Venanzio Manciocchi “paesaggi d’anima”
A cura di: Giorgio Agnisola
E’ indubbiamente la natura o più esattamente il paesaggio naturale con i suoi riverberi sensitivi e i suoi spessori spirituali a costituire l’orizzonte ricognitivo di Venanzio Manciocchi, artista laziale di ampio respiro pittorico, innestato in una sperimentazione che muovendo soprattutto dal colore e dalla materia recupera una dimensione espressiva e visiva di grande compostezza stilistica. Si tratta tuttavia di una natura ricreata per così dire e rivissuta attraverso il filtro della sensibilità e della memoria. Non solo. Si tratta di una natura ritrovata, ossia rincorsa sul filo stesso della ricerca, come esito di percorsi che dal senso e dallo spirito muovono sul passo del segno pittorico, di successive intuizioni, di prove che sono al tempo stesso fisici e spirituali. Inutile accostare questa ricerca a certi informalismi italiani ed europei . Se ciò può costituire a primo sguardo un riferimento, tutto va riletto poi nella adesione profonda dell’artista ad un mondo locale, ad un preciso contesto e ad una storia personale. L’arte in Manciocchi nasce cioè come nuovo sguardo, come rinvenimento di un mondo parallelo che rimanda certo a quello della realtà, e nel caso in specie della realtà naturalistica, ma che in definitiva è tutto rivissuto interiormente come paesaggio d’anima. E’ a questo nuovo paesaggio che l’artista affida una sua forte sensibilità spirituale, un suo sentire quasi sacrale, filtrato dai silenzi di una natura in cui può leggersi l’oltre come mistero e segreta rivelazione. La natura a ben guardare è quella della sua terra pontina, con i suoi caldi e calmi giallo-ocra e verdi teneri e cupi, con le sue rive sabbiose, con i suoi rilievi arcaici protesi al mare, come quello del Circeo, con i filari di pini piegati dal battere del vento, con i suoi cieli azzurrissimi e le sue luci sospese nell’ora meridiana. Ma ovviamente, come si è scritto, tutto è rifiltrato nella personale ricerca interiore, una ricerca anch’essa misteriosa, quella dell’artista che legge nello sguardo la sua storia e guarda al di là del visibile un tempo che non ha tempo.
Luoghi
333 9242084
(Arco di Traiano) - Orario: aperto il martedì e giovedì, dalle 17 alle 19, e su appuntamento Ingresso libero