17/04/2018  al 27/04/2018

Virgilio Guzzi "D'Après la nature”

A cura di: Roberta Cima

Virgilio Guzzi "D'Après la nature”
una personale tra nudi, paesaggi e nuove forme di realta'
Il percorso stilistico dell'artista, scomparso 40 anni fa, ha attraversato i decenni più fervidi della storia mondiale dell’arte, partendo da una impostazione ottocentesca sino a giungere alla sua personale scomposizione del reale.
"Dipingere dal vero un'immagine della memoria, dipingere a memoria un'immagine del vero". L’ultimo periodo dell’operare artistico di Virgilio Guzzi (Molfetta, 1902 – Roma, 1978), a distanza di 40 anni dalla sua morte, si riassume tutto in questa sua frase. Il suo “cubisme d’aprés nature”, come lui stesso ha definito il suo stile, esplicita alla perfezione la sua ossessione architettonica nella riproposizione dell’immagine del vero. Sino a giungere alla scomposizione della stessa, provocando nuovi flussi, creativi e interpretativi.
L’EVENTO - "D'Après la nature” è il nome della nuova mostra di Galleria SpazioCima, sita in via Ombrone 9, Roma, che inaugurerà martedì 17 aprile, dalle ore 18:30 alle ore 21:30, e proseguirà sino a venerdì 27 aprile. La mostra, curata e organizzata da Roberta Cima, è a ingresso libero, da lunedì a giovedì dalle 15 alle 19 e il venerdì dalle 10 alle 13. Circa venticinque le opere in esposizione, tra bozzetti e tele.
 
LO STILE - Il percorso artistico, quello del Guzzi, che ha attraversato i decenni più fervidi della storia mondiale dell’arte. E' partito dalla sua impostazione ottocentesca sino ad arrivare alla sua personalissima scomposizione del reale. Senza disdegnare nel corso dei decenni, tra bozzetti e tele, stili totalmente differenti tra loro: da quello che rimanda a Courbet e al Cubismo, sino alla Scuola Romana, trovando poi forza e rifugio nel realismo manettiano.
 
I disegni di nudo, realizzati dalla fine degli anni Trenta a tutti gli anni Quaranta, sono spesso bozzetti o studi degli stessi quadri, spesso disegni autonomi. Perché l'artista studiava dal vero, disegnava e ridisegnava modelle in atteggiamenti e posture che riportava sulla tela. Il corpo nudo di donna diventa meditazione sul movimento, su uno sguardo, su una posa, su un muscolo in tensione. Nelle sue opere degli anni Sessanta e Settanta, invece, i chiaroscuri, tenui o violenti, diventano macchie di colore che diventano forme e contrasti.
 
LE OPERE IN MOSTRA - “Guzzi ha attraversato anche gran parte della storia dell'arte di quegli anni, e non solo quella italiana – spiega la critica d’arte Sissi Aslan - Parlo di ritorno all'ordine, di tonalismo, di secentismo, di realismo e di astrazione, di scuola romana, di fauvismo e di cubismo. La sua è la necessità di trovare un equilibrio tra il museo e la realtà che si coglie attraverso l'osservazione del vero. Una visione, questa, in perfetta sintonia con il clima di ritorno all'ordine, al mestiere e al museo, che informava la cultura europea dopo la prima guerra mondiale".

Luoghi

  • Spazio Cima - Via Ombrone, 9 - Roma
         

    orari di apertura: lun/ven dalle 15 alle 18. sab/dom su appuntamento. ingresso libero.

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