Gianni De Tora “Spazio, geometrie del tempo”
A cura di: Tiziana De Tora, Michelangelo Giovinale, Marco Papa
L’arte può, attraversare, interpretare, decodificare l’infinito matematico, risolvere il significato di un’articolata geometria, svelare agli occhi dell’uomo l’incanto di un segno che attraversa la purezza di una campitura che ha un colore d’infinito.
Da sabato 10 marzo al 14 aprile 2018, Palazzo delle Arti - Città di Capodrise - accoglie le opere di Gianni De Tora. La mostra dal titolo “Spazio, geometrie del tempo” a cura di Michelangelo Giovinale, Tiziana De Tora, Marco Papa, si inserisce nella ricchissima programmazione della rassegna 2017/28 dal titolo “In cerca del padre” che la Città di Capodrise da ottobre sta promuovendo, con un significativo riscontro di pubblico.
Un’indagine sulla crisi di valori e tradizioni della società contemporanea e delle conseguenze che tale crisi produce nelle nuove generazioni, sempre più disorientate nel progetto di costruzione di un futuro edificato sulla perdita di memoria e coscienza storica.
Un viaggio nell’arte contemporanea con un artista che, attraverso la pittura geometrica, si è interrogato, fino alla fine, sul senso della vita.
Con De Tora, la Città di Capodrise si avvia a compiere una ampia riflessione sul tema dello “spazio urbano”: luogo di equilibrio di forme e di contenuti, di memorie storiche e di visioni future.
Nel testo che accompagna la mostra scrive Michelangelo Giovinale, “rigoroso come un Leonardo Fibonacci dei tempi moderni, l’opera di De Tora è l’espressione di una complessa equazione, tra due contenuti o, meglio ancora, incognite, quasi sempre variabili fra l’uomo e lo spazio. Una ricerca che lo porterà negli anni a riflettere attraverso l’esperienza della pittura geometrica, sul senso della vita, frequentemente in precario equilibrio fra uno spazio tanto interiore quanto esteriore dell’uomo e del mondo.”
Attraversare l’opera di Gianni De Tora, fra scansioni ritmiche, intervallate da rette e campiture cromatiche che solidamente strutturano le sue opere, equivale a recuperare il senso di un viaggio, che vuole restituire all’uomo una visione del mondo umana, nell’esperienza di una pittura che per l’artista è stato un continuo dialogo con gli eventi del suo tempo e che torna, ancora oggi, attuale nel nostro.
Questa sua personale modalità di ordinare e dialogare con lo spazio, tanto visivo quanto mentale, prima ancora che essere un mero “fare ordine”, è una necessità che l’artista sente come recupero di una esigenza primaria della vita, in contrapposizione ad un “fare ordine” massivo che il pensiero moderno impone all’uomo, nel “disordine “globalizzato del mondo e della modernità.
Ed è, quella di Gianni De Tora, un’esperienza artistica che, avvalendosi di continui riferimenti matematici e articolati incastri geometrici, ci restituisce un profondo senso di libertà e, con essa, il recupero di forme esistenziali dell’uomo che riflettono una visione essenziale della vita, arcaica, scevra da compromessi.
Attraverso l’esperienza artistica di De Tora, la città di Capodrise, si avvia a riflettere sul tema dello “spazio urbano” che possa, nella sua evoluzione futura, essere luogo di equilibrio di forme e di contenuti, di memorie storiche e di nuove visioni future.
Un progetto a cui l’artista ha dedicato gran parte della sua ricerca artistica, in anni di intense lotte politiche e forti tensioni sociali, e che questa mostra ripropone, in un allestimento che porta all’attenzione del pubblico le sue ultime opere, tra cui “Art for peace” e “The World”. Due opere in carta intelata, del ciclo della serie sull’America, realizzate con la figlia Tiziana, prima della sua prematura scomparsa.
Prelevato dallo studio dell’artista, sarà esposto in mostra, il suo tavolo da lavoro. Conserva intatti i segni del suo percorso artistico, stratificati nel tempo. Ed anche nel disordine e nella casualità, propri di un tavolo d’artista, resistono, con preciso rigore, i resti della sua pittura, come note a margine di un foglio.
