Venere Chillemi - Universi paralleli
A cura di: Luciano Carini
Alla galleria d'arte contemporanea “Studio C” di via G. Campesio 39 si inaugura sabato 10 marzo, alle ore 18, la mostra personale di Venere Chillemi dal suggestivo titolo “Universi Paralleli, viaggio nello spazio fisico e metafisico”.
Ritorna dunque a Piacenza, Venere Chillemi, e vi ritorna dopo una pausa di circa due anni: un ritorno atteso, il suo, e più volte richiesto da un nutrito numero di amatori e collezionisti che, ormai da diverso tempo, si sono appassionati ai suoi studi e alla sua ricerca, al suo mondo espressivo e alle sue proiezioni all'interno dell'animo umano. Una ricerca, quella dell'artista piemontese, che non conosce sosta e che, pur nella coerenza e continuità, ha sempre presentato mutamenti ed evoluzioni di grande interesse. Articolato e complesso, dunque, il suo percorso artistico che in oltre quarant'anni di pittura ha conosciuto vari momenti e ha spaziato dalla pittura alla scultura con periodi di forte lirismo dedicati anche alla poesia. Dopo un primo periodo di area Espressionista, caratterizzato da colori forti e linee decise, il suo stile ha iniziato gradualmente a modificarsi, a farsi più leggero ed elegante. Inizia da qui il suo straordinario viaggio dentro il Surrealismo e il Simbolismo alla ricerca di verità nascoste, di valori dimenticati, di risposte a domande ancestrali riferite all'uomo e al suo umano esistere. Spinta da queste motivazioni, nel 1998 fonda una vera e propria Scuola “I semi di Sesamo” improntata sulla sua particolare visione dell'arte intesa come terapia e conoscenza, come grande strada per riscoprire origini e identità, per superare limiti e confini. Una ricerca continua, quella di Venere Chillemi, che la porta gradualmente verso una maturità straordinaria che si manifesta attraverso una gestualità istintiva e spontanea di matrice informale supportata da una scala cromatica luminosa e potente. E' il periodo dedicato allo spazio, alla magia delle galassie, alle profondità siderali. Da fondi scuri e raccolti si dipartono vere e proprie esplosioni di colore, improvvise aperture e squarci di profondità che aprono a mondi sconfinati che diventano simbolo e metafora dell'ignoto e dell'inconscio. Di grande effetto, poi, l'uso quasi costante dell'oro, magico e prezioso metallo, simbolo di unione tra l'umile natura umana e il sovrannaturale. E a questo nobile metallo Venere Chillemi ricorre anche nelle sue sculture ottenendo risultati di grande effetto. Ultimamente, però, la nostra artista torna a stupirci con una nuova produzione e/o un nuovo percorso di ricerca che, nell'intensità cromatica e nei risultati estetici sembra rivolgersi non tanto e non solo allo spazio, all'esplorazione del cosmo e dei suoi infiniti spazi, ma ad altri luoghi e altre realtà. Ora Venere Chillemi sembra tutta concentrata e proiettata verso altre visioni ed altri universi e la sua pittura, intensa e sentita, viva e palpitante, supera la sfera del reale e del visibile per spingersi oltre la fisica visione e proiettarsi verso atmosfere magiche ed enigmatiche, metafisiche, appunto, dominate da un senso di mistero e stupefatta meraviglia. La nostra artista, con la sua materia e il suo gesto pittorico, attira lo sguardo dell’osservatore all’interno della sua costruzione visiva e dentro l’illusoria dimensione dello spazio-tempo, in una vera e propria vertigine prospettica che azzera la fisicità della tela e crea dimensioni di carattere virtuale e mentale. I suoi occhi e la sua mente si posano adesso su atmosfere leggere e pulite, su territori e confini senza tempo, vagano muti ed estasiati verso il divino e l'assoluto. I suoi sfondi, quindi, di solito scuri e ispirati ad atmosfere notturne, hanno subito un profondo ed inaspettato cambiamento: il buio della notte siderale si è fatto luce piena, i fondi tetri e grumosi si sono fatti chiari e luminosi richiamando stati interiori di pace e tranquillità, di quiete e armonia. Senza dubbio l'artista ha sentito l'influenza della “Poetica Paradisiaca” proposta alla Triennale di Roma del 2014 e l'ha fatta sua trovando in essa quei valori e quei principi che già appartengono e fanno parte della sua filosofia di vita, del suo “credo” artistico ed espressivo. Un ulteriore, significativo apporto si è così aggiunto alla sua espressione già ricca e variegata coinvolgendo lo spettatore in altri meravigliosi viaggi, in altre approfondite ricerche dentro i misteri dell'anima.
