Fausto Melotti. Dagli Anni '60 agli '80
A cura di: Testo di Francesco Poli
Protagonista dell’astrattismo negli anni Trenta, raffinato ceramista negli anni del dopoguerra, e inventore di affascinanti e straordinarie costruzioni plastiche dagli anni Sessanta fino alla morte (1986), Fausto Melotti è uno dei pochi maestri italiani della sua generazione di riconosciuto valore internazionale.
Caratterizzata, con varie modulazioni, da un nitido rigore geometrico matematico, da una profonda consonanza con i valori contrappuntistici e armonici musicali, da un delicato e intenso lirismo poetico e da suggestivi riferimenti ai miti classici, la scultura liberamente astratta e figurativa dell’artista di Rovereto è un inno alla levità e eleganza segnica e formale, alla forza espressiva dell’aerea fragilità dei materiali e dei colori, all’ironico gioco degli equilibri instabili, al singolare talento per composizioni di teatralità minimale e per sorprendenti incursioni nei territori dell’immaginario fantastico e visionario.
Le sue opere, e in particolare i suoi assemblage fatti di sottili elementi metallici saldati e anche di fluttanti pezzi di tessuti dipinti, più che sculture in senso tradizionale si possono definire come disegni tridimensionali nello spazio. Ed è per questo motivo (e per le caratteristiche peculiari del suo linguaggio) che i suoi lavori su carta sono, più che per la maggioranza degli altri artisti, un aspetto fondamentale del processo di creazione di Melotti, non un tipo di produzione minore. È attraverso i disegni a graffite, le tempere colorate e le tecniche miste che l’artista da forma alle sue idee, mette a punto i ritmi lineari e le vibrazioni cromatiche, fa nascere l’essenza incantata delle sue immagini, studia le sue composizioni, traccia gli elementi essenziali delle sue impalpabili trame narrative, utilizzando la bianca superficie dei fogli come spazio bidimensionale che virtualmente si libra nella terza dimensione.
E comunque, anche se la connessione con le sculture è sempre molto intima anche quando le valenze pittoriche sono più accentuate, quelle su carta sono opere che hanno una loro specifica identità autonoma. Tutti questi aspetti emergono con chiarezza nell’accurata selezione di venticinque opere su carta (realizzate dagli anni’60 agli anni’80) che la Galleria Roccatre presenta in mostra. Insieme ai disegni a matita e carboncino, ai pastelli, alle tempere, e alle tecniche miste, sono esposte anche alcune notevoli sculture.(catalogo in mostra e comunicato stampa a cura di Francesco Poli)
Caratterizzata, con varie modulazioni, da un nitido rigore geometrico matematico, da una profonda consonanza con i valori contrappuntistici e armonici musicali, da un delicato e intenso lirismo poetico e da suggestivi riferimenti ai miti classici, la scultura liberamente astratta e figurativa dell’artista di Rovereto è un inno alla levità e eleganza segnica e formale, alla forza espressiva dell’aerea fragilità dei materiali e dei colori, all’ironico gioco degli equilibri instabili, al singolare talento per composizioni di teatralità minimale e per sorprendenti incursioni nei territori dell’immaginario fantastico e visionario.
Le sue opere, e in particolare i suoi assemblage fatti di sottili elementi metallici saldati e anche di fluttanti pezzi di tessuti dipinti, più che sculture in senso tradizionale si possono definire come disegni tridimensionali nello spazio. Ed è per questo motivo (e per le caratteristiche peculiari del suo linguaggio) che i suoi lavori su carta sono, più che per la maggioranza degli altri artisti, un aspetto fondamentale del processo di creazione di Melotti, non un tipo di produzione minore. È attraverso i disegni a graffite, le tempere colorate e le tecniche miste che l’artista da forma alle sue idee, mette a punto i ritmi lineari e le vibrazioni cromatiche, fa nascere l’essenza incantata delle sue immagini, studia le sue composizioni, traccia gli elementi essenziali delle sue impalpabili trame narrative, utilizzando la bianca superficie dei fogli come spazio bidimensionale che virtualmente si libra nella terza dimensione.
E comunque, anche se la connessione con le sculture è sempre molto intima anche quando le valenze pittoriche sono più accentuate, quelle su carta sono opere che hanno una loro specifica identità autonoma. Tutti questi aspetti emergono con chiarezza nell’accurata selezione di venticinque opere su carta (realizzate dagli anni’60 agli anni’80) che la Galleria Roccatre presenta in mostra. Insieme ai disegni a matita e carboncino, ai pastelli, alle tempere, e alle tecniche miste, sono esposte anche alcune notevoli sculture.(catalogo in mostra e comunicato stampa a cura di Francesco Poli)
Luoghi
www.galleriaroccatre.com 011 836765 011 836765
orario: dal martedì al sabato: 10.30-12.30 e 15.30-19.30 ingresso libero