Incontri e appropriazioni
A cura di: Giuseppe Salerno
Artisti:Toni Bellucci / Omero Angerame, Massimo Bardelli / Bruno Cristallini, Angelisa Bertoloni /Lauretta Barcaroli, Arnhild Kart / Rita Albertini, Lughia / Caterina Prato
Dopo “Dissolvenze Incrociate” (2017) giunge a Palazzo di Primavera “Incontri e Appropriazioni”, il nuovo progetto curatoriale di Giuseppe Salerno con il quale cinque coppie di artisti presentano opere generate dall’incontro di poetiche e modalità espressive nell’osservanza di regole rispondenti ad un processo predefinito.
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Nel 2009 avviai con “Sopraffactions” un percorso incentrato sulla relazione tra artisti. Fu la galleria Monty & Company di Roma ad ospitare tre artisti (Luigi Ballarin, Gerardo Di Salvatore e Lughia) che realizzarono ciascuno quattro tele nel formato 100x100, se le scambiarono e su di esse intervennero. Non lavori a quattro mani ma opere a firma dell’artista che sulle opere originarie esercitò una sopraffazione, metafora del quotidiano dove nulla si crea, tutto si trasforma ed ogni agire fa agio sul preesistente. La sacralità dell’arte, cui l’uomo ha affidato il proprio sogno di eternità, risultò così violata da artisti che si privarono delle proprie opere consapevoli che avrebbero subito modificazioni e non avrebbero veicolato il proprio nome. Una scelta dura ma terapeutica per quanti, intervenendo sull’opera altrui, accondiscesero a che altri intervenissero sulla propria. Un processo che, nel superamento di luoghi comuni, contribuì a formare una coscienza nuova. Fabriano, Cosenza, Salerno, Viterbo e Matera accolsero le successive edizioni di Sopraffactions sino a che il progetto si concluse nel 2012 con l’esposizione di 72 opere di 18 artisti.
Nel 2017 seguì “Dissolvenze Incrociate” che da Villa Graziani di San Giustino si trasferì nel Complesso San Benedetto di Fabriano per approdare poi a Palazzo di Primavera a Terni. Mutuando dal cinema il meccanismo che vuole un’immagine dissolversi lentamente mentre una nuova ne compare, a ventuno coppie di artisti fu chiesto di produrre tale effetto in quattro tele la cui sequenza rendesse il passaggio dalla poetica e dalle modalità di un artista a quelle dell’altro. Ancora un incontro tra mondi diversi che nelle tavole centrali trovano un momento di fusione. Con regole e processi prefissati quarantadue artisti sono usciti dall’isolamento vedendo crescere il piacere dell’interazione e del confronto. Incentrato sulla relazione, il percorso avvicina ancor più l’arte ai meccanismi che governano la vita. Se è vero che gli artisti sono individualisti, è altrettanto vero che hanno spesso trovato nell’intimità del rapporto di coppia confronto e arricchimento. Come nella vita anche in questa nostra esperienza d’arte talune coppie si sono consolidate, altre hanno avuto durata breve ed ogni sorta di compatibilità, tra simili e opposti, si è dimostrata possibile.
Oggi, con “Incontri e appropriazioni”, dieci artisti si sono impegnati a recuperare le concettualità affrontate nelle precedenti esperienze offrendoci risultati che sono la migliore rappresentazione della relazione di coppia in tutta la sua complessità. Dieci dissolvenze e cinquanta sopraffazioni per un totale di novanta tele sono le opere in esposizione. Una preziosa, esaltante dimostrazione di civile convivenza all’insegna del libero pensiero e della libera espressione.