Andrea Aquilanti. Quelli che vengono quelli che vanno
A cura di: Marco Bazzini
Lo Spazioborgogno è lieto di annunciare la seconda mostra personale di Andrea Aquilanti dal titolo Quelli che vengono, quelli che vanno, dopo la sua partecipazione dello scorso anno al Padiglione Italia della 56° Biennale di Venezia, curata da Vincenzo Trione.
La mostra si presenta come un vero e proprio omaggio alla città di Milano. Chiari i riferimenti fin dal titolo all’opera di Umberto Boccioni, nel centenario della sua scomparsa, che attraverso l’esperienza urbana definì il concetto di “simultaneità d’ambiente”, alla base dell’estetica futurista.
Protagoniste sono le porte della città – Porta Ticinese, Marengo, Venezia, Romana, Nuova e Garibaldi – emblematici luoghi di passaggio per chi vi transita in entrata o in uscita e paradigmi di una riflessione sul rapporto tra periferia e centro.
Aquilanti nelle sue opere più volte ha affrontato con grande originalità le questioni del paesaggio urbano e architettonico, riportando al centro la loro storia e attualità, la loro carica di memoria e i loro sviluppi urbani e civili.
In quest’occasione milanese vuole porre l’attenzione sulla fluida vita di una grande metropoli europea in un momento di grande trasformazione sia urbanistica che sociale ed economica. Il rapporto tra realtà e rappresentazione è sempre stato il carattere principale dell’arte di Aquilanti. Un rapporto che l’artista sviluppa, dagli anni duemila in poi, attraverso la sovrapposizione d’immagini proiettate sulla parete con il loro omologo dipinto. Una dialettica di piani diversi in cui uno spazio di vita si raddoppia in uno spazio d’arte.
Aquilanti riesce a coniugare diversi media per rinnovare la pittura in istallazioni di puro incanto, dove la partecipazione dello spettatore svela l’aura di mistero solo quando si frappone tra la videoproiezione e il disegno a parete.
Nella sala principale dello Spazioborgogno emergono dalla penombra le immagini in differita delle porte milanesi, dipinte e videoproiettate, in cui i passanti per strada si mescolano ai visitatori della mostra attraverso un circuito di telecamere interne. Mentre il grande lavoro, nella sala attigua, apre una finestra in diretta temporale su quanto avviene attorno a Porta Garibaldi.
Aquilanti gioca sui tempi di un attraversamento tra spazi diversi, così da rendere tutti protagonisti indispensabili al compimento definitivo dell’opera, in un’esperienza collettiva come quella nella città.
Marco Bazzini
La mostra si presenta come un vero e proprio omaggio alla città di Milano. Chiari i riferimenti fin dal titolo all’opera di Umberto Boccioni, nel centenario della sua scomparsa, che attraverso l’esperienza urbana definì il concetto di “simultaneità d’ambiente”, alla base dell’estetica futurista.
Protagoniste sono le porte della città – Porta Ticinese, Marengo, Venezia, Romana, Nuova e Garibaldi – emblematici luoghi di passaggio per chi vi transita in entrata o in uscita e paradigmi di una riflessione sul rapporto tra periferia e centro.
Aquilanti nelle sue opere più volte ha affrontato con grande originalità le questioni del paesaggio urbano e architettonico, riportando al centro la loro storia e attualità, la loro carica di memoria e i loro sviluppi urbani e civili.
In quest’occasione milanese vuole porre l’attenzione sulla fluida vita di una grande metropoli europea in un momento di grande trasformazione sia urbanistica che sociale ed economica. Il rapporto tra realtà e rappresentazione è sempre stato il carattere principale dell’arte di Aquilanti. Un rapporto che l’artista sviluppa, dagli anni duemila in poi, attraverso la sovrapposizione d’immagini proiettate sulla parete con il loro omologo dipinto. Una dialettica di piani diversi in cui uno spazio di vita si raddoppia in uno spazio d’arte.
Aquilanti riesce a coniugare diversi media per rinnovare la pittura in istallazioni di puro incanto, dove la partecipazione dello spettatore svela l’aura di mistero solo quando si frappone tra la videoproiezione e il disegno a parete.
Nella sala principale dello Spazioborgogno emergono dalla penombra le immagini in differita delle porte milanesi, dipinte e videoproiettate, in cui i passanti per strada si mescolano ai visitatori della mostra attraverso un circuito di telecamere interne. Mentre il grande lavoro, nella sala attigua, apre una finestra in diretta temporale su quanto avviene attorno a Porta Garibaldi.
Aquilanti gioca sui tempi di un attraversamento tra spazi diversi, così da rendere tutti protagonisti indispensabili al compimento definitivo dell’opera, in un’esperienza collettiva come quella nella città.
Marco Bazzini
Luoghi
http://www.spazioborgogno.com 02 36695240
da martedì a sabato ore 15 -19