Tony Cragg
La prima personale di Tony Cragg presso Lisson Gallery Milan presenta una nuova serie di opere in bronzo, legno, pietra e acciaio inossidabile, affiancate da lavori su carta. Le sculture che si ergono all’interno della galleria sono il risultato di complesse costruzioni formali e studi geometrici che consentono l’emergere di altre figure che l’osservatore può riconoscere, associare e nominare. Le articolate sculture polimorfe di Cragg rivelano alcuni aspetti sulla relazione esistente tra la razionale dinamica interna dei materiali e la risposta soggettiva alle forme che assumono. Nell’intenzione di Cragg questa non solo è l’essenza della scultura, ma quella di ogni nostra esperienza del mondo. I suoi lavori sono intrisi di movimento, crescita, dinamismo e di un senso di meraviglia verso le apparentemente illimitate possibilità che la plastica scultorea offre.
In mostra vi sono due sculture in bronzo e marmo di grandi dimensioni: Over the Earth and First Person, quest’ultima collocata all’esterno della galleria. In queste opere, Cragg non si rivolge solamente alla natura e all’energia del mondo organico, ma anche alla realtà potenziata che si sprigiona attraverso la tecnologia e alle molteplici prospettive che ci sopraggiungono dalla velocità e versatilità della vita moderna.
Molte delle opere in mostra presso Lisson Gallery Milan presentano strette relazioni con le sette sculture attualmente esposte presso il Duomo di Milano (parte di Expo Milano 2015, visibili sino al 31 ottobre). Punta di diamante del progetto realizzato dall’artista in collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo è l’opera Paradosso (Paradox) collocata all’interno della Cattedrale, visivamente ispirata alla statua in oro della Madonnina che si erge sulla guglia più alta della copertura, per tradizione indicata quale punto più alto di Milano. L’esposizione di Cragg sulle Terrazze del Duomo, si compone di ulteriori sei sculture monumentali che contrastano con la staticità dell’architettura gotica e con lo skyline milanese.
Il richiamo alla maestosità della Madonnina e al suo gesto di protensione verso il cielo trova una corrispondenza nel bronzo di due metri d’altezza presentato all’interno della galleria di via Zenale, dal titolo After We’ve Gone (2015), scultura simile a un oggetto in torsione che suggerisce i profili di un corpo in movimento. La fisicità propria dell’artista si riversa nei suoi disegni, punto di inizio per la sua pratica tridimensionale, contenenti la genesi di ogni singola radicale rotazione delle forme, forse rivelando anche come il seme di un’idea, un’energia nascosta, o una considerazione sull’esistenza possano tradursi in nuova sostanza ed eventualmente in complesse e disorientanti oggettualità.
L’artista
Tony Cragg è uno dei più importanti scultori al mondo. Costantemente impegnato nella ricerca di nuove relazioni tra la persone e il mondo materiale, lavora con la pietra, il legno, il vetro, l’alluminio, la fusione del bronzo e del ferro e oggetti trovati: dalla plastica dei beni di consumo alla spazzatura. Le suo opere d’accumulo più datate presentano una comprensione tassonomica del mondo: Cragg afferma di vedere negli oggetti creati dall’uomo “chiavi fossilizzate di un tempo passato che è il nostro presente”. Allo stesso modo, le composizioni a pavimento o parete costituite da oggetti assemblati che inizia a comporre negli anni Ottanta, confondono il limite tra la creazione umana e il paesaggio naturale, creano un’impressione familiare nella quale ogni singolo elemento si relaziona al tutto.
Tony Cragg ha sempre nutrito, sin dagli anni giovanili, un interesse appassionato per le scienze e la Storia Naturale e da ragazzo ha lavorato come tecnico di laboratorio presso il National Rubber Producers Research Association (1966–68), un’esperienza che si ritrova nel suo vigoroso approccio alla materia. Cragg ha detto: “vedo intorno a materiali o oggetti bolle di informazioni” (1992), forma e significato sono interdipendenti, qualunque cambiamento apportato alla forma cambia la “bolla di informazioni” e vice versa; così, ogni mutazione nei materiali cambia senso e significato. L’artista concepisce la scultura come uno studio su come la materia e la forma materiale influenzino e diano sostanza alle nostre idee ed emozio
Tutto ciò è evidente nella maniera in cui ha lavorato e rielaborato due ampi corpi di opere chiamati Early Forms e Rational Beings. Early Forms esplora le possibilità di conferire scultoreamente nuove forme a oggetti comuni, come ad esempio i contenitori, creando inconsuete apparenze, dando vita a nuove reazioni emozionali, relazioni e significati. Rational Beings esamina i punti di contatto tra due descrizioni estetiche del mondo apparentemente diverse: le composizioni formali, basate sulla razionalità e la matematica, che vanno a costruire le più complesse forme organiche alle quali noi rispondiamo emotivamente; la figura umana, esempio perfetto di qualcosa che sembra assolutamente organico, in grado di scaturire reazioni emotive, mentre non è altro che una complessa combinazione di cellule, molecole, organi e processi chimici. La ricerca condotta dall’artista non imita la natura e quella che è la nostra apparenza, quanto piuttosto si interroga sul perché appariamo così come appariamo e siamo come siamo.
In mostra vi sono due sculture in bronzo e marmo di grandi dimensioni: Over the Earth and First Person, quest’ultima collocata all’esterno della galleria. In queste opere, Cragg non si rivolge solamente alla natura e all’energia del mondo organico, ma anche alla realtà potenziata che si sprigiona attraverso la tecnologia e alle molteplici prospettive che ci sopraggiungono dalla velocità e versatilità della vita moderna.
Molte delle opere in mostra presso Lisson Gallery Milan presentano strette relazioni con le sette sculture attualmente esposte presso il Duomo di Milano (parte di Expo Milano 2015, visibili sino al 31 ottobre). Punta di diamante del progetto realizzato dall’artista in collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo è l’opera Paradosso (Paradox) collocata all’interno della Cattedrale, visivamente ispirata alla statua in oro della Madonnina che si erge sulla guglia più alta della copertura, per tradizione indicata quale punto più alto di Milano. L’esposizione di Cragg sulle Terrazze del Duomo, si compone di ulteriori sei sculture monumentali che contrastano con la staticità dell’architettura gotica e con lo skyline milanese.
Il richiamo alla maestosità della Madonnina e al suo gesto di protensione verso il cielo trova una corrispondenza nel bronzo di due metri d’altezza presentato all’interno della galleria di via Zenale, dal titolo After We’ve Gone (2015), scