D'angelo Claudio

Claudio D'Angelo nasce il 7 agosto 1938 a Tripoli, da genitori italiani (dei pressi di Ascoli Piceno). Nel 1942 la famiglia torna a vivere in Italia, nel luogo d'origine. Da adolescente comincia ad interessarsi alle arti visive e alla musica, soprattutto jazz (per un periodo sarà anche musicista), passioni che lo porteranno a diplomarsi al Liceo Artistico di Roma.
Vive ad Ascoli Piceno fino al momento della sua scomparsa, avvenuta il 23 novembre 2011.
Dopo un esordio in cui il suo lavoro pittorico si evolve rapidamente da proposizioni dapprima espressamente figurative a proposizioni soprattutto informali e neodadaiste, nei secondi anni Sessanta esso si muove sempre di più in direzione geometrico-progettuale, portando l'artista a maturare una precisa ricerca che condurrà sempre di più con un linguaggio aniconico fortemente identitario e caratterizzante.
Al 1964 risalgono le prime indagini sull'esattezza dell'immagine e sulla cinematica e dinamica delle configurazioni geometrico-spaziali. Nel 1966 entra in contatto con la gallerista Fiamma Vigo la quale da subito si interessa al suo lavoro, facendolo partecipare, con il SET di Numero, a rassegne nazionali ed internazionali. Nel 1968 elabora organismi modulari usando "forme toroidali", come recita il titolo della sua successiva personale (1969) alla Galleria Numero di Roma.
Gli anni Settanta si aprono con una serie di opere che l'artista definisce "ipotesi progettuali". Con tali opere tiene tra il 1970 e il 1971 tre personali sempre nelle gallerie di Fiamma Vigo: a Firenze, a Venezia e a Roma. In occasione di quest'ultima Palma Bucarelli acquista per le collezioni della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma il grande dipinto Ipotesi progettuale A/1, del 1971. Il 1972 lo vede tenere personali alla Galleria Ferrari di Verona e al Centro Arte Contemporanea Sincron di Brescia; nello stesso anno espone un gruppo di opere alla rassegna "Arte e Società" che si svolge al Palazzo delle Terme di Saint Vincent.
A seguire realizza il ciclo dei "progetti di spazio", "progetti di genesi dinamica dello spazio". Espone, nel 1973, ancora una volta da Fiamma Vigo, nella galleria romana, tenendo una duale con Umberto Peschi. Nel 1974 tiene personali a Torino (Galleria Primopiano), a Roma (Galleria Marcon IV, con Hsiao Chin e Franco Costalonga) e a Bergamo (Galleria Dei Mille). Alla mostra bergamasca conosce Mario Nigro, che lo segnala alla Galleria La Polena di Genova e alla Galleria Vismara di Milano: entrambe ospiteranno una sua personale l'anno successivo (nel 1975 ne tiene una anche alla Galleria Numero di Venezia).
Nel 1976 perviene a studi, denominati "analysis situs", intesi a strutturare valenze fotodinamiche mediante sequenze combinatorie di segni. Con queste opere tiene lo stesso anno una personale alla Galleria Martano di Torino, oltre a realizzare un'antologica con opere dal 1965 al 1975 presso la Galleria Numero di Roma. Il 1977 lo vede esporre con personali di nuovo alla Galleria Ferrari di Verona e alla Galleria Vismara di Milano, cominciando a proporre anche installazioni-ambienti e performance. Nel 1978 prosegue nella progettazione di nuovi ambienti sperimentando soluzioni e materiali diversi e le implicazioni sul piano linguistico (ricerche sull'evento sonoro) del grafo; di quest'anno è l'antologica alla Pinacoteca Civica di Macerata.
Il 1979 lo vede esporre, con una personale di tele e installazioni, alla Galleria Lorenzelli di Bergamo e tenere un diffuso intervento sullo spazio urbano a Civitella del Tronto. Seguono, l'anno successivo, un'altra personale alla Galleria Ferrari di Verona e una alla Galleria Spriano di Omegna.
Con gli "itinerari dal nero" (è la denominazione dei lavori realizzati su fondi neri) del 1981, a supporto del grafo viene usata di frequente la carta carbone. In tale anno partecipa alla mostra Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980, al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Sono del 1982 la personale alla Galleria Unde di Torino, l'antologica con opere dal 1968 al 1981 alla Galleria Lorenzelli di Bergamo e la partecipazione con un gruppo di opere ad Incontri internazionali a Salsomaggiore Terme.
Nell'opera Nòesis noésesos (1983) l'itinerario condotto verso il segno-valore tende all'astrazione pura (quest'opera dà il titolo alla personale tenutasi lo stesso anno alla Galleria Artecentro di Milano): la sua ricerca, percorrendo antiche e abbandonate tracce della memoria, assume ora il segno-archetipo come scandaglio delle complesse stratificazioni dell'io latente. In questi anni, con il comparire del colore azzurro oltre ai materiali extrapittorici (stoffa, vetro, plexiglass, metallo, ecc.), si configura una soglia nel suo percorso, tra un prima e un dopo.
Nel 1984 tiene una personale a Ferrara, a Palazzo Massari. Nel 1987 sue personali si tengono alla Galleria Morone 6 di Milano (con Riccardo Guarneri e Maurizio Bottarelli) e alla Galleria Vismara di Milano. La sua città, Ascoli Piceno, gli tributa un omaggio con un'antologica a Palazzo dei Capitani nel 1989.
Negli anni Novanta tiene personali alla Galleria Spazio Temporaneo di Milano (1991, 1996) alla Galleria Ferrari di Verona (1991), alla Galleria Vismara di Milano (1993, 1996, 1998), alla Galleria Spriano di Omegna (1995), alla Galerie Florence Arnaud di Parigi (1997) e alla Galleria Multimedia di Brescia (1998).
Nel 1997 prende avvio un "episodio", che dura per diversi anni, del suo lavoro, operando su supporti fotografici di Rosanna Flammini.
Tra le personali dell'ultimo decennio si ricordano quelle alla Galleria Vismara di Milano (2001, 2004), alla Galleria Multimedia di Brescia (2002), alla Galleria Arte e Pensieri di Roma (2007), l'antologica con opere dal 1963 al 2005 alla Pinacoteca Civica di Teramo (2005).
Le sue opere figurano nei Musei d'Arte Moderna di Caracas, Graz, Jivaskyla, Cracovia, Budapest, Couvin, Gamle Fredrikstad, nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e in civiche gallerie.