Fernando Andolcetti. Poesia
A cura di: Mario Commone
IL GABBIANO arte contemporanea della Spezia presenta una nuova mostra personale di Fernando Andolcetti, uno dei soci fondatori della galleria nel lontano 1968 e suo attuale Presidente. L’artista, nonché musicista e concertista, non è nuovo a cambiamenti nel suo linguaggio artistico, pur restando fedele alla interazione tra immagini, parole e scrittura musicale; dove le prime in questa serie di lavori tendono praticamente quasi a scomparire, lasciando campo quindi ad un linguaggio quasi del tutto ‘concreto’ musicale.
<< In esergo a un suo significativo libro di vent’anni fa Giorgio Manacorda sceglie una citazione di Gottfried Benn: <>. Per la poesia. Manifesto del Pensiero Emotivo è il titolo di quel libro, edito nel 1993 da Editori Riuniti; la poesia è l’argomento di cui vogliamo occuparci.
Poesia – latino pŏēsis – deriva dal termine greco ποίησις (poièsis), che attiene a poiéo (ποιέω), inventare, comporre, fare, produrre; la poesia con l’accezione quindi di “creazione”, “costruzione”, comunica un messaggio, il significato semantico delle parole insieme al suono e al ritmo che queste impongono alle frasi; la poesia ha quindi in sé alcuni requisiti della musica, particolare che in questa sede, viste le pratiche e la produzione plurima dell’autore, ci interessa molto.
Le immagini poetiche visive di Fernando Andolcetti, anche se propriamente tali non sono – siamo, in effetti, nei pressi della poesia concreta, ma avremo modo di accennarne –, alludono a pensieri, significati precisi; intuizioni.
Vocalises-tu? (Fai i vocalizzi?), “pagina” nella quale compare solo questa domanda, figurata da una font senza grazie, “ritagliata” nero su bianco, dove però le vocali sono in bold rispetto al resto del testo e come note musicali sono ripetute al di sopra o al di sotto della linea di scrittura, come seguendo le altre righe parallele di un pentagramma immaginario, contiene tutte e cinque le vocali; la tecnica del vocalizzo è usata dai cantanti per modulare la voce proprio sulle cinque vocali. Un gioco tautologico oltre che onomatopeico e ripetitivo. E così via.
[…]
Le opere di Andolcetti mostrano senza pudore alcuno quindi, oltre al contenuto, la loro composizione strutturale, esemplificata, come comunemente nel suo lavoro, dalla tecnica del collage. Il suo lavoro da decenni è “radicato” (Senza titolo) nell’humus di tutte le correnti artistiche variamente denominate e geograficamente collocate che vanno dalla poesia concreta alla poesia visiva, in una parola sperimentale, con le diverse accezioni che ciascuna denominazione comporta, ma con la comune inequivocabile genesi riconducibile alle avanguardie storiche. Non a caso però dal titolo che identifica questa serie di nuovi lavori cadono gli eventuali aggettivi descrittivi, mostrando la volontà dell’autore di aprirsi alle varie interpretazioni possibili, un’opera aperta, incondizionata.
In particolare ci interessa porre però l’accento in questo nuovo capitolo del lavoro visuale del nostro artista musicista, la tangenza con la poesia concreta, quale esercizio rigoroso di ricostruzione della struttura poetica con il mezzo tipico del carattere tipografico (leggasi in questa sede collage), tipico di questa poetica senza concessione alcuna alla figura.
“Il principio della poesia è il linguaggio”, sembra infatti pronunciare Fernando Andolcetti, tradotto con la sua innocente prepotenza – intesa come prontezza e freschezza di ispirazione e intuizione, che qualifica il suo lavoro da sempre –, reso, sul solco di un percorso assolutamente coerente, ogni volta nuovo e sorprendente, sull’onda di un’autentica emotività poetica, come un’impronta digitale>>.
mario commone
<< In esergo a un suo significativo libro di vent’anni fa Giorgio Manacorda sceglie una citazione di Gottfried Benn: <>. Per la poesia. Manifesto del Pensiero Emotivo è il titolo di quel libro, edito nel 1993 da Editori Riuniti; la poesia è l’argomento di cui vogliamo occuparci.
Poesia – latino pŏēsis – deriva dal termine greco ποίησις (poièsis), che attiene a poiéo (ποιέω), inventare, comporre, fare, produrre; la poesia con l’accezione quindi di “creazione”, “costruzione”, comunica un messaggio, il significato semantico delle parole insieme al suono e al ritmo che queste impongono alle frasi; la poesia ha quindi in sé alcuni requisiti della musica, particolare che in questa sede, viste le pratiche e la produzione plurima dell’autore, ci interessa molto.
Le immagini poetiche visive di Fernando Andolcetti, anche se propriamente tali non sono – siamo, in effetti, nei pressi della poesia concreta, ma avremo modo di accennarne –, alludono a pensieri, significati precisi; intuizioni.
Vocalises-tu? (Fai i vocalizzi?), “pagina” nella quale compare solo questa domanda, figurata da una font senza grazie, “ritagliata” nero su bianco, dove però le vocali sono in bold rispetto al resto del testo e come note musicali sono ripetute al di sopra o al di sotto della linea di scrittura, come seguendo le altre righe parallele di un pentagramma immaginario, contiene tutte e cinque le vocali; la tecnica del vocalizzo è usata dai cantanti per modulare la voce proprio sulle cinque vocali. Un gioco tautologico oltre che onomatopeico e ripetitivo. E così via.
[…]
Le opere di Andolcetti mostrano senza pudore alcuno quindi, oltre al contenuto, la loro composizione strutturale, esemplificata, come comunemente nel suo lavoro, dalla tecnica del collage. Il suo lavoro da decenni è “radicato” (Senza titolo) nell’humus di tutte le correnti artistiche variamente denominate e geograficamente collocate che vanno dalla poesia concreta alla poesia visiva, in una parola sperimentale, con le diverse accezioni che ciascuna denominazione comporta, ma con la comune inequivocabile genesi riconducibile alle avanguardie storiche. Non a caso però dal titolo che identifica questa serie di nuovi lavori cadono gli eventuali aggettivi descrittivi, mostrando la volontà dell’autore di aprirsi alle varie interpretazioni possibili, un’opera aperta, incondizionata.
In particolare ci interessa porre però l’accento in questo nuovo capitolo del lavoro visuale del nostro artista musicista, la tangenza con la poesia concreta, quale esercizio rigoroso di ricostruzione della struttura poetica con il mezzo tipico del carattere tipografico (leggasi in questa sede collage), tipico di questa poetica senza concessione alcuna alla figura.
“Il principio della poesia è il linguaggio”, sembra infatti pronunciare Fernando Andolcetti, tradotto con la sua innocente prepotenza – intesa come prontezza e freschezza di ispirazione e intuizione, che qualifica il suo lavoro da sempre –, reso, sul solco di un percorso assolutamente coerente, ogni volta nuovo e sorprendente, sull’onda di un’autentica emotività poetica, come un’impronta digitale>>.
mario commone
Luoghi
0187733000 3338299027
orario martedì – sabato 17.00–20.00 | domenica, lunedì e festivi chiuso ingresso libero | Accessibile autonomamente ai disabili