Giovanna Fra “Ipergrafie Come Giochi Virtuali”
A cura di: Testo di Marilisa Di Giovanni
Le numerose mostre hanno visto protagonista l’artista pavese Giovanna Fra, formatasi presso l’Accademia di Brera sotto la guida di Giovanni Maria Accame e Maurizio Bottarelli; ama fin dalle prime manifestazioni, esprimersi soprattutto con il colore che segue e tiene magistralmente sotto controllo in tutte le variazioni cromatiche affrontando un percorso di pittura d’azione che muove sciolte energie nello spazio.
(..) nelle ultime opere su grandi tele leggere sembra più costruire un dialogo suo personale tra sé e lo spazio delle tele: è il segno che nasce dal lavoro sull’immagine, fotografata, (forse una vaga suggestione dall’incontro con la “poesia visiva) espansa, dilatata, elaborata. Fino a perdere la sua forma primitiva e con una sorta di gioco solitario si diverte a comporre e scomporre. (..) L’opera nasce quasi da sé ma da un lavoro mentale, da una sperimentazione quasi “Work in progress”; è un lavoro più concettuale in cui il segno che dà origine diviene man mano altro, non più riconoscibile su cui spesso interviene la mano dell’artista con tracce che quasi ossessivamente ripercorrono e ripetono il segno. E’ un rapporto molto forte, incisivo con la tela leggera: c’è la volontà di lasciare non più la traccia o la levità dell’impronta, ma un segno caricato di intensità, quasi di presa di possesso, o di affermazione di una raggiunta libertà espressiva. A volte un piccolo elemento in un angolo viene ripetuto quasi ossessivamente e diventa una griglia che sembra imprigionare ma l’intervento della mano dell’artista imprime il proprio segno con una macchia di colore scuro che rompe con forza la tensione in cui gli elementi minimali l’avevano costretta.
A volte da una tela scura, muta, nasce una esplosione di luce bianca luminosa che ha la preziosità dei riflessi del diamante che sembra volere espandersi: è la durata dell’attimo, di una energia che si sprigiona con slancio ma che come un fuoco d’artificio si esaurisce (..)
(..) nelle ultime opere su grandi tele leggere sembra più costruire un dialogo suo personale tra sé e lo spazio delle tele: è il segno che nasce dal lavoro sull’immagine, fotografata, (forse una vaga suggestione dall’incontro con la “poesia visiva) espansa, dilatata, elaborata. Fino a perdere la sua forma primitiva e con una sorta di gioco solitario si diverte a comporre e scomporre. (..) L’opera nasce quasi da sé ma da un lavoro mentale, da una sperimentazione quasi “Work in progress”; è un lavoro più concettuale in cui il segno che dà origine diviene man mano altro, non più riconoscibile su cui spesso interviene la mano dell’artista con tracce che quasi ossessivamente ripercorrono e ripetono il segno. E’ un rapporto molto forte, incisivo con la tela leggera: c’è la volontà di lasciare non più la traccia o la levità dell’impronta, ma un segno caricato di intensità, quasi di presa di possesso, o di affermazione di una raggiunta libertà espressiva. A volte un piccolo elemento in un angolo viene ripetuto quasi ossessivamente e diventa una griglia che sembra imprigionare ma l’intervento della mano dell’artista imprime il proprio segno con una macchia di colore scuro che rompe con forza la tensione in cui gli elementi minimali l’avevano costretta.
A volte da una tela scura, muta, nasce una esplosione di luce bianca luminosa che ha la preziosità dei riflessi del diamante che sembra volere espandersi: è la durata dell’attimo, di una energia che si sprigiona con slancio ma che come un fuoco d’artificio si esaurisce (..)
Luoghi
http://www.galleriascogliodiquarto.com 0258317556 3485630381 3485630381
Aperto da martedì al sabato: dalle ore 17.00 alle 19.30. o per appuntamento