Valentino Vago. Camera Picta
A cura di: Alberto Fiz
Luca Tommasi è lieto di annunciare la personale di Valentino Vago dal titolo CAMERA PICTA che si terrà dal 16 aprile al 30 maggio 2015. Per l’occasione l’artista affiancherà una selezione di tele anni 60 e70 ad altre di recente creazione nello spazio della galleria di Via Tadino interamente dipinto da lui stesso per l’occasione. Per Valentino Vago (1931), creare un’opera abitabile è sempre una grande sfida. Realizzare uno spazio, dove lo spettatore è avvolto dalla luce/colore, è la massima espressione del suo lavoro. Era il 1960 quando Guido Ballo,con molta lungimiranza, in occasione della prima personale di Vago al Salone Annunciata, scrisse: «Valentino Vago, […] è avviato a un discorso pittorico largo, senza compiacimenti, si potrebbe dire da grande pittura murale: ma la luce ha risonanze e inquietudini di sensibilità emotiva, in vaste superfici che si richiamano e si muovono nella dinamica degli spazi. È un pittore generoso, nella visione che dalle premesse dell’astrattismo costruttivo porta un valore di penetrante azione emotiva. »
Le “vaste superfici” con il tempo sono diventate sempre più monumentali. Vago, infatti, ha affiancato ai lavori su tela quelli sui muri. Nella sua lunga carriera ha realizzato opere civili e religiose, pubbliche e private: dal 1959 quando Vago realizzò le pareti di un piccolo cinema milanese fino ad arrivare alla grande chiesa di Nostra Signora del Rosario di Doha in Qatar, dodicimila metri quadrati di pittura. Come un pittore medioevale ha concretato la Mistica della luce, una luce fatta di colore. Nel 1980, Renato Barilli propose a Vago una mostra a Palazzo Reale a Milano, ove non ci fosse alcun quadro ma solo spazi di luce. Vago realizzò quelle che chiamò Stanze in scala tonale e di cui Barilli scrisse: «Quelle “stanze” furono per Vago il miglior stimolo per occupare lo spazio, ma pur sempre nel suo modo leggero e aereo. Le pareti di ciascuna di esse si tinsero di uno dei tre colori-base in cui si esprime da sempre la sua sensibilità, l’azzurro, il giallo e il rosa, e fu come riempirla, ciascuna di un etere sottile e penetrante, attuando un “massaggio psichico” quasi alla Yves Klein, ma più umano-terreno, mentre i soliti elementi grafici sferzano lo spazio animandolo».
A 35 anni dalla realizzazione di queste stanze, Luca Tommasi, ha proposto di creare all’interno della sua galleria un’opera abitabile.
A differenza della Camera picta realizzata nel 1987 presso l’Annunciata, nello spazio dipinto da Valentino Vago oggi saranno collocate anche opere su tela, come fossero apparizioni. Attraverso la sua capacità di catturare la luce, Vago cercherà di raccontarci la sua storia; un percorso artistico iniziato nel 1948 e che lo ha portato sempre di più verso l’essenza della bellezza, andando aldilà dello spazio e del tempo. Come ha dichiarato più volte: «Le opere nate nell’ultimo periodo non appartengono a questo mondo e quindi saranno provvisoriamente datate 2100. Non hanno tempo, non raccontano nessuna storia: sono solo bellezza. Fontana è andato oltre lo spazio, io vado oltre il tempo”.
Le “vaste superfici” con il tempo sono diventate sempre più monumentali. Vago, infatti, ha affiancato ai lavori su tela quelli sui muri. Nella sua lunga carriera ha realizzato opere civili e religiose, pubbliche e private: dal 1959 quando Vago realizzò le pareti di un piccolo cinema milanese fino ad arrivare alla grande chiesa di Nostra Signora del Rosario di Doha in Qatar, dodicimila metri quadrati di pittura. Come un pittore medioevale ha concretato la Mistica della luce, una luce fatta di colore. Nel 1980, Renato Barilli propose a Vago una mostra a Palazzo Reale a Milano, ove non ci fosse alcun quadro ma solo spazi di luce. Vago realizzò quelle che chiamò Stanze in scala tonale e di cui Barilli scrisse: «Quelle “stanze” furono per Vago il miglior stimolo per occupare lo spazio, ma pur sempre nel suo modo leggero e aereo. Le pareti di ciascuna di esse si tinsero di uno dei tre colori-base in cui si esprime da sempre la sua sensibilità, l’azzurro, il giallo e il rosa, e fu come riempirla, ciascuna di un etere sottile e penetrante, attuando un “massaggio psichico” quasi alla Yves Klein, ma più umano-terreno, mentre i soliti elementi grafici sferzano lo spazio animandolo».
A 35 anni dalla realizzazione di queste stanze, Luca Tommasi, ha proposto di creare all’interno della sua galleria un’opera abitabile.
A differenza della Camera picta realizzata nel 1987 presso l’Annunciata, nello spazio dipinto da Valentino Vago oggi saranno collocate anche opere su tela, come fossero apparizioni. Attraverso la sua capacità di catturare la luce, Vago cercherà di raccontarci la sua storia; un percorso artistico iniziato nel 1948 e che lo ha portato sempre di più verso l’essenza della bellezza, andando aldilà dello spazio e del tempo. Come ha dichiarato più volte: «Le opere nate nell’ultimo periodo non appartengono a questo mondo e quindi saranno provvisoriamente datate 2100. Non hanno tempo, non raccontano nessuna storia: sono solo bellezza. Fontana è andato oltre lo spazio, io vado oltre il tempo”.
Luoghi
http://www.lucatommasi.it 335 242433
(entrata anche da via Casati) - Orari mostra: dal martedì al sabato 12,00 / 19,00