Trascrizioni sul corpo
A cura di: Simona Caramia
Dal 30 novembre 2013 al 7 gennaio 2014 la Galleria Peccolo di Livorno ospita Trascrizioni sul corpo, mostra a cura di Simona Caramia (critico e curatore indipendente), che analizza il ruolo del corpo all’interno del contesto socio-politico: come “oggetto-soggetto” su cui trascrivere ed imprimere una storia, attraverso cui raccontare quel frammento di realtà di cui si è parte. Partendo dall’unità del proprio linguaggio formale e materiale, Karin Andersen & Christian Rainer, Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto, Giulia Caira, CORPICRUDI, Danilo De Mitri, Antonella Gandini, Robert Gligorov, Urs Lüthi, Charlotte Moorman, Orlan, Jo Spence, Elvira Todaro, Michele Zaza esprimono una personale e particolare frequentazione delle cose del mondo, modi differenti di intendere - attraverso la fotografia e il video.
Il corpo, frutto delle interazioni di Natura e Cultura e delle loro ambivalenze, è caratterizzato da una sorta di itinerario nella storia dell’uomo, dalle società arcaiche a quella odierna tecnologizzata. Sommerso dai segni con cui la società l’ha connotato di volta in volta, il corpo è stato esperito e utilizzato differentemente: organismo da sanare, forza lavoro da impiegare, carne da purificare, inconscio da liberare, supporto di segni da trasmettere.
Nella pratica più recente dell’arte, il corpo - proprio o altrui - diventa nuova materia da plasmare e su cui intervenire, attraverso il quale veicolare messaggi di grande immediatezza.
«Mai l’impronta della sua vita solitaria, alla periferia dei codici strutturali, continua a passare inavvertita nella sua ambivalenza che, incurante del principio d’identità e differenza con ogni codice esprime la sua specularità bivalente, dice di essere questo, ma anche quello. Come “significato fluttuante” il corpo con-fonde i codici con quella operazione simbolica che consiste nel com-porre quelle disgiunzioni in cui ogni codice si articola quando divide il vero e il falso, il bene e il male, il bello e il brutto, Dio e il mondo, lo spirito e la materia, ottenendo quella bivalenza dove il positivo e il negativo si rispecchiano, producendo quella realtà immaginaria da cui traggono la loro origine tutte le speculazioni (Umberto Galimberti, Il corpo, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 2010)».
In quanto apertura originaria al mondo, il corpo rivela tutte le sue fragilità: il suo esporsi all’altro e alle indicazioni strutturali della società rende possibile uno scambio attraverso il quale si costituisce l’Io-soggetto. In questo scambio si costituiscono la relazione e l’incidenza - societaria - sull’Io. Impegnato nelle cose del mondo, il corpo resta saldo; restituendosi all’offerta prima cerca di in-formare di senso la realtà, a sua volta manipolandola o testandone le resistenze. Il corpo, ovvero l’Io-soggetto pura trascendenza, abita il mondo, poiché il suo essere si esplica subito fuori di sé. In questo osmotico interscambio per cui «l’occhio non vede sé, ma le cose del mondo», poiché «senza mondo non ci sarebbe una vista», l’uomo percepisce se stesso solo in virtù di una contemporanea “visione simultanea” nella quale si dà immediatamente il riconoscimento dell’altro, della società, del mondo.
Durante l’inaugurazione (sabato 30 novembre, ore 18.00) sarà presentato il catalogo della mostra, editato Peccolo, contenete testo critico e apparato iconografico delle opere esposte.
Luoghi
0586.88.85.09
Orari di apertura: h. 10/13 – 16/20 esclusi festivi e lunedì.