In the Matter of Color
A cura di: Matteo Galbiati
La Dep Art Gallery di Milano riprende la sua attività espositiva, dal 20 maggio, con “In the Matter of Color”, una mostra tutta italiana che raccoglie fino al 4 luglio circa venti opere di quattro maestri: Natale Addamiano, Alberto Biasi, Pino Pinelli, Turi Simeti.Il progetto di mostra nasce nel 2018 per essere esposto a Taipei e Hong Kong nelle due sedi della galleria Whitestone che fa richiesta alla galleria milanese di una collettiva che sia espressione dell’arte italiana contemporanea del secondo dopoguerra e indicativa di sguardi e pensieri differenti. Nel 2019 viene poi esposta al Palazzo del Monferrato di Alessandria e, ora, torna nello spazio che l’ha concepita.
Per tale ragione, la galleria sceglie proprio questo progetto – pensato per rappresentare la quintessenza dell’arte italiana all’estero – per ripartire dopo l’emergenza coronavirus: “Con questa mostra, dopo un arresto così lungo dell’attività, la galleria Dep Art fa uno sforzo notevole – dichiara il gallerista Antonio Addamiano. Intendiamo inviare un segnale importante per tutto il settore della cultura: siamo pronti a fare tutto ciò che occorre per ripartire”.
Rosso. Bianco. Giallo. Blu. Sono i quattro colori che, attraverso le differenti esperienze dei protagonisti, determinano l’accostamento delle opere della mostra a cura di Matteo Galbiati.
Il colore resta il tema cruciale che si sviluppa, sempre con diverse attitudini, nelle interpretazioni di Natale Addamiano (1943), Alberto Biasi (1937), Pino Pinelli (1938), Turi Simeti (1929), artisti che non hanno mai rinunciato a questo elemento identitario del loro fare.
La mostra è una preziosa occasione per poter osservare l'importanza dei loro racconti che, senza essersi ancora esauriti, sono la miglior attestazione di quell'esperienza dettata da una tradizione che ha, in loro, le sue radici, per determinare, nell'attualità del presente, il valore massimo di un'innovazione che guarda sempre al futuro. Dentro e dietro la materia del colore.
Uniforme o frantumata, monocroma o vibrante, ispessita o dispersa, la materia cromatica conduce a quattro considerazioni che, attraversando le loro storie personali e incrociando le vicende e gli accadimenti artistico-culturali della seconda metà del Novecento, proiettano la loro riflessione, e le conseguenti estetiche, nella piena attualità del nostro tempo, segno di un lavoro instancabile che ancora prosegue oggi e ancora molto ha da dire.
Di Natale Addamiano, I cieli stellati raccontano la sua passione per una pittura tradizionalmente intesa, foriera di un romanticismo lirico, capace di oltrepassare i limiti stessi del paesaggio che provano a raccontare. La poesia ripetuta di Addamiano ripristina un patto di leggibilità con l'opera pittorica offerto allo sguardo dello spettatore che, disabituato dal clamore di certe proposte attuali dell'arte, in lui ritrova la forza evocativa di una pittura che, senza essere accademica, rinnova la propria tradizionale attualità.
Il percorso artistico di Alberto Biasi lo porta ad essere uno dei protagonisti di quel contesto definito come Arte Programmata. Le sue opere si orientano ad una relazione stretta con lo spettatore che in essa rivela un processo di interazione attiva, dinamica e rinnovata nel tempo e nelle diverse circostanze della visione. Percezioni e movimenti, alterazioni o mutazioni, apparenti o virtuali, agiscono come elementi tesi ad agire sulla struttura stessa dell'opera che muta sempre la propria istanza fisica e intuitiva.
Ostinatamente pittore, Pino Pinelli è certamente uno dei più coerenti ed autorevoli maestri della Pittura Analitica. Fin dalla fine degli anni Settanta la sua materia cromatica ha saputo evolversi in atto concreto e agito nell'ambiente, dove il gesto e il segno identificano le tensioni primarie dell'artista. Nella sua pittura, deflagra all'estrema conseguenza l'atto – grandioso, eroico, perfino quasi disperato – di rompere e vincere l'unita del quadro.
Il valore della pittura di Turi Simeti – tra gli artisti presenti nel 1965 nella collettiva Zero Avantgarde di Lucio Fontana – sta nell'aver eletto un elemento primario a segno moltiplicatore della sua azione artistica, salvaguardando l'identità della sua personale intuizione analitica: l'ovale. Anche in lui si definisce l'azione pittorica come fatto concreto che porta l'assoluto silenzio di stesure monocrome ad incontrare il valore e il senso della fisicità oggettuale non solo intuita e lambita concettualmente, ma vissuta con ritmo sulla pelle stessa del dipinto.
Completa la mostra un catalogo biligue, in italiano e inglese, con testo critico di Matteo Galbiati.
Luoghi
http://www.depart.it 02 3653 5620
Orari: martedì - sabato dalle 10.30 alle 19.00