Winfred Gaul. Intervalli
Con la mostra di Winfred Gaul Studio G7 continua a esplorare l'universo della pittura astratta ospitando di uno dei maggiori protagonisti dell'arte europea nel secondo cinquantennio dello scorso secolo.
L'intento della galleria è quello di rendere omaggio un artista profondamente legato al nostro paese presentando nella città di Bologna significativi momenti della sua produzione.
La presenza di Winfred Gaul in Italia coincide con le importanti iniziative a cui ha preso parte, a cominciare dalla mostra alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, nel 1958, fino a quella di Villa Croce a Genova un anno prima della sua scomparsa. Nel nostro paese inoltre Gaul ha piacevolmente trascorso diversi momenti della sua vita: ricordiamo il soggiorno romano nei primi anni '60, interrotto dai frequenti viaggi in Europa, e la consuetudine, una decina d'anni dopo, di trascorrere l'estate a Sant'Andrea di Rovereto per godere della luce del nostro paese. In Italia Gaul partecipa alla vita artistica e culturale degli ambienti in cui si trova a vivere, entrando in rapporto con artisti e gallerie che hanno segnato tappe importanti nel dibattito artistico italiano.
Dopo aver frequentato l'accademia a Stoccarda l'artista prosegue il suo percorso nel vivace ambiente culturale di Dusseldorf durante il secondo dopoguerra. Qui aderisce in un primo momento all'informale prendendo parte al Gruppo '53 e proponendosi, assieme agli altri membri, di "svecchiare" clima culturale tedesco dopo le restrizioni naziste. Se ne distacca poco dopo per seguire vie differenti.
La ricerca di Winfred Gaul si muove in modo agile tra orientamenti tradizionalmente slegati tra loro, percorrendoli in modo trasversale. Il profondo rapporto di questo artista con la pittura, che definisce "amante esigente", comincia dall'interesse per le avanguardie storiche: si appassiona infatti all'espressionismo francese, ma allo stesso modo osserva movimenti astratti più "puri" interessandosi al lavoro di Malevich e Mondrian. Apprezza tra i primi informali Fautrier, Dubuffet e Wols le cui opere gli sono presentate da Pierre Restany, ama la pittura di Rothko. L'approccio di questo autore con il suo lavoro non è programmatico e la sua evoluzione non è pianificata, domina piuttosto l'impeto verso la ricerca pura, l'esplorazione delle potenzialità che il mezzo espressivo presenta nel dichiarato intento di non annoiare mai.
Agli esordi osserviamo un gesto pittorico di segno irrazionale, l'assenza di forme precise e l'analisi degli elementi che costituiscono il "vocabolario" della pittura: spazio, segno, colore. Un importante cambiamento di percorso avviene a partire dal '61 quando le forme astratte si mostrano definite e il monocromo del decennio precedente lascia il posto a due o tre colori. In questo momento le composizioni geometriche, ispirate ai segnali stradali, presentano un diretto richiamo alla vita reale con inconsuete note "pop". Un'altro importante periodo della sua ricerca è quello legato alla pittura analitica di cui viene considerato oggi uno dei maggiori esponenti. In questa fase Gaul si concentra sullo spazio della tela che suddivide utilizzando pochi segni al centro o ai margini, oppure ne isola porzioni con campiture di colore. Il suo intento di allora, assieme a quello di altri pittori suoi contemporanei, è quello di percorrere soluzioni inedite e alternative all'arte concettuale, che in quel momento dominava il panorama artistico di Europa e Stati Uniti relegando in secondo piano la pittura. Gli anni '80 e '90 segnano un ritorno al gesto, alla pennellata casuale, alla ricchezza del materiale. Si evince una forte differenza con il soffuso miscuglio che caratterizza i monocromi dei primi anni: possiamo notare qui una traccia più forte e decisa, colori brillanti e contrasti cromatici piuttosto intensi.
La mostra in galleria si concentra su periodi della produzione dell'artista in linea con la ricerca condotta negli anni da Studio G7 sulla pittura astratta. Saranno presenti diverse opere appartenenti primo periodo: i Wischbilder (quadri strusciati) eseguiti strusciando colore e inchiostri sulla tela con l'utilizzo di stracci oppure attraverso monocrome e trasparenti stratificazioni di colore. Saranno visibili i Farbmanuskripte (manoscritti colorati) realizzati inserendo elementi segnici sulla la tela, simili a scarabocchi o "scritture" gestuali ed eseguite con pastelli a olio oppure a cera.
Verranno presentate inoltre numerose tele degli anni '70: i cosiddetti Markierungen (marchiature): dove semplici linee sono tracciate a mano libera sulla tela grezza unicamente con pastelli a gesso e a carboncino, o dove campiture di un solo colore diluito, sono stese sulla tela con il rullo da imbianchino.
Uno spazio sarà riservato anche ai "Recycling" dei primi anni '80 assieme ad altre opere su carta realizzate negli anni successivi.
