Amalia Pica "Quasi"
A cura di: Francesco Stocchi
La mostra, a cura di Francesco Stocchi, rappresenta un nuovo capitolo della ricerca dell’artista argentina, incentrata sull'analisi delle strategie attuate nella comunicazione e, più in generale, sul ruolo del linguaggio.Da anni Amalia Pica si interroga sulle dinamiche per mezzo delle quali si rende l’altro partecipe di un sentimento o di un’idea, attraverso l'utilizzo di disegni, installazioni, sculture, performance. Il pubblico viene spesso coinvolto nelle sue opere che invitano a forme di partecipazione di natura sia intellettuale sia fisica. Nella realizzazione dei suoi lavori, l’artista adotta oggetti d’uso quotidiano quali mobili, scarpe, bottiglie e utensili vari, utilizzati in un paradossale ribaltamento della semiotica e delle sue regole.
In occasione della mostra alla Fondazione Memmo, Amalia Pica presenta un corpo di sculture inedite, ideale prosecuzione della serie Catachresis, incentrata sulla figura retorica della catacresi. L’estensione di una parola oltre i limiti del suo significato rivela come linguaggio e immagini possano interagire tra loro, concorrendo alla definizione della realtà. La “gamba del tavolo”, il “braccio della sedia”, il “collo della bottiglia”: sono alcuni esempi di catacresi di cui si serve Amalia Pica per la realizzazione delle opere. Il risultato sono figure ibride, commistione di oggetti e forme antropomorfe o animali, dei “quasi” personaggi.
Ed è proprio questo avverbio – che esprime una condizione non pienamente raggiunta – a dare il titolo alla mostra. Quasi allude allo stadio intermedio delle sculture realizzate dall’artista, frutto di innesti paradossali e incongruenti, attraverso i quali Pica riesce tuttavia a suggerire figure e anatomie dotate di una grazia inaspettata.
Tutte le opere sono state realizzate dall’artista a Roma nel corso di numerosi sopralluoghi e soggiorni in città, durante i quali l'artista ha avuto l'occasione di collaborare con artigiani esperti nella lavorazione del vetro, elemento ricorrente nella sua pratica. Tra le fonti di ispirazione, le marionette osservate in alcuni laboratori artigiani e teatri; a differenza delle precedenti sculture della serie Catachresis, le opere presentate alla Fondazione Memmo mostrano infatti articolazioni, giunture e fili in grado di conferire loro mobilità, in una maniera che ricorda le tradizionali marionette del “teatro di figura”.
In linea con la programmazione della Fondazione Memmo, l’artista ha avuto modo di avvicinarsi a Roma, alle sue storie e al tessuto produttivo artigianale della città, mettendo così in scena un nuovo capitolo della propria ricerca.
Luoghi
www.fondazionememmo.it 06 68136598
FONDAZIONE MEMMO ARTECONTEMPORANEA - Orari di apertura: da martedì a domenica, dalle 12 alle 20, lunedì chiuso