La descrizione, che dà di questo tavolo, Marco Papa, è quella di un “Pollock geometrico”.
Una definizione appropriata che coniuga due polarità della vita di Gianni De Tora: il suo essere uomo mediterraneo, con il suo inseparabile “panama bianco”, e il suo vivere nel rigore geometrico che l’artista ha saputo portare ,compiutamente, a estrema sintesi.
Tiziana, unica figlia di Gianni De Tora, raccoglie il desiderio del padre di completare questo suo ultimo ciclo di lavori, destinati agli Stati Uniti. La stesura di colori primari si innesta in quelli secondari, in un scenario di verticalità che struttura le due opere. E’ quasi lo sviluppo di una pellicola cinematografica impressa nella memorie dell’artista, con il ricordo al crollo delle “Torri Gemelle”, in un’opera e la rievocazione, nell’altra, della scalata di King Kong, nel film di Guillermin del 1976. Contrasti, paradossi della modernità, citazioni di storia, di sociale, di immagini che interrogano l’artista come punti di domanda.
Ancora una volta ritorna un quesito, una equazione da risolvere. quale sarà il nostro futuro?
Restano le due varianti: l’uomo e lo spazio.
La mostra, si avvale della collaborazione di ArtStudio'93, che intende sensibilizzare l'opinione pubblica su tematiche di attualità attraverso la promozione di eventi di arte, e del patrocinio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Caserta, da sempre sensibile al recupero dello spazio, materiale e immateriale della città e dell’uomo e di “Italia Nostra” sez. di Caserta, che sul territorio esercita un’azione di tutela del bene storico e artistico.
La presenza delle opere di Gianni De Tora, faranno da cornice, sabato 24 marzo 2018, alle ore 17.30, ad un ulteriore momento di approfondimento. Una conversazione a più voci dal titolo “La città visibile: verso Capodrise contemporanea”, sul tema dell’arte nell’urbano, con la presentazione di un’opera di Ugo Cardasco donata alla città e la proiezione di un cortometraggio in cui Tiziana De Tora racconta, inediti di suo padre Gianni.
Lo sguardo intenso di Gianni De Tora accompagna il manifesto della mostra che si avvale di uno scatto fotografico di Mimmo Jodice, artista di fama internazionale.
Da sabato 10 marzo al 14 aprile 2018, Palazzo delle Arti - Città di Capodrise - accoglie le opere di Gianni De Tora. La mostra dal titolo “Spazio, geometrie del tempo” a cura di Michelangelo Giovinale, Tiziana De Tora, Marco Papa, si inserisce nella ricchissima programmazione della rassegna 2017/28 dal titolo “In cerca del padre” che la Città di Capodrise da ottobre sta promuovendo, con un significativo riscontro di pubblico.
Un’indagine sulla crisi di valori e tradizioni della società contemporanea e delle conseguenze che tale crisi produce nelle nuove generazioni, sempre più disorientate nel progetto di costruzione di un futuro edificato sulla perdita di memoria e coscienza storica.
Un viaggio nell’arte contemporanea con un artista che, attraverso la pittura geometrica, si è interrogato, fino alla fine, sul senso della vita.
Con De Tora, la Città di Capodrise si avvia a compiere una ampia riflessione sul tema dello “spazio urbano”: luogo di equilibrio di forme e di contenuti, di memorie storiche e di visioni future.
Nel testo che accompagna la mostra scrive Michelangelo Giovinale, “rigoroso come un Leonardo Fibonacci dei tempi moderni, l’opera di De Tora è l’espressione di una complessa equazione, tra due contenuti o, meglio ancora, incognite, quasi sempre variabili fra l’uomo e lo spazio. Una ricerca che lo porterà negli anni a riflettere attraverso l’esperienza della pittura geometrica, sul senso della vita, frequentemente in precario equilibrio fra uno spazio tanto interiore quanto esteriore dell’uomo e del mondo.”
Attraversare l’opera di Gianni De Tora, fra scansioni ritmiche, intervallate da rette e campiture cromatiche che solidamente strutturano le sue opere, equivale a recuperare il senso di un viaggio, che vuole restituire all’uomo una visione del mondo umana, nell’esperienza di una pittura che per l’artista è stato un continuo dialogo con gli eventi del suo tempo e che torna, ancora oggi, attuale nel nostro.
