Claudio Palmieri, Natural-mente. Opere dal 1985 al 2015
È ancora possibile nel XXI secolo godere pienamente della bellezza della natura? Come recuperare con essa un rapporto autentico quando lo sviluppo economico e tecnologico trascina verso dimensioni di vita sempre più artificiali?
Sono questi gli spunti di riflessione che vuole suggerire Claudio Palmieri con la sua mostra Natural-mente. Opere dal 1985 al 2015, al Museo Bilotti dall’8 febbraio al 12 aprile 2015, promossa da Roma Capitale Assessorato alla Cultura Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina, con la cura di Ilaria Schiaffini. I Servizi Museali sono di Zètema Progetto Cultura.
Formatosi nel clima di ritorno alla pittura sviluppatosi a Roma negli anni Ottanta attorno alla galleria L’Attico, Palmieri ha partecipato a importanti premi e rassegne espositive nazionali e internazionali (la Biennale di Venezia nel 1986, la Quadriennale di Roma nel 1996, la mostra itinerante in Giappone La scultura italiana del XX secolo nel 2001) e ha realizzato sculture monumentali in diversi comuni italiani (tra cui Vesta a Roma).
In questa occasione, la seconda mostra personale in una istituzione pubblica dopo quella alla Galleria Civica di Modena del 1993, presenta una quarantina di quadri, alcune sculture e una selezione di fotografie che rappresentano trent’anni di ricerca inquieta e originale, in bilico tra seduzione della materia e distacco concettuale, tra esuberanza cromatica e contenimento geometrico.
Le opere esposte mostrano come l’eredità della grande tradizione barocca e informale abbia saputo misurarsi con uno sguardo moderno, capace di integrare l’illusionismo naturalistico del passato con la simulazione provocata dai prelievi oggettuali, dall’uso di prodotti sintetici e dalle manipolazioni dell’immagine fotografica.
Grazie alla sperimentazione continua di procedimenti e materiali diversi, sempre sorretta da una straordinaria abilità tecnica, Palmieri attinge a una dimensione originaria della natura, intercettando con istintiva sapienza l’energia luminosa e i residui fisici di un processo in fieri che sfugge alla comprensione razionale. I ricordi del mondo visibile, spesso decantati in iconografie scarnificate, sono rielaborati e inseriti in un nuovo ordine, quello dell’arte, volto a ricomprendere suggestioni romanticamente immersive in una visione moderna e non nostalgica, alla quale allude il titolo della mostra.
Per il Museo Bilotti, immerso nel verde di Villa Borghese, Palmieri ha realizzato un intervento site-specific di fronte al bellissimo Ninfeo seicentesco. Un’installazione scultorea e una serie di tele di 4 metri che creano un dialogo di grande potenza espressiva con il ninfeo e con la sua storia, testimoniata dall’antico nome dell’edificio, “Casino dei Giuochi d’Acqua”.
Il catalogo della mostra, Campisano Editore, è arricchito da testi di Ilaria Schiaffini, Fabio Sargentini, Claudio Spadoni, Flaminio Gualdoni.
Luoghi
www.museocarlobilotti.it 06 0608
Orario: mart-ven 10-16, sab e dom 10-19