Balsamo Vincenzo
Nato nel 1935 a Brindisi, Vincenzo Balsamo ha vissuto a Roma, Parigi e Verona; ora vive a Corchiano (VT). Ha studiato alla Scuola d'Arte di San Giacomo di Roma. Ha esposto tra l'altro presso: Palazzo delle Esposizioni, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, X Quadriennale, Chiostro del Bramante (Roma); European Biennial - DUBROVNIK; Découvertes Nef Victor, Carrousel du Louvre (Parigi); Centro d’Arte "Santa Apollonia" – Venezia; Nagahama Museum - (Giappone); Museo d’Arte Moderna - Arezzo; Museo Matalon - Milano; 4th Beijing International Art Biennial; Galleria Arte Moderna - Cento; Lu.C.C.A. Center of Contemporary Art - Lucca; A.C. Art Museum Beijing, Yixing Art Museum, Guangzhou Mayland Art Gallery, European Commission – Brussels; Shenzhen International Watercolor Biennial Exhibition 2013/14, Mostra Antologica - Brindisi, Triennale di Roma 2014.
Fiere d’Arte: Shanghai, Miami, New York, Canton, Moscow, New Delhi, Los Angeles, KIAF, Beijing, Toronto, In Arco (Madrid), Londra, Bologna, Milano, Torino, Verona, etc.; e molte partecipazioni in biennali/triennali dedicate alla grafica.
Balsamo iniziò il suo percorso con opere figurative negli anni ‘50/’70: i paesaggi, le nature morte e studi di volti divengono intensi e interiori; la tecnica pittorica, consistente in vibranti pennellate, esalta un gioco di fantastiche tonalità. Nei primi anni ’70 si immedesimò sempre più nella sintesi, verso l'astrazione, quasi geometrica. Si ricompongono le campiture dei paesaggi degli anni '60, senza nessun cenno di figurazione, divise, ognuna, da un segno nero che diventa filo della memoria. Alla metà del decennio cominciò le sperimentazioni “Decomposizioni”, opere informali, materiche, dure nella loro espressione pittorica, poi passa alle “Nebulose”, un "viaggio" mentale e interiore per ricercare il giusto equilibrio del segno sul e con il colore. Il decennio si chiude con le “Evocazioni”, opere surreali dove il segno diviene un tutt’uno con il colore. I primi anni ’80 sono un ritorno alla pittura con la 2a Astrazione: tornano, come icona della memoria, le esperienze passate e dipinge opere legate a un concetto astratto-cubista. Dal 1987 inizia l’Astrazione Lirica, il segno, il colore e la luce sono il mezzo per scrutare nel “io” umano. Balsamo ci invita, a non soffermarci al solo visibile che ogni sua opera può esprimere, ma a una lettura più profonda. È un invito a fermarci e indirizzare “vedere” all’essenza del nostro pensiero. Tra essere ed esistere. I segni, la luce e i colori vanno visti non solo sotto un aspetto di mera pittura, ma soprattutto come analisi di quello che noi siamo.
Vincenzo Balsamo: le opere
A partire dalla stagione giovanile Balsamo dipinge tra il 1955 e il 1973 una serie di opere, alcune delle quali presenti in questa mostra ‒ Ponte della Magliana, Autoritratto, Natura morta con uova, Neve all'alba e Tetti rossi ‒ in cui l'inedito figurare, e il felice colorismo, di matrice espressionistica mafaiana, pervengono ad un massimo d'intensità emozionale, come uno scarico di energia psichica che colga nella deflagrazione dei rossi, dei verdi, dei bruni e degli azzurri, un punto di sintonia tra i sommovimenti interiori e l'eterna vicenda di rigenerazione della forma della physis, della natura. Senonché, quando dipingere vuol dire scavare nell'anima, l'artista afferma anche la necessità d'un ineludibile, suo stretto legame con il reale.
Con l'astrattismo geometrico del 1974-76 la tavolozza di Balsamo inclina verso una più silente disamina delle qualità struttive del colore, del suo disporsi in icone, sempre sull'onda di quel sentimento del mondo che il lungo lavoro ha affinato, secondo una logica propria, interna all'idea, ai moventi culturali da cui nasce. In tal senso il riferimento dall'ultimo Cézanne si sposta a Soldati e a Magnelli. Mentre nelle "Decomposizioni" del 1976-77 la materia e nelle "Nebulose" del 1977 il segno tracciati dal gesto della mano cancellano ogni precedente nozione della realtà fenomenica, è come un ricominciare la vita, nelle "Evocazioni" del 1978-79, il suo informale sui generis, scaricando una tensione che si è accumulata in quegli anni di forti spinte sperimentali, è una reazione dell'artista-intellettuale contro l'artista-tecnico, il quale ultimo si è integrato nel sistema e si dedica a progettare una società dove tutto è progettato.
Nel periodo dell’Astrazione lirica, che ha inizio di fatto con Rosso carminio del 1982 e che prosegue con Architetture misteriose del 1986, L'ombra di Klimt del 1990-96, Arabesco del 2002, Qui il tempo non sembra fermarsi del 2008 e Sconfinate memorie passate del 2014, la precedente, acquisita, libertà del segno-colore non viene meno, ma un'ulteriore, più approfondita attenzione Balsamo pone alla qualità costruttiva della texture policroma, al suo farsi forma modulandosi secondo accordi tonali il cui registro non è commisurato sulla luce naturale, ma sull'intensità della visione, sui suoi movimenti psicologici, spirituali, morali: ricchezza di colore e pienezza della forma, come diceva Kandinskij, sono "una cosa sola". Da una parte sta la natura cosmica, continua fonte di emozione per l'artista, dall'altra l'invenzione che, fatta di disciplina, di controllo, di magistero pittorico, dà origine alla creazione.
Anche nella sua fase matura ed estrema, quella dei monocromi degli ultimi due anni, l'artista mantiene questo sovrano controllo dello stilema espressivo, tanto da far scrivere a Floriano De Santi nel catalogo edito per i tipi dell'Archivio Generale Vincenzo Balsamo che, a differenza del Post painterly abstraction dell'artista statunitense Robert Ryman, "per Balsamo la ricerca pittorica è l'auscultazione intenta, la notazione sensibile della vita segreta, sub-liminare dell'immagine: è l'essentia tutt'occhi, autonoma e compiuta più del razionale, che Arnheim, in linea con la filosofia fenomenologica-esistenziale di Husserl, di Sartre, di Ricoeur e del nostro Banfi, chiamerà pensiero visivo e Benjamin Angelus Novus".
Raccolte Pubbliche
Galleria Civica d'Arte Moderna "O. Marchesi", Copparo (FE) - Fondazione Mastroianni, Arpino (FR) - Quadreria Arcispedale S. Anna, Ferrara - Complesso Monumentale di Santa Caterina Museo dell’Oratorio dè Disciplinanti, Borgo Finale Ligure, (SV) - Pinacoteca di Taranto - Nagahama Museum, Nagahama (Giappone) - Arezzo, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea - Roma, Accademia d’Egitto - L’Aquila, Museo Nazionale d’Abruzzo, Forte Spagnolo - Monreale, Civica Galleria d’Arte Moderna “Giuseppe Sciortino” - Pieve di Cento (BO), Museo MAGI ’900 - MUSINF Museo d'Arte Moderna, dell'Informazione e della Fotografia, Senigallia (AN) - Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne, Bagnacavallo (RA) - Pescara, Museo delle Genti d’Abruzzo - Baia Mare, Florean Museum (Romania) - Taiwan, National
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