Alfredo Rapetti Mogol "Le mie parole"
Nato a Milano nel 1961, la formazione artistica di Alfredo Rapetti Mogol risente del clima famigliare, dove da generazioni si respirano musica, letteratura, poesia. L’esigenza di coniugare le sue due più grandi passioni, scrittura e pittura, lo portano a sviluppare una tecnica particolare, detta impuntura, attraverso la quale l’azione del dipingere si fonde con l’atto dello scrivere, e le parole iniziano ad essere segnate non solamente su fogli ma anche nelle tele. Segni, tracce, graffiti di un’umanità creativa e consapevole, le opere di Rapetti proseguono quell’ideale tragitto di una scrittura pittorica che tanto più è universale, quanto più sa frantumarsi e confrontarsi con i secoli della storia dell’arte, dalle avanguardie storiche al concettuale, passando per le esperienze spazialiste di Lucio Fontana e le grafie astratte degli anni Cinquanta. A partire dalla fine degli anni Novanta ad oggi è davvero notevole l’attività espositiva, sia personale che collettiva, conseguita dall’artista, instancabile come la sua opera sempre in viaggio fra l’Italia e il resto del mondo.
I lavori dell’artista milanese, dalle tele vergate di scrittura ai recenti neon e marmi istoriati di rebus lessicali, puntualmente conquistano il pubblico, in quanto portano sullo stesso piano testo e immagine, promuovendo una spontanea e felice compenetrazione tra le sfere dei sensi e della ragione, che abitualmente procedono parallele e solo talvolta si toccano. Il critico Gianluca Ranzi ha scritto che “Rapetti Mogol non interpreta o decifra, non asserisce verità e non fornisce soluzioni agli enigmi, ma offre una traccia di segni che affiorano dall’indistinto e in esso si risolvono, come sindoni contemporanee che racchiudono tracce di memoria e gettano un ponte verso il futuro. Egli riesce in questo modo ad arrivare all’osso dell’immagine senza esporla, manipolarla o nominarla, aggirando e superando la questione della figura e cogliendo l’essenza dell’apparizione nella sua struttura fondamentale: il segno”.
I lavori dell’artista milanese, dalle tele vergate di scrittura ai recenti neon e marmi istoriati di rebus lessicali, puntualmente conquistano il pubblico, in quanto portano sullo stesso piano testo e immagine, promuovendo una spontanea e felice compenetrazione tra le sfere dei sensi e della ragione, che abitualmente procedono parallele e solo talvolta si toccano. Il critico Gianluca Ranzi ha scritto che “Rapetti Mogol non interpreta o decifra, non asserisce verità e non fornisce soluzioni agli enigmi, ma offre una traccia di segni che affiorano dall’indistinto e in esso si risolvono, come sindoni contemporanee che racchiudono tracce di memoria e gettano un ponte verso il futuro. Egli riesce in questo modo ad arrivare all’osso dell’immagine senza esporla, manipolarla o nominarla, aggirando e superando la questione della figura e cogliendo l’essenza dell’apparizione nella sua struttura fondamentale: il segno”.
Luoghi
www.galleriaginomonti.it +39 071 207 4350
orario: mart-sab 17.00/19.30, ven e sab anche di mattina 10.30/13.00