La mostra, che sarà introdotta dal critico d'arte Luciano Carini, chiuderà il 22 marzo.
Ritorna dunque a Piacenza, Venere Chillemi, e vi ritorna dopo una pausa di circa due anni: un ritorno atteso, il suo, e più volte richiesto da un nutrito numero di amatori e collezionisti che, ormai da diverso tempo, si sono appassionati ai suoi studi e alla sua ricerca, al suo mondo espressivo e alle sue proiezioni all'interno dell'animo umano. Una ricerca, quella dell'artista piemontese, che non conosce sosta e che, pur nella coerenza e continuità, ha sempre presentato mutamenti ed evoluzioni di grande interesse. Articolato e complesso, dunque, il suo percorso artistico che in oltre quarant'anni di pittura ha conosciuto vari momenti e ha spaziato dalla pittura alla scultura con periodi di forte lirismo dedicati anche alla poesia. Dopo un primo periodo di area Espressionista, caratterizzato da colori forti e linee decise, il suo stile ha iniziato gradualmente a modificarsi, a farsi più leggero ed elegante. Inizia da qui il suo straordinario viaggio dentro il Surrealismo e il Simbolismo alla ricerca di verità nascoste, di valori dimenticati, di risposte a domande ancestrali riferite all'uomo e al suo umano esistere. Spinta da queste motivazioni, nel 1998 fonda una vera e propria Scuola “I semi di Sesamo” improntata sulla sua particolare visione dell'arte intesa come terapia e conoscenza, come grande strada per riscoprire origini e identità, per superare limiti e confini. Una ricerca continua, quella di Venere Chillemi, che la porta gradualmente verso una maturità straordinaria che si manifesta attraverso una gestualità istintiva e spontanea di matrice informale supportata da una scala cromatica luminosa e potente. E' il periodo dedicato allo spazio, alla magia delle galassie, alle profondità siderali. Da fondi scuri e raccolti si dipartono vere e proprie esplosioni di colore, improvvise aperture e squarci di profondità che aprono a mondi sconfinati che diventano simbolo e metafora dell'ignoto e dell'inconscio. Di grande effetto, poi, l'uso quasi costante dell'oro, magico e prezioso metallo, simbolo di unione tra l'umile natura umana e il sovrannaturale. E a questo nobile metallo Venere Chillemi ricorre anche nelle sue sculture ottenendo risultati di grande effetto. Ultimamente, però, la nostra artista torna a stupirci con una nuova produzione e/o un nuovo percorso di ricerca che, nell'intensità cromatica e nei risultati estetici sembra rivolgersi non tanto e non solo allo spazio, all'esplorazione del cosmo e dei suoi infiniti spazi, ma ad altri luoghi e altre realtà. Ora Venere Chillemi sembra tutta concentrata e proiettata verso altre visioni ed altri universi e la sua pittura, intensa e sentita, viva e palpitante, supera la sfera del reale e del visibile per spingersi oltre la fisica visione e proiettarsi verso atmosfere magiche ed enigmatiche, metafisiche, appunto, dominate da un senso di mistero e stupefatta meraviglia. La nostra artista, con la sua materia e il suo gesto pittorico, attira lo sguardo dell’osservatore all’interno della sua costruzione visiva e dentro l’illusoria dimensione dello spazio-tempo, in una vera e propria vertigine prospettica che azzera la fisicità della tela e crea dimensioni di carattere virtuale e mentale. I suoi occhi e la sua mente si posano adesso su atmosfere leggere e pulite, su territori e confini senza tempo, vagano muti ed estasiati verso il divino e l'assoluto. I suoi sfondi, quindi, di solito scuri e ispirati ad atmosfere notturne, hanno subito un profondo ed inaspettato cambiamento: il buio della notte siderale si è fatto luce piena, i fondi tetri e grumosi si sono fatti chiari e luminosi richiamando stati interiori di pace e tranquillità, di quiete e armonia. Senza dubbio l'artista ha sentito l'influenza della “Poetica Paradisiaca” proposta alla Triennale di Roma del 2014 e l'ha fatta sua trovando in essa quei valori e quei principi che già appartengono e fanno parte della sua filosofia di vita, del suo “credo” artistico ed espressivo. Un ulteriore, significativo apporto si è così aggiunto alla sua espressione già ricca e variegata coinvolgendo lo spettatore in altri meravigliosi viaggi, in altre approfondite ricerche dentro i misteri dell'anima.
La mostra, che sarà introdotta dal critico d'arte Luciano Carini, chiuderà il 22 marzo.
Luoghi
0523716846 3488703060