Joan Jonas ...nuovi codici espressivi
Il 30 Novembre si inaugura alla Galleria Alessandra Bonomo la terza mostra di Joan Jonas ideata per questo spazio.
Joan Jonas è una figura emblematica nell’arte contemporanea americana del dopoguerra. Si distingue come una outsider dalle prime performance a New York negli anni ’70, nel momento in cui la città era un luogo di scambio per gli artisti più innovativi.
Cominciando dalla danza e dai video in bianco e nero, nei quali utilizza il corpo e il movimento come unico mezzo espressivo, l’artista evolve continuamente il proprio linguaggio, ampliando costantemente la sua ricerca con nuovi codici espressivi, influenzata nei suoi viaggi come in Islanda ed in Giappone.
I video tratti dalle performance interagiscono nei suoi lavori con elementi vecchi e nuovi, oggetti diversi trovati o disegnati dall’artista, la sua voce o la musica da lei scelta (Jason Moran) creano un filo continuo con la narrazione.
Il lavoro recente dell’artista si concentra sulla fragilità della natura e il suo legame con la condizione umana, come nella performance della Biennale di Venezia 2015, alla quale è ispirata la mostra.
Gli elementi principali sono un grande schermo, vari specchi che riflettono le proiezioni, oggetti trovati casualmente ed oggetti costruiti per la performance, i video e i disegni che mettono in relazione spazio e tempo intesi come materiali scenici.
Joan Jonas è una figura emblematica nell’arte contemporanea americana del dopoguerra. Si distingue come una outsider dalle prime performance a New York negli anni ’70, nel momento in cui la città era un luogo di scambio per gli artisti più innovativi.
Cominciando dalla danza e dai video in bianco e nero, nei quali utilizza il corpo e il movimento come unico mezzo espressivo, l’artista evolve continuamente il proprio linguaggio, ampliando costantemente la sua ricerca con nuovi codici espressivi, influenzata nei suoi viaggi come in Islanda ed in Giappone.
I video tratti dalle performance interagiscono nei suoi lavori con elementi vecchi e nuovi, oggetti diversi trovati o disegnati dall’artista, la sua voce o la musica da lei scelta (Jason Moran) creano un filo continuo con la narrazione.
Il lavoro recente dell’artista si concentra sulla fragilità della natura e il suo legame con la condizione umana, come nella performance della Biennale di Venezia 2015, alla quale è ispirata la mostra.
Gli elementi principali sono un grande schermo, vari specchi che riflettono le proiezioni, oggetti trovati casualmente ed oggetti costruiti per la performance, i video e i disegni che mettono in relazione spazio e tempo intesi come materiali scenici.
Luoghi
http://www.bonomogallery.com 06 69925858 06 6797251
orario:lun-ven 12-19