Victoria Stoian - Codri Earthquake
A cura di: Clara Sofia Rosenberg
La galleria Alberto Peola presenta Codri Earthquake. La mostra, prima personale dell’artista moldava Victoria Stoian, è il risultato della sua collaborazione con Clara Sofia Rosenberg, che da anni ne segue il lavoro supportandolo sul piano teorico. Victoria e Clara Sofia hanno frequentato l’Accademia di Belle Arti di Torino dal 2009, in un percorso complementare tra l’attività pittorica dell’una e quella critica dell’altra.
La mostra di Victoria Stoian raccoglie una serie di lavori intorno al tema dell’assenza di un punto di riferimento. Come recita il titolo, le opere rappresentano il caos e l’instabilità prodotti dalla catastrofe naturale, in particolare dal terremoto che colpì la Moldavia nel 2011. Di quell’esperienza, che ha coinvolto la sua famiglia, l’artista ricorda: «Quel 25 agosto alle 04:30 del mattino si verificò un violento terremoto di magnitudo 7,5 con epicentro a breve distanza da Chișinău, dove sono nata e cresciuta. Due onde sismiche si sono succedute per una durata di 52 secondi: migliaia di persone senza riparo, linee elettriche, strade e ferrovie distrutte; dighe rotte e villaggi allagati con fuoriuscita di sostanze tossiche. Le Codri, le foreste più grandi della Moldavia, sono state gravemente danneggiate. Questo mio lavoro è un omaggio intimo e sofferto alla biografia di un popolo e alla feroce bellezza della natura che con un colpo secco cambia linee, colori e vite».
I quadri oggi esposti in galleria costituiscono una parte dei 52 previsti dal progetto in fieri Codri Earthquake, ognuno dei quali corrisponde a un’unità di tempo specifica del terremoto: il secondo. Vengono così messe in relazione, da un lato, la durata del fenomeno con lo sviluppo del ciclo pittorico, e dall’altro, l’area geografica colpita dal sisma con l’area della tela, ospite della rielaborazione del dramma.
Come dice l’artista, «in un terremoto il primo secondo può essere della stessa violenza dell’ultimo. Anzi, forse il primo impatto è ancora più forte e destabilizzante». Per questo motivo, la serie Codri Earthquake si sviluppa con un andamento cronologico, ma le singole opere non riportano la violenza del terremoto in successione crescente: ogni quadro del progetto rappresenta infatti un possibile grado di percezione della catastrofe, che non necessariamente corrisponde al suo reale grado di intensità.
Il tema dell’assenza di punti di riferimento proposto nelle opere rimanda a un senso di destabilizzazione, percepibile in termini di panico e smarrimento. Ma, d’altro canto, il potenziale generato da quest’assenza di vincoli può essere colto anche come un’occasione di libertà. Questa dicotomia tra panico e liberazione è espressa dall’artista attraverso la rappresentazione di un mondo informe che contiene, però, delle forme riconoscibili, come protrusioni, annidamenti o ramificazioni. Il mondo organico che emerge da questo repertorio visivo rimanda alla vitalità della natura - dal magma terrestre a correnti marine e paesaggi abissali - e all’immaginario anatomico - dalla riproduzione cellulare a filamenti, globuli e terminazioni nervose.
Attraverso la tecnica del chiaroscuro, con predominanza delle tonalità fredde, forme talvolta non finite, o cancellate, si stratificano in un gioco di trasparenze e in un’alternanza di piani pittorici. Pur in assenza di un’architettura e di una linea dell’orizzonte, Stoian riesce in questo modo a ricreare un senso di profondità nelle forme che si affusolano in direzione di un punto di fuga ideale nella tela, inserendo nell’informe accenni di prospettiva.
I criteri su cui si fonda la ricerca di Victoria Stoian sono l’importanza attribuita alla sostanzialità della materia, l’approccio diretto e la presenza fisica dell’artista nel lavoro, e la necessità di coinvolgere lo spettatore attraverso la forza dell’opera in sé.
L’esperienza personale e il suo percorso artistico sono saldamente intrecciati: migrata a Torino all’età di ventun anni, Victoria inizia a tradurre gli stimoli della nuova realtà, così diversa, in un linguaggio pittorico denso di rimandi introspettivi e culturali.
Attraverso un soggetto fortemente autobiografico l’artista riesce ad affrontare temi collettivi, come il terremoto o la migrazione, che riguardano il rapporto degli esseri umani con la storia e con il territorio, in una ricerca che crea uno spazio di condivisione aperto e flessibile.
Clara Sofia Rosenberg
Victoria Stoian (Chișinău - Moldavia, 1987) sta per laurearsi in Storia dell’arte contemporanea all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con la tesi La collezione Vogel.
