Claudio Costa - Guido Nosari. Dialoghi a distanza
A cura di: Maria Cilena Sanguini e Roberto Borghi
Ad accomunare i lavori di Claudio Costa e quelli di Guido Nosari è il richiamo a una dimensione arcaica, a una condizione remota che, attraverso la creazione artistica, sembra potersi difendere dalla consunzione del tempo, ma anche il gusto del tratto primordiale e massimamente espressivo, del segno che acquista progressivamente spessore, sino a diventare rilievo od oggetto, e che attinge sia la sua forza sia le sue forme da un immaginario ancestrale.
Claudio Costa (Tirana 1942 - Genova 1995) realizza le sue prime opere (disegni e dipinti di matrice informale) all'inizio degli anni Sessanta. Dopo un lungo soggiorno a Parigi, nel corso del quale approfondisce le tecniche del collage e del rilievo, la sua ricerca si orienta verso tipologie e utilizzi dei materiali in sintonia con (e per certi versi in anticipo su) quelli dell'Arte Povera. La sua prima personale si tiene peraltro nel 1969 presso la Galleria La Bertesca di Genova, cioè nello stesso anno e nel medesimo spazio espositivo in cui avviene l'esordio del gruppo sostenuto da Germano Celant. Nel 1970 pubblica "Evoluzione-Involuzione (il tempo trasportato, lo spazio perduto)", un libro in cui traccia i primi parametri di un'"arte antropologica" intesa come "ricerca primaria di un'identità da ritrovare".
L'interesse per l'antropologia culturale lo spinge a compiere frequenti viaggi in Africa e, nello stesso tempo, a riscoprire riti e miti contadini della Liguria, documentati nel "Museo di Antropologia Attiva" che fonda a Monteghirfo, vicino a Genova. Nel 1976, con la partecipazione alla sesta edizione di Documenta a Kassel, si chiude il ciclo strettamente antropologico e ha inizio una "fase alchemica" nella quale i principi dell'"arte della trasmutazione" ispirano una pittura visionaria e di grande impatto scenografico. La partecipazione alla Biennale di Venezia del 1986 suggella la conclusione anche di questo periodo creativo, al quale fa seguito un ritorno ai temi preistorici e all'indagine sulla cultura contadina. Presso la galleria Maria Cilena, Claudio Costa ha tenuto due personali: la prima, intitolata "L'assedio instancabile del fare", nel 1990; la seconda, intitolata "Oltre il disegno ", nel 1995.
Guido Nosari, nome d’arte Madre è nato a Bergamo nel 1984, ha tenuto la sua prima personale presso la Galleria 111 di Bergamo. Ha inoltre partecipato all'edizione 2011 di "Giorni felici", la mostra che si tiene ogni anno presso Casa Testori di Novate (Milano). Le sue opere sono state esposte presso l'Associazione Culturale Idea Vita di Vespolate (Novara) e a Milano presso lo Spazio Bigli, la Galleria Obraz e l'Archivio Ricerca Visiva.
I suoi dipinti gestuali, traboccanti di materia pittorica e per lo più di grande formato, riportano spesso ricami e frammenti di tessuti. La sua poetica coniuga lo scavo in una memoria autobiografica con una forte inquietudine metafisica.
Claudio Costa (Tirana 1942 - Genova 1995) realizza le sue prime opere (disegni e dipinti di matrice informale) all'inizio degli anni Sessanta. Dopo un lungo soggiorno a Parigi, nel corso del quale approfondisce le tecniche del collage e del rilievo, la sua ricerca si orienta verso tipologie e utilizzi dei materiali in sintonia con (e per certi versi in anticipo su) quelli dell'Arte Povera. La sua prima personale si tiene peraltro nel 1969 presso la Galleria La Bertesca di Genova, cioè nello stesso anno e nel medesimo spazio espositivo in cui avviene l'esordio del gruppo sostenuto da Germano Celant. Nel 1970 pubblica "Evoluzione-Involuzione (il tempo trasportato, lo spazio perduto)", un libro in cui traccia i primi parametri di un'"arte antropologica" intesa come "ricerca primaria di un'identità da ritrovare".
L'interesse per l'antropologia culturale lo spinge a compiere frequenti viaggi in Africa e, nello stesso tempo, a riscoprire riti e miti contadini della Liguria, documentati nel "Museo di Antropologia Attiva" che fonda a Monteghirfo, vicino a Genova. Nel 1976, con la partecipazione alla sesta edizione di Documenta a Kassel, si chiude il ciclo strettamente antropologico e ha inizio una "fase alchemica" nella quale i principi dell'"arte della trasmutazione" ispirano una pittura visionaria e di grande impatto scenografico. La partecipazione alla Biennale di Venezia del 1986 suggella la conclusione anche di questo periodo creativo, al quale fa seguito un ritorno ai temi preistorici e all'indagine sulla cultura contadina. Presso la galleria Maria Cilena, Claudio Costa ha tenuto due personali: la prima, intitolata "L'assedio instancabile del fare", nel 1990; la seconda, intitolata "Oltre il disegno ", nel 1995.
Guido Nosari, nome d’arte Madre è nato a Bergamo nel 1984, ha tenuto la sua prima personale presso la Galleria 111 di Bergamo. Ha inoltre partecipato all'edizione 2011 di "Giorni felici", la mostra che si tiene ogni anno presso Casa Testori di Novate (Milano). Le sue opere sono state esposte presso l'Associazione Culturale Idea Vita di Vespolate (Novara) e a Milano presso lo Spazio Bigli, la Galleria Obraz e l'Archivio Ricerca Visiva.
I suoi dipinti gestuali, traboccanti di materia pittorica e per lo più di grande formato, riportano spesso ricami e frammenti di tessuti. La sua poetica coniuga lo scavo in una memoria autobiografica con una forte inquietudine metafisica.
Luoghi
www.mariacilena.it 0289071612 02 62027292
Orario: dal martedì al venerdì - dalle16 alle 19 Ingresso libero