Frare Giancarla
Di origine veneta, Giancarla Frare nasce nel 1950. Compie i suoi studi all'Accademia di Belle Arti di Napoli, scuola di Scenografia. Coltiva paralleli interessi per la scultura, fotografia, incisione, seguendo i corsi di Augusto Perez, Mimmo Jodice, Bruno Starita.
Sono gli anni '70 e dopo un breve periodo a Milano che la vede protagonista di una prima personale al Museo Civico Arengario di Monza (1975), si trasferisce in Veneto.
Gli anni veneziani (75-86) la vedono presente con continuita' nelle mostre della Fondazione Bevilacqua La Masa. Sono gli anni della riflessione sulla poesia di Georg Trakl, il cantore piu' tormentato della Finis Austriae. Al Ciclo di opere trakliane viene assegnata, nel 1981, la Borsa di Studio del Museo d'Arte Moderna di Ca' Pesaro che lo presentera' nel 1983 in una mostra personale, dedicata all'artista.
Agli inizi degli anni '80 Giancarla Frare frequenta i Corsi Internazionali di Perfezionamento dell'Accademia di Urbino e la Scuola Internazionale della Grafica di Venezia.
Nel 1986 si trasferisce a Roma.
Il lavoro si muove sempre piu' insistentemente sul rapporto tra fotografia e segno. Esporra' la recente ricerca nella personale del 1987 che la Fondazione Bevilacqua La Masa ospita nella Galleria di Piazza S. Marco e nell'ampia antologica dei Musei Civici di Como, del 1990, curata da Enrico Crispolti. E' Invitata, da Mirella Bentivoglio, ad esporre gli stessi lavori nel 1994, alla Biennale internazionale di S. Paolo del Brasile.
Il rapporto con l'incisione la vede sempre piu' privilegiare le tecniche calcografiche dirette, la puntasecca in primo luogo.
Le sue opere vengono esposte ripetutamente nelle grandi Biennali Internazionali di Lubiana, all'Interrnational Print Exhibition del Portland Art Museum, alle Triennali del Cairo, al Museo di Haifa e all'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma(dove terra' un seminario di studio sulle tecniche calcografiche dirette) e acquisite alle collezioni permanenti di musei europei e americani.
Il segno, dunque, è l'ambito preferito di una ricerca che fin dagli esordi ha tentato processi di riduzione dell'immagine. L'interesse si e' mosso verso scabre strutture di paesaggio (prima dell'uomo o dopo l'uomo. come qualcuno ha scritto) o verso strutture prospettiche improbabili e claustrofobiche: è il tentativo di definire un luogo in cui collocare tracce significative, spesso fotografiche, che stabiliscono legami tra assolute lontananze e assolute prossimita'. Il tema è quello della memoria cancellante, dell'esperienza legata a un tempo che la rende relativa. Della necessita' di conservare il vissuto, il visibile. Di mappare e catalogare quello che non si vuole perdere.
Giancarla Frare ha specialmente fotografato resti archeologici. Pietre. Rovine, non macerie, il lacero tessuto della nostra storia.
Dagli anni ottanta, che la vedono lavorare su elementi della scultura barocca (Scrittura dell'Immaginario, Ideologia e Mito nelle Fontane della Reggia di Caserta), la sua attenzione e' andata via via fissandosi su frammenti di pietra in cui l'elemento scultoreo o l'appartenenza stilistica fossero quasi del tutto illegibili. Forme ormai prive di connotazione temporale, quasi ricondotte a uno stato originario di brano di natura, prima dell'intervento modificante dell'uomo.
Gli anni recenti la portano a lavorare sul Foro Romano, il Palatino in particolare. Ogni pietra e' stata fotografata, ripetutamente, da angolazioni diverse e in condizioni di luce che ne accentuano la proiezione dell'ombra a terra. E l'esercizio del disegno indaga in parallelo la scultura medioevale, la ricca iconografia simbolica delle cattedrali d'Europa. Ne nasceranno opere incisorie sui Bestiari fantastici di grande forza espressiva.
La scrittura la segue in silenzio. Pubblica nel 1996 la prima raccolta di poesie Rasoterra, segnalata al Premio Internazionale Eugenio Montale. Dieci anni piu' tardi la sua scrittura incisiva e diretta, minimale ed essenziale vince il Premio Letterario Nazionale Scriveredonna con il testo Come Confine Certo, ribadendo il titolo della ricerca sul confine nella sua pittura.
In anni recenti, numerose mostre hanno proposto le sue opere a Lubiana, Berlino, Stoccarda, Colonia, Francoforte, Monaco, Wolsburg, Genova, S.Paolo del Brasile, Prato, Idrija, New York, Roma, Ascoli Piceno, Haifa,Uzice,Il Cairo, Rabat, Tunisi, Lisbona, Bruxelles, Teheran, Salisburgo, Vienna, Innsbruck,Zurigo, Milano, Bolzano, Erice, Belluno, Massa Marittima, Bassano del Grappa, Catania,New Delhi,Porto,Tel Aviv. Nel 2008 l'Assessorato alla Cultura del Comune di Belluno, a distanza di dieci anni dalla precedente antologica (a cura di Flaminio Gualdoni), ospita il suo "Monte Analogo" nel Cubo di Mario Botta nella Galleria Civica di Palazzo Crepadona. Un ciclo di opere su carta in cui il segno pittorico si espande e la pietra si fa corpo roccioso della montagna. Oggetto pittorico non piu' circoscritto dai suoi limiti ma corpo costituente la massa, capace di ampliarsi e dissolversi in essa. Questa stessa mostra e' portata, nell'estate del 2009, negli splendidi spazi di Palazzo dell'Abbondanza a Massa Marittima.
Giancarla Frare ha vinto, nel 2008, la prima edizione della Biennale Nazionale dell'Incisione Contemporanea "Città di Bassano del Grappa". Il Museo Civico della città veneta dedica, nel 2011, un' ampia mostra antologia all'opera pittorica e incisoria del'artista.
La stessa mostra viene ospitata nel 2013 a Roma, negli spazi dell'Istituto Nazionale della Grafica, a Palazzo Poli.
Le due istituzioni, in parallelo agli eventi espositivi, collaborano nell'edizione di una monografia dedicata all'artista veneta.
Luogo e recapiti
06 4465042 333 1721287
VI Biennale Nazionale di Incisione “Giuseppe Polanschi” edizione 2013
Comitato scientifico: Alberto Balletti, Giancarla Frare Organizzazione: Tiziano Bellomi, Nazzareno Bernardi Inaugura Sabato 28 settembre 2013 alle ore…
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