Vincenzo Castella / Paolo Icaro. Aiming at the Dust / Tensioni
Vincenzo Castella, About The Renaissance Series
Ciò che più amo della Fotografia è il suo carattere Empirico - Indagativo – Dubitativo, come fosse una macchina straordinaria per immaginare e intravedere il volto complesso spesso sfuggente della realtà.
Di assertivo c’è solo la sicurezza che la realtà stessa comprende anche una grande percentuale di elementi invisibili. Non ci sono storie da raccontare ma, forse,discorsi da strutturare.
La posizione della mia macchina è dunque sempre:ordinaria, condivisa ,mediata, inclusiva e spesso ben visibile. In questo mio progetto sul Rinascimento Sacro Italiano la direzione verso la quale ho cercato un punto equidistante tra la scultura, la pittura e la polvere.
Vincenzo Castella
Milano, 28-01-2013
Le sue fotografie appaiono sempre più anarrative, ipnotiche: realizza vere e proprie ipotesi di attraversamento visivo della complessità del tessuto e dell’intreccio delle città, producendo grandi stampe a colori (180 x 225 e 180 x 300 m.) da film di grande e grandissimo formato, alcune esposte nella personale nella galleria Studio la Città di Verona nel 2007.
Di questa ricerca fanno parte immagini di città italiane ed europee come Napoli, Milano, Rouen, Caen, Le Havre, Helsinki e Berlino e immagini di città e territori più critici come Ramallah e Gerusalemme.
Il “punctum” della ricerca sono la distanza e la dislocazione, ricerca estranea all’interesse per l’evoluzione dell’apparato estetico e stilistico, bensì strettamente correlata all’analisi del linguaggio dell’esistenza e della visione. Dal 2006 al 2008 Castella realizza con il gruppo Multiplicity Cronache da Milano, un’istallazione video di sei attraversamenti animati in simultanea su sei fotografie dall’alto che includono sei scenari di fatti di cronaca nera a Milano. I movimenti di macchina virtuale restituiscono un insieme spiazzante sulle differenze e le relazioni della complessità e dell’invisibilità della vita e della morte nella città.
Paolo Icaro, da un testo di Lara Conte
Un percorso alla ricerca di una nuova grammatica del fare scultura. Un’esigenza necessaria di mettere tutto, sempre, in discussione. Decostruire per ricostruire: ovvero Faredisfarevedere.
Una vocazione del fare che oltrepassa la dimensione compiuta e immutabile dell’oggetto per esplorare il divenire; che esperisce una nuova situazione scultorea, la quale scorre accanto all’artista, nello stesso spazio dell’esistenza. Nei due decenni fondativi della sua ricerca – gli anni Sessanta e Settanta -, Icaro ha oltrepassato territori – in transito, negli anni Sessanta, da Torino a Roma, Da New York a Genova, e più stabile, negli anni Settanta, oltreoceano, a Woodbridge nel Connecticut con permanenze in Italia ogni anno, nel periodo estivo.
Ha esplorato materiali; ha forzato i confini del linguaggio della scultura sino a raggiungere il grado zero per rifondare una nuova grammatica del fare […].
Lara Conte, Paolo Icaro 1967-1977
Luoghi
http://www.studiolacitta.it 045 597549 045 597028
Dal martedì al sabato ore 9 - 13 e 15 - 19