Clara Sofia Rosenberg (Torino, 1990) ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Albertina di Belle Arti con la tesi La collezione di arte moderna e contemporanea di Riccardo Gualino.
La mostra di Victoria Stoian raccoglie una serie di lavori intorno al tema dell’assenza di un punto di riferimento. Come recita il titolo, le opere rappresentano il caos e l’instabilità prodotti dalla catastrofe naturale, in particolare dal terremoto che colpì la Moldavia nel 2011. Di quell’esperienza, che ha coinvolto la sua famiglia, l’artista ricorda: «Quel 25 agosto alle 04:30 del mattino si verificò un violento terremoto di magnitudo 7,5 con epicentro a breve distanza da Chișinău, dove sono nata e cresciuta. Due onde sismiche si sono succedute per una durata di 52 secondi: migliaia di persone senza riparo, linee elettriche, strade e ferrovie distrutte; dighe rotte e villaggi allagati con fuoriuscita di sostanze tossiche. Le Codri, le foreste più grandi della Moldavia, sono state gravemente danneggiate. Questo mio lavoro è un omaggio intimo e sofferto alla biografia di un popolo e alla feroce bellezza della natura che con un colpo secco cambia linee, colori e vite».
I quadri oggi esposti in galleria costituiscono una parte dei 52 previsti dal progetto in fieri Codri Earthquake, ognuno dei quali corrisponde a un’unità di tempo specifica del terremoto: il secondo. Vengono così messe in relazione, da un lato, la durata del fenomeno con lo sviluppo del ciclo pittorico, e dall’altro, l’area geografica colpita dal sisma con l’area della tela, ospite della rielaborazione del dramma.
Come dice l’artista, «in un terremoto il primo secondo può essere della stessa violenza dell’ultimo. Anzi, forse il primo impatto è ancora più forte e destabilizzante». Per questo motivo, la serie Codri Earthquake si sviluppa con un andamento cronologico, ma le singole opere non riportano la violenza del terremoto in successione crescente: ogni quadro del progetto rappresenta infatti un possibile grado di percezione della catastrofe, che non necessariamente corrisponde al suo reale grado di intensità.
Il tema dell’assenza di punti di riferimento proposto nelle opere rimanda a un senso di destabilizzazione, percepibile in termini di panico e smarrimento. Ma, d’altro canto, il potenziale generato da quest’assenza di vincoli può essere colto anche come un’occasione di libertà. Questa dicotomia tra panico e liberazione è espressa dall’artista attraverso la rappresentazione di un mondo informe che contiene, però, delle forme riconoscibili, come protrusioni, annidamenti o ramificazioni. Il mondo organico che emerge da questo repertorio visivo rimanda alla vitalità della natura - dal magma terrestre a correnti marine e paesaggi abissali - e all’immaginario anatomico - dalla riproduzione cellulare a filamenti, globuli e terminazioni nervose.
Attraverso la tecnica del chiaroscuro, con predominanza delle tonalità fredde, forme talvolta non finite, o cancellate, si stratificano in un gioco di trasparenze e in un’alternanza di piani pittorici. Pur in assenza di un’architettura e di una linea dell’orizzonte, Stoian riesce in questo modo a ricreare un senso di profondità nelle forme che si affusolano in direzione di un punto di fuga ideale nella tela, inserendo nell’informe accenni di prospettiva.
I criteri su cui si fonda la ricerca di Victoria Stoian sono l’importanza attribuita alla sostanzialità della materia, l’approccio diretto e la presenza fisica dell’artista nel lavoro, e la necessità di coinvolgere lo spettatore attraverso la forza dell’opera in sé.
L’esperienza personale e il suo percorso artistico sono saldamente intrecciati: migrata a Torino all’età di ventun anni, Victoria inizia a tradurre gli stimoli della nuova realtà, così diversa, in un linguaggio pittorico denso di rimandi introspettivi e culturali.
Attraverso un soggetto fortemente autobiografico l’artista riesce ad affrontare temi collettivi, come il terremoto o la migrazione, che riguardano il rapporto degli esseri umani con la storia e con il territorio, in una ricerca che crea uno spazio di condivisione aperto e flessibile.
Clara Sofia Rosenberg
Victoria Stoian (Chișinău - Moldavia, 1987) sta per laurearsi in Storia dell’arte contemporanea all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con la tesi La collezione Vogel.
Clara Sofia Rosenberg (Torino, 1990) ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Albertina di Belle Arti con la tesi La collezione di arte moderna e contemporanea di Riccardo Gualino.
Luoghi
www.albertopeola.com 011 8124460
orario:lun-sab 15.30-19.30, mattino su appuntamento