Questa sua personale modalità di ordinare e dialogare con lo spazio, tanto visivo quanto mentale, prima ancora che essere un mero “fare ordine”, è una necessità che l’artista sente come recupero di una esigenza primaria della vita, in contrapposizione ad un “fare ordine” massivo che il pensiero moderno impone all’uomo, nel “disordine “globalizzato del mondo e della modernità.
Ed è, quella di Gianni De Tora, un’esperienza artistica che, avvalendosi di continui riferimenti matematici e articolati incastri geometrici, ci restituisce un profondo senso di libertà e, con essa, il recupero di forme esistenziali dell’uomo che riflettono una visione essenziale della vita, arcaica, scevra da compromessi.
Attraverso l’esperienza artistica di De Tora, la città di Capodrise, si avvia a riflettere sul tema dello “spazio urbano” che possa, nella sua evoluzione futura, essere luogo di equilibrio di forme e di contenuti, di memorie storiche e di nuove visioni future.
Un progetto a cui l’artista ha dedicato gran parte della sua ricerca artistica, in anni di intense lotte politiche e forti tensioni sociali, e che questa mostra ripropone, in un allestimento che porta all’attenzione del pubblico le sue ultime opere, tra cui “Art for peace” e “The World”. Due opere in carta intelata, del ciclo della serie sull’America, realizzate con la figlia Tiziana, prima della sua prematura scomparsa.
Prelevato dallo studio dell’artista, sarà esposto in mostra, il suo tavolo da lavoro. Conserva intatti i segni del suo percorso artistico, stratificati nel tempo. Ed anche nel disordine e nella casualità, propri di un tavolo d’artista, resistono, con preciso rigore, i resti della sua pittura, come note a margine di un foglio.
La descrizione, che dà di questo tavolo, Marco Papa, è quella di un “Pollock geometrico”.
Una definizione appropriata che coniuga due polarità della vita di Gianni De Tora: il suo essere uomo mediterraneo, con il suo inseparabile “panama bianco”, e il suo vivere nel rigore geometrico che l’artista ha saputo portare ,compiutamente, a estrema sintesi.
Tiziana, unica figlia di Gianni De Tora, raccoglie il desiderio del padre di completare questo suo ultimo ciclo di lavori, destinati agli Stati Uniti. La stesura di colori primari si innesta in quelli secondari, in un scenario di verticalità che struttura le due opere. E’ quasi lo sviluppo di una pellicola cinematografica impressa nella memorie dell’artista, con il ricordo al crollo delle “Torri Gemelle”, in un’opera e la rievocazione, nell’altra, della scalata di King Kong, nel film di Guillermin del 1976. Contrasti, paradossi della modernità, citazioni di storia, di sociale, di immagini che interrogano l’artista come punti di domanda.
Ancora una volta ritorna un quesito, una equazione da risolvere. quale sarà il nostro futuro?
Restano le due varianti: l’uomo e lo spazio.
La mostra, si avvale della collaborazione di ArtStudio'93, che intende sensibilizzare l'opinione pubblica su tematiche di attualità attraverso la promozione di eventi di arte, e del patrocinio dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Caserta, da sempre sensibile al recupero dello spazio, materiale e immateriale della città e dell’uomo e di “Italia Nostra” sez. di Caserta, che sul territorio esercita un’azione di tutela del bene storico e artistico.
La presenza delle opere di Gianni De Tora, faranno da cornice, sabato 24 marzo 2018, alle ore 17.30, ad un ulteriore momento di approfondimento. Una conversazione a più voci dal titolo “La città visibile: verso Capodrise contemporanea”, sul tema dell’arte nell’urbano, con la presentazione di un’opera di Ugo Cardasco donata alla città e la proiezione di un cortometraggio in cui Tiziana De Tora racconta, inediti di suo padre Gianni.
Lo sguardo intenso di Gianni De Tora accompagna il manifesto della mostra che si avvale di uno scatto fotografico di Mimmo Jodice, artista di fama internazionale.
Luoghi
http://www.palazzodellearti.net/ 3666212013