Beloufa Neïl
Neïl Beloufa (Parigi, 1985) è tra gli artisti più brillanti della generazione degli anni Ottanta. La sua ricerca si focalizza sulla società contemporanea e sul modo in cui viene rappresentata e mediata dall’interazione digitale, spesso con l’obiettivo di mettere a nudo i meccanismi di controllo insiti nella nostra routine quotidiana. Attraverso video, lungometraggi, sculture e installazioni tecnologicamente complesse, l’artista gioca con l’esperienza sensoriale dello spettatore invitandolo a confrontarsi con le proprie convinzioni e stereotipi su tematiche del presente che spaziano dalle relazioni di potere alla sorveglianza digitale, dal data collection alle ideologie nazionalistiche, dall’identità alla lettura post-coloniale del mondo. Il lavoro di Neïl Beloufa, fortemente influenzato dalla dimensione del web, dei videogames, della reality tv e della propaganda politica, utilizza il vocabolario dell’era dell’informazione per svelare il sistema di valori di una società pervasa dalla tecnologia digitale dove tutto, dalle scelte alimentari alle relazioni umane, è definito in base a un algoritmo. In questo processo l’artista si definisce un editor, un montatore che assembla informazioni attingendo a ciò che già esiste per poi scomporlo e ri-presentarlo senza alcun giudizio di natura morale. L’intento è generare un cortocircuito all’interno di scenari consueti, mandare in tilt le supposizioni comunemente accettate come veritiere e restituire allo spettatore la libertà di costruire nuove relazioni e significati personali. Il pubblico si trova così all’interno di installazioni immersive che restituiscono una visione frammentata del reale, un universo popolato di pop-up e sistemi di telecamere a circuito chiuso CCTV studiati per rappresentare sia la libertà di un’organizzazione apparentemente casuale che la dimensione di controllo che vi si cela. L’attualità del lavoro di Neïl Beloufa emerge tanto nei processi di produzione che elabora quanto negli scenari che costruisce. Le sue opere sono interamente realizzate in studio, con lo scopo di creare un modello alternativo di sostenibilità economica fondato sulla condivisione di competenze. Da questa fucina collettiva emergono opere che si confrontano e talvolta addirittura anticipano le istanze più urgenti del contemporaneo. È il caso di Screen Talk (2020), un progetto sperimentale che trasforma il video Home Is Whenever I’m With You (2014) in una serie web.
Neïl Beloufa "Digital Mourning"
“Digital Mourning”, a cura di Roberta Tenconi, è la prima grande personale dedicata a Neïl Beloufa in un’istituzione italiana…
Mostre