L'intento della galleria è quello di rendere omaggio un artista profondamente legato al nostro paese presentando nella città di Bologna significativi momenti della sua produzione.
La presenza di Winfred Gaul in Italia coincide con le importanti iniziative a cui ha preso parte, a cominciare dalla mostra alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, nel 1958, fino a quella di Villa Croce a Genova un anno prima della sua scomparsa. Nel nostro paese inoltre Gaul ha piacevolmente trascorso diversi momenti della sua vita: ricordiamo il soggiorno romano nei primi anni '60, interrotto dai frequenti viaggi in Europa, e la consuetudine, una decina d'anni dopo, di trascorrere l'estate a Sant'Andrea di Rovereto per godere della luce del nostro paese. In Italia Gaul partecipa alla vita artistica e culturale degli ambienti in cui si trova a vivere, entrando in rapporto con artisti e gallerie che hanno segnato tappe importanti nel dibattito artistico italiano.
Dopo aver frequentato l'accademia a Stoccarda l'artista prosegue il suo percorso nel vivace ambiente culturale di Dusseldorf durante il secondo dopoguerra. Qui aderisce in un primo momento all'informale prendendo parte al Gruppo '53 e proponendosi, assieme agli altri membri, di "svecchiare" clima culturale tedesco dopo le restrizioni naziste. Se ne distacca poco dopo per seguire vie differenti.
La ricerca di Winfred Gaul si muove in modo agile tra orientamenti tradizionalmente slegati tra loro, percorrendoli in modo trasversale. Il profondo rapporto di questo artista con la pittura, che definisce "amante esigente", comincia dall'interesse per le avanguardie storiche: si appassiona infatti all'espressionismo francese, ma allo stesso modo osserva movimenti astratti più "puri" interessandosi al lavoro di Malevich e Mondrian. Apprezza tra i primi informali Fautrier, Dubuffet e Wols le cui opere gli sono presentate da Pierre Restany, ama la pittura di Rothko. L'approccio di questo autore con il suo lavoro non è programmatico e la sua evoluzione non è pianificata, domina piuttosto l'impeto verso la ricerca pura, l'esplorazione delle potenzialità che il mezzo espressivo presenta nel dichiarato intento di non annoiare mai.
Agli esordi osserviamo un gesto pittorico di segno irrazionale, l'assenza di forme precise e l'analisi degli elementi che costituiscono il "vocabolario" della pittura: spazio, segno, colore. Un importante cambiamento di percorso avviene a partire dal '61 quando le forme astratte si mostrano definite e il monocromo del decennio precedente lascia il posto a due o tre colori. In questo momento le composizioni geometriche, ispirate ai segnali stradali, presentano un diretto richiamo alla vita reale con inconsuete note "pop". Un'altro importante periodo della sua ricerca è quello legato alla pittura analitica di cui viene considerato oggi uno dei maggiori esponenti. In questa fase Gaul si concentra sullo spazio della tela che suddivide utilizzando pochi segni al centro o ai margini, oppure ne isola porzioni con campiture di colore. Il suo intento di allora, assieme a quello di altri pittori suoi contemporanei, è quello di percorrere soluzioni inedite e alternative all'arte concettuale, che in quel momento dominava il panorama artistico di Europa e Stati Uniti relegando in secondo piano la pittura. Gli anni '80 e '90 segnano un ritorno al gesto, alla pennellata casuale, alla ricchezza del materiale. Si evince una forte differenza con il soffuso miscuglio che caratterizza i monocromi dei primi anni: possiamo notare qui una traccia più forte e decisa, colori brillanti e contrasti cromatici piuttosto intensi.
La mostra in galleria si concentra su periodi della produzione dell'artista in linea con la ricerca condotta negli anni da Studio G7 sulla pittura astratta. Saranno presenti diverse opere appartenenti primo periodo: i Wischbilder (quadri strusciati) eseguiti strusciando colore e inchiostri sulla tela con l'utilizzo di stracci oppure attraverso monocrome e trasparenti stratificazioni di colore. Saranno visibili i Farbmanuskripte (manoscritti colorati) realizzati inserendo elementi segnici sulla la tela, simili a scarabocchi o "scritture" gestuali ed eseguite con pastelli a olio oppure a cera.
Verranno presentate inoltre numerose tele degli anni '70: i cosiddetti Markierungen (marchiature): dove semplici linee sono tracciate a mano libera sulla tela grezza unicamente con pastelli a gesso e a carboncino, o dove campiture di un solo colore diluito, sono stese sulla tela con il rullo da imbianchino.
Uno spazio sarà riservato anche ai "Recycling" dei primi anni '80 assieme ad altre opere su carta realizzate negli anni successivi.
Luoghi
www.galleriastudiog7.it 051 2960371
Orario: dal martedì al sabato 15.30 - 19.30, mattina, lunedì e festivi per appuntamento.