Ernesto Tatafiore - Paesaggi
L’esposizione raccoglie venticinque opere su tela e carta, oltre ad un’incisione realizzata ad hoc per l’occasione presso il Laboratorio di Nola di Vittorio Avella e Antonio Sgambati, con i temi e soggetti da sempre nella cifra stilistica dell’artista, dai paesaggi lunari della sua Napoli ai ritratti femminili erotici, giocosi, in movimento a quelli di eroi antichi e moderni come Masaniello e Shakespeare. “Contenitori di scene di amore o violenza – spiega il Maestro Tatafiore – vivi, se si viaggia con la luce del sole o neri di notte freddi, lunari, artici. Segni residuali sopravvissuti del bisogno di guardare oltre il muro della casa, oltre la fisicità della tela. Il grigio contiene vari colori quindi è la complessità vitale; il giallo canta la luce, la forza dell’emozioni visibili”.
Il tutto realizzato attraverso “l’impiego di un’intenzionale leggerezza stilistica, portato di un atteggiamento culturale che cerca non di rimuovere la complessità quanto piuttosto di metterla in scena nell’essenzialità dell’immagine” come suggerisce Achille Bonito Oliva nel testo critico del catalogo della Mostra. “Nell’ambito della transavanguardia italiana – scrive il critico – Ernesto Tatafiore rappresenta l’innesto di un sentimento illuminista dell’arte, una linea che trova il suo retroterra culturale nell’ambito della cultura napoletana. Tatafiore costruisce l’immagine come una costellazione aperta e nello stesso tempo interrotta da molti flussi fantastici. La chiarezza concettuale è evidenziata dall’impiego costante di una pittura disegnata, da forme piatte e conchiuse che restituiscono a tutto tondo i riferimenti alla realtà esterna: la figura mitica di Masaniello, quella del Vesuvio, d’innumerevoli tracce di un territorio antropologico che è quello della cultura mediterranea e in particolare napoletana con affondi verso altre referenze che vagano da Voltaire a Mozart, un universo di limpidezza e di luminosa creatività. Tale chiarezza naturalmente fa corto circuito con altri fattori derivanti dalla turbolenza culturale della pittura moderna che mette in contatto fra loro elementi estranei, flussi improvvisi della fantasia e oggetti estranei. In tal modo Tatafiore inverte il senso lineare delle cose, le relazioni tradizionali tra loro, provocando un attacco al senso comune”.
Il tutto realizzato attraverso “l’impiego di un’intenzionale leggerezza stilistica, portato di un atteggiamento culturale che cerca non di rimuovere la complessità quanto piuttosto di metterla in scena nell’essenzialità dell’immagine” come suggerisce Achille Bonito Oliva nel testo critico del catalogo della Mostra. “Nell’ambito della transavanguardia italiana – scrive il critico – Ernesto Tatafiore rappresenta l’innesto di un sentimento illuminista dell’arte, una linea che trova il suo retroterra culturale nell’ambito della cultura napoletana. Tatafiore costruisce l’immagine come una costellazione aperta e nello stesso tempo interrotta da molti flussi fantastici. La chiarezza concettuale è evidenziata dall’impiego costante di una pittura disegnata, da forme piatte e conchiuse che restituiscono a tutto tondo i riferimenti alla realtà esterna: la figura mitica di Masaniello, quella del Vesuvio, d’innumerevoli tracce di un territorio antropologico che è quello della cultura mediterranea e in particolare napoletana con affondi verso altre referenze che vagano da Voltaire a Mozart, un universo di limpidezza e di luminosa creatività. Tale chiarezza naturalmente fa corto circuito con altri fattori derivanti dalla turbolenza culturale della pittura moderna che mette in contatto fra loro elementi estranei, flussi improvvisi della fantasia e oggetti estranei. In tal modo Tatafiore inverte il senso lineare delle cose, le relazioni tradizionali tra loro, provocando un attacco al senso comune”.
Luoghi
www.marteonline.com 089 9481133 089 9481144
orario: tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 18 alle ore 21. Ingresso gratuito.