Francesco del Drago. Parlare con il colore
A cura di: Pietro Ruffo - consulenza scientifica di Elena del Drago
«Fino al tempo di Matisse e Picasso, i pittori creavano quadri che servivano per essere visti dall'occhio. Oggi cerchiamo di agire direttamente sulla trasmissione dalla retina all'area cerebrale, ed io personalmente sull'area gratificante delle sinapsi edoniche».
Ad esprimersi così è stato Francesco del Drago, l’artista di cui il Museo Carlo Bilotti annuncia la prima retrospettiva per l’inizio dell’anno prossimo, esattamente a partire dal 18 gennaio 2017.
A curare questa attesissima mostra è Pietro Ruffo, il giovane artista romano riconosciuto dal mondo dell’arte come uno degli artisti Italiani più interessanti, con la consulenza scientifica di Elena del Drago.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Francesco del Drago, nato a Roma nel 1920 e morto nel 2011 ha percorso quasi un secolo di storia da protagonista, partecipando attivamente e con passione tanto alle trasformazioni artistiche che si sono susseguite nel Novecento, quanto ai cambiamenti politici. Ha tenuto numerose mostre a partire dalla partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1954, ed è presente in molte collezioni pubbliche e private soprattutto europee e statunitensi.
Intellettuale rigoroso e straordinario artista, indagò a lungo la fenomenologia del colore giungendo all’elaborazione del “Nuovo Cerchio Cromatico”. I contrasti cromatici e la giustapposizione di determinate forme concorrono nel creare uno stato di eccitazione nelle aree cerebrali deputate alla visione.
Le sue ricerche teoriche sono state oggetto di conferenze in molte università del mondo, ma anche di scambio con i numerosi amici artisti: tra gli altri Guttuso e Birolli in Italia, Picasso, Pignon, Matta e i maestri del colore francese come Herbin e Dewasne a Parigi, dove si trasferì nel 1951. Esperienza francese particolarmente rilevante nel suo percorso, tanto che lo storico dell’arteNello Ponente scrisse: “Del Drago porta aventi tutti gli sviluppi della pittura contemporanea e in modo particolare quelli della tradizione francese.”
La mostra pensata da Pietro Ruffo per il Museo Bilotti presenterà una selezione di opere astratte fondamentali, che consentiranno di entrare nel pensiero e nella pratica artistica di Francesco del Drago.
Seguendo un percorso a ritroso, la mostra all’Aranciera comincerà con le ultime opere realizzate dall’artista, commoventi nello sforzo di ampliare ulteriormente la gamma cromatica, per poi concentrarsi sugli imponenti polittici astratti, summa dell’intera ricerca di Del Drago.
Di del Drago, sarà evidenziata anche la statura di teorico, i suoi studi sul colore strettamente connessi alle più recenti scoperte matematiche attraverso una ricca selezione di documenti, filmati ed esperimenti.
Particolarmente interessante è infatti la possibilità di passare dai risultati estetici alle premesse teoriche in un processo che consente di approfondire le problematiche dell’arte astratta de Novecento e, segnatamente, quelle riguardanti il colore. Non a caso la ricerca di Francesco del Drago ha influenzato profondamente l’utilizzo cromatico delle generazioni successive, ma anche nel mondo della grafica, della pubblicità e del cinema.
Ad esprimersi così è stato Francesco del Drago, l’artista di cui il Museo Carlo Bilotti annuncia la prima retrospettiva per l’inizio dell’anno prossimo, esattamente a partire dal 18 gennaio 2017.
A curare questa attesissima mostra è Pietro Ruffo, il giovane artista romano riconosciuto dal mondo dell’arte come uno degli artisti Italiani più interessanti, con la consulenza scientifica di Elena del Drago.
La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Francesco del Drago, nato a Roma nel 1920 e morto nel 2011 ha percorso quasi un secolo di storia da protagonista, partecipando attivamente e con passione tanto alle trasformazioni artistiche che si sono susseguite nel Novecento, quanto ai cambiamenti politici. Ha tenuto numerose mostre a partire dalla partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1954, ed è presente in molte collezioni pubbliche e private soprattutto europee e statunitensi.
Intellettuale rigoroso e straordinario artista, indagò a lungo la fenomenologia del colore giungendo all’elaborazione del “Nuovo Cerchio Cromatico”. I contrasti cromatici e la giustapposizione di determinate forme concorrono nel creare uno stato di eccitazione nelle aree cerebrali deputate alla visione.
Le sue ricerche teoriche sono state oggetto di conferenze in molte università del mondo, ma anche di scambio con i numerosi amici artisti: tra gli altri Guttuso e Birolli in Italia, Picasso, Pignon, Matta e i maestri del colore francese come Herbin e Dewasne a Parigi, dove si trasferì nel 1951. Esperienza francese particolarmente rilevante nel suo percorso, tanto che lo storico dell’arteNello Ponente scrisse: “Del Drago porta aventi tutti gli sviluppi della pittura contemporanea e in modo particolare quelli della tradizione francese.”
La mostra pensata da Pietro Ruffo per il Museo Bilotti presenterà una selezione di opere astratte fondamentali, che consentiranno di entrare nel pensiero e nella pratica artistica di Francesco del Drago.
Seguendo un percorso a ritroso, la mostra all’Aranciera comincerà con le ultime opere realizzate dall’artista, commoventi nello sforzo di ampliare ulteriormente la gamma cromatica, per poi concentrarsi sugli imponenti polittici astratti, summa dell’intera ricerca di Del Drago.
Di del Drago, sarà evidenziata anche la statura di teorico, i suoi studi sul colore strettamente connessi alle più recenti scoperte matematiche attraverso una ricca selezione di documenti, filmati ed esperimenti.
Particolarmente interessante è infatti la possibilità di passare dai risultati estetici alle premesse teoriche in un processo che consente di approfondire le problematiche dell’arte astratta de Novecento e, segnatamente, quelle riguardanti il colore. Non a caso la ricerca di Francesco del Drago ha influenzato profondamente l’utilizzo cromatico delle generazioni successive, ma anche nel mondo della grafica, della pubblicità e del cinema.
Luoghi
www.museocarlobilotti.it 06 0608
Orario: mart-ven 10-16, sab e dom 10-19