Uberti Massimo
Massimo Uberti (Brescia, 1966). Alla fine degli anni Ottanta Uberti è a Milano, dove partecipa alle attività dello spazio di via Lazzaro Palazzi ed è redattore della rivista “Tiracorrendo”. Dopo una formazione come pittore, Uberti è passato alla fotografia, fino a trovare la sua peculiare cifra stilistica nell'uso del neon, strumento essenziale per presentare la ricerca dell'artista sullo spazio. Elementi costitutivi del suo lavoro sono forme semplici,simmetriche, estrapolate dalle architetture reali e sottoposte a un processo di riduzione. Fonti di ispirazione per molte opere dell'autore sono i disegni di città ideali, realizzati nel corso della storia; città utopiche, raramente portate a compimento, le cui linee, che ne tracciano i contorni e le strade, corrispondono a misteriose geometrie, spesso provenienti dalle carte del cielo. Queste mappe sono state tradotte da Uberti in motivi di tappeti e in installazioni luminose, in cui tubi di neon scandiscono il ritmo della città, conservando il senso enigmatico che ne ha generato il pensiero, come l'installazione site-specific Dreams of a Possible City - Tendente infinito, che illumina il Chiostro della Magnolia della Fondazione Stelline a Milano.
Risultato di una sottrazione di materia, fino a raggiungere l'espressione di essenzialità, di leggerezza, le architetture di neon articolano lo spazio in maniera inedita, mettendo in crisi concetti usuali di esterno e interno, di pieno e di vuoto. Come suggerisce una scritta realizzata per il cortile esterno del Museo Pecci di Milano, i neon di Uberti creano uno "Spazio Altro" .
Massimo Uberti. After the Gold Rush
Massimo Uberti lavora con la luce. Questo è l’elemento che accomuna tutte le sue più diverse esperienze fin dagli esordi nella Milano anni Ottanta…
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