceberg che precede l’evoluzione verso il Nuovo Rinascimento, che ci sarà”. Con l’augurio che le parole di Nanda Vigo si avverino, vi invitiamo a visitare questa galleria di ritratti.
Mostra a cura di Alberto Podio in collaborazione con Archivio Nanda Vigo e Galleria Allegra Ravizza. Col contributo critico di Marco Meneguzzo.
L’esposizione, organizzata in collaborazione con Archivio Nanda Vigo e Galleria Allegra Ravizza, è un omaggio all’architetto artista e designer Nanda Vigo in occasione del suo ottantesimo compleanno. La mostra ripercorre la carriera dell’autrice attraverso i ritratti che celebri fotografi le hanno scattato dagli anni ’60 ad oggi, alcuni ancora inediti ed esposti per la prima volta al pubblico. Uliano Lucas, Antonia Mulas, Fabrizio Garghetti, Ruven Afanador, Lothar Wolleh, Maria Mulas, Laura Salvati, Maurizio Marcato, Vana Caruso e Aldo Ballo, Gabriele Basilico, Erhard Wehrmann, Guido Cegani, Titti Marchese, Enrico Cattaneo sono solo alcuni degli artisti presenti. Una selezione di trenta scatti, per la maggior parte in bianco e nero, è affiancata da una ricca proiezione.
Nata a Milano nel 1936, Nanda Vigo scopre la bellezza a soli sette anni, quando passeggiando a Como con i genitori, rimane letteralmente folgorata dalla Casa del Fascio di Giuseppe Terragni da cui ha imparato l’attenzione per la luce che diventerà l’elemento cardine di tutto il suo lavoro. Le riflessioni luminose, la ricerca di spazialità diverse, adimensionali, il gioco di rimandi tra realtà e proiezioni della realtà grazie all’uso degli specchi e superfici riflettenti portano l’autrice a teorizzare nel gennaio del 1964 il Manifesto cronotopico. La modificazione dello spazio avviene attraverso la luce e il coinvolgimento sensoriale di chi fruisce questi spazi-opere permettendo alla psiche di aprire i “circuiti” ed entrare in altre dimensioni. Le immagini la ritraggono fin da bambina con il pittore Filippo De Pisis inginocchiato per abbracciare la piccola Nanda, nei momenti salienti della sua carriera in occasione di mostre (Galleria d’arte Vinciana, Milano, ’64, Galleria Il Punto a Calice Ligure, ’74, 40° Biennale di Venezia, 1982), nei luoghi delle sue creazioni (Casa “Scarabeo sotto la foglia” a Malo, Vicenza; Casa-museo Remo Brindisi, Lido di Spina, Ferrara), vestita da sposa nella performance alla Galleria Paludetto nel ’72 o insieme ai maestri e amici di sempre: Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Remo Brindisi, Massimo Vignelli, Giulio Turcato, Alik Cavaliere. Dalle fotografie traspare una forte vitalità, oltre alle sue grandi passioni: gli animali e il Kenya.
“Sarebbe bello che l’arte e l’architettura, come avvenne nel Rinascimento, fossero la punta dell’iceberg che precede l’evoluzione verso il Nuovo Rinascimento, che ci sarà”. Con l’augurio che le parole di Nanda Vigo si avverino, vi invitiamo a visitare questa galleria di ritratti.
Mostra a cura di Alberto Podio in collaborazione con Archivio Nanda Vigo e Galleria Allegra Ravizza. Col contributo critico di Marco Meneguzzo.