Arrigo Lora Totino. La Parola come Poesia Segno Suono Gesto 1962-1982
A cura di: Giorgio Maffei e Patrizio Peterlini
Dopo una breve stagione di iniziazione alla pittura nel clima della ricerca informale ed astratta della fine degli anni Cinquanta, Arrigo Lora Totino lega indissolubilmente il suo lavoro alla ricerca sulla Poesia, declinandone negli anni ogni possibile variante scritturale, visiva e sonora in cui la tipografia della parola diviene oggetto estetico con un suo proprio peso visuale e autonomo rispetto ai suoi significati letterari.
Nella Torino dei primi anni Sessanta fonda la rivista sperimentale “Antipiugiù” con la collaborazione dei poeti radicali di quel periodo che da vita ad un momento di straordinaria vivacità culturale della città. Escono quattro numeri tra il 1961 e il 1966, l’ultimo dei quali registra lo sconfinamento della poesia lineare verso la visualità della “Poesia Concreta”, movimento artistico internazionale che si affaccia ora nel nord dell’ Europa e nel Sudamerica.
La rivista è portavoce di cultura estetica e filosofica capace di sviluppare relazioni internazionali che portano Lora Totino a declamare le sue opere tra Londra e Parigi con frequenti relazioni con i paesi dell’Est e a partecipare ad uno straordinario numero (oltre duecento tra esposizioni e performance) di eventi in ogni parte del mondo.
Il forte coinvolgimento internazionale induce nell’artista la necessità di uno strumento riassuntivo delle poetiche in gioco che prende corpo nel volume “Modulo”, pubblicato a Genova nel 1966, prima vera antologia di poesia sperimentale.
Qui la composizione poetica visuale, derivata dalle sperimentazioni Futuriste e Dadaiste delle Avanguardie Storiche, assorbe elementi estetici protoconcettuali partecipando autorevolmente al clima internazionale di ricerca.
Con il compositore Enore Zaffiri e il pittore Sandro De Alexandris, Arrigo Lora Totino dà vita a Torino nel 1964 allo “Studio di informazione estetica” per la ricerca sui rapporti fra poesia visuale e sonora, musica elettronica e arte plastica. I suoi compositi interessi prendono avvio anche con questa esperienza che mette in pratica quella compenetrazione delle discipline artistiche che sta alla base dei significati della sua opera.
Queste attività si avvalgono di un solido lavoro critico di elaborazione teorica e di scrittura che lo porta alla collaborazione con antologie e riviste internazionali e con la curatela di mostre sull’argomento. E’ sua quella della prima storica mostra italiana sulla “Poesia Concreta” a Cà Giustinian a Venezia nell’ambito della Biennale del 1968-1969.
Quando anche la poesia visuale sembra insufficiente a rappresentare le innovazioni della parola, Lora Totino apre nei primi anni Settanta verso una dimensione “fonetica”, “sonora” e infine decisamente corporale da lui stesso definita “ginnica. Dal 1974 elabora e rappresenta in teatri e gallerie una serie di performances di ”poesia sonora”, “poesia liquida” e poesia ginnica” che egli accompagna a spettacoli-conferenze di “mimodeclamazione” con testi delle avanguardie storiche e con partiture da lui stesso composte.
La collaborazione in quegli anni con l’artista Piero Fogliati, che produce straordinari oggetti sonori, permette una visione ulteriormente dilatata del fare artistico in una dimensione talvolta collettiva e antiretorica che anticipa modalità esecutive che saranno tipiche dell’arte concettuale degli anni Settanta.
Lora Totino, destabilizzando la tradizione formale della produzione artistica, realizza intanto opere dattiloscritte (verbotetture), sculture in materiali plastici (corpi di poesia), opere tridimensionali in carta, partiture musicali e libri d’artista, tutti “oggetti” che privilegiano la sintesi tra arte visuale e poesia.
Nel 1978, dopo la pubblicazione dei sette LP per Cramps Records dell’antologia “Futura”, con un’introduzione storico-critica sulla poesia sonora che fonde le avanguardie storiche con la ricerca contemporanea, organizza uno spettacolo itinerante, che porta lo stesso titolo dell’antologia e che è destinato “ad affrancare la poesia dai limiti della letteratura mentale e scritta”.
Nel 1980 gestisce le tredici puntate del programma di Rai2 “Colpo di Glottide” sulla poesia sonora e realizza un video, sullo stesso tema, in collaborazione con Valeria Magli.
Il suo contributo critico si arricchisce infine nel 1989 con una “Storia della poesia sonora” per l’editore Elytra di Reggio Emilia.
Le grandi mostre internazionali lo vedono intanto tra i protagonisti. Citiamo tra le più importanti le rassegne di Eindoven, Praga, Chicago, New York, Milano, Stoccarda, Amsterdam, Londra, Stoccolma, Monaco, Nizza, Barcellona, L’Aja, Washinghton, Toronto e tante altre.
I tardi anni Settanta e i decenni successivi avvicinano Lora Totino alla visualità pittorica e scultorea con una variegata produzione di dipinti ed oggetti che per il loro carattere innovativo e controcorrente si dimostrano lontani dalle facili logiche del mercato e del sistema dell’arte. Opere che necessitano ancora di un approfondimento critico , ma comunque estranee allo specifico fuoco di interesse di questa mostra e della monografia che l’accompagna.
Nella Torino dei primi anni Sessanta fonda la rivista sperimentale “Antipiugiù” con la collaborazione dei poeti radicali di quel periodo che da vita ad un momento di straordinaria vivacità culturale della città. Escono quattro numeri tra il 1961 e il 1966, l’ultimo dei quali registra lo sconfinamento della poesia lineare verso la visualità della “Poesia Concreta”, movimento artistico internazionale che si affaccia ora nel nord dell’ Europa e nel Sudamerica.
La rivista è portavoce di cultura estetica e filosofica capace di sviluppare relazioni internazionali che portano Lora Totino a declamare le sue opere tra Londra e Parigi con frequenti relazioni con i paesi dell’Est e a partecipare ad uno straordinario numero (oltre duecento tra esposizioni e performance) di eventi in ogni parte del mondo.
Il forte coinvolgimento internazionale induce nell’artista la necessità di uno strumento riassuntivo delle poetiche in gioco che prende corpo nel volume “Modulo”, pubblicato a Genova nel 1966, prima vera antologia di poesia sperimentale.
Qui la composizione poetica visuale, derivata dalle sperimentazioni Futuriste e Dadaiste delle Avanguardie Storiche, assorbe elementi estetici protoconcettuali partecipando autorevolmente al clima internazionale di ricerca.
Con il compositore Enore Zaffiri e il pittore Sandro De Alexandris, Arrigo Lora Totino dà vita a Torino nel 1964 allo “Studio di informazione estetica” per la ricerca sui rapporti fra poesia visuale e sonora, musica elettronica e arte plastica. I suoi compositi interessi prendono avvio anche con questa esperienza che mette in pratica quella compenetrazione delle discipline artistiche che sta alla base dei significati della sua opera.
Queste attività si avvalgono di un solido lavoro critico di elaborazione teorica e di scrittura che lo porta alla collaborazione con antologie e riviste internazionali e con la curatela di mostre sull’argomento. E’ sua quella della prima storica mostra italiana sulla “Poesia Concreta” a Cà Giustinian a Venezia nell’ambito della Biennale del 1968-1969.
Quando anche la poesia visuale sembra insufficiente a rappresentare le innovazioni della parola, Lora Totino apre nei primi anni Settanta verso una dimensione “fonetica”, “sonora” e infine decisamente corporale da lui stesso definita “ginnica. Dal 1974 elabora e rappresenta in teatri e gallerie una serie di performances di ”poesia sonora”, “poesia liquida” e poesia ginnica” che egli accompagna a spettacoli-conferenze di “mimodeclamazione” con testi delle avanguardie storiche e con partiture da lui stesso composte.
La collaborazione in quegli anni con l’artista Piero Fogliati, che produce straordinari oggetti sonori, permette una visione ulteriormente dilatata del fare artistico in una dimensione talvolta collettiva e antiretorica che anticipa modalità esecutive che saranno tipiche dell’arte concettuale degli anni Settanta.
Lora Totino, destabilizzando la tradizione formale della produzione artistica, realizza intanto opere dattiloscritte (verbotetture), sculture in materiali plastici (corpi di poesia), opere tridimensionali in carta, partiture musicali e libri d’artista, tutti “oggetti” che privilegiano la sintesi tra arte visuale e poesia.
Nel 1978, dopo la pubblicazione dei sette LP per Cramps Records dell’antologia “Futura”, con un’introduzione storico-critica sulla poesia sonora che fonde le avanguardie storiche con la ricerca contemporanea, organizza uno spettacolo itinerante, che porta lo stesso titolo dell’antologia e che è destinato “ad affrancare la poesia dai limiti della letteratura mentale e scritta”.
Nel 1980 gestisce le tredici puntate del programma di Rai2 “Colpo di Glottide” sulla poesia sonora e realizza un video, sullo stesso tema, in collaborazione con Valeria Magli.
Il suo contributo critico si arricchisce infine nel 1989 con una “Storia della poesia sonora” per l’editore Elytra di Reggio Emilia.
Le grandi mostre internazionali lo vedono intanto tra i protagonisti. Citiamo tra le più importanti le rassegne di Eindoven, Praga, Chicago, New York, Milano, Stoccarda, Amsterdam, Londra, Stoccolma, Monaco, Nizza, Barcellona, L’Aja, Washinghton, Toronto e tante altre.
I tardi anni Settanta e i decenni successivi avvicinano Lora Totino alla visualità pittorica e scultorea con una variegata produzione di dipinti ed oggetti che per il loro carattere innovativo e controcorrente si dimostrano lontani dalle facili logiche del mercato e del sistema dell’arte. Opere che necessitano ancora di un approfondimento critico , ma comunque estranee allo specifico fuoco di interesse di questa mostra e della monografia che l’accompagna.
Luoghi
http://www.associazionebarriera.com 011 2876485 011 5360955
ingresso libero