Cappelletti Mauro
Mauro Cappelletti nasce a Trento nel 1948. Inizia il suo percorso artistico nella seconda metà degli anni ’60, dapprima nell’ambito della figurazione per approdare, all’inizio degli anni ’70, ad un linguaggio aniconico. Nel 1976 figura tra i firmatari del manifesto “Astrazione Oggettiva” e partecipa ai dibattiti e alle esposizioni del gruppo. Elabora la sua poetica legata agli elementi pittorici essenziali (superficie, segno, colore) come soggetti dell’arte. Con i primi anni ’80 la progettualità ed il rigore geometrico, che avevano strutturato le superfici pittoriche in campiture monocrome e tonali, lasciano il posto ad una nuova e sensibile liricità.
Negli anni Novanta il suo lavoro si sviluppa per cicli tematici dove il gesto pittorico si carica di stesure cromatiche libere, ampie e rapide. Successivamente affronta lo sviluppo di una dimensione pittorica carica di un nuovo e più vivo cromatismo, dove la pennellata caratterizza la superficie dell’opera ora come stesura lineare, ora come segno-gesto. Nei lavori più recenti, carichi di un saturo e, a volte, cupo cromatismo con una forte tensione lirica, affronta un nuovo ciclo pittorico denominato monocromopluritono.
Studia e sperimenta in prima persona anche le tecniche calcografiche e l’arte della stampa.
Della sua attività si sono occupati autorevoli critici, tra i quali Gabriella Belli, Andrea B. Del Guercio, Claudio Cerritelli, Vittoria Coen, Diego Collovini, Mario Cossali, Giorgio Di Genova, Danilo Eccher, Paolo Fossati, Dino Marangon, Giuliano Menato, Bruno Passamani, Maurizio Scudiero, Toni Toniato.
Mauro Cappelletti e Massimo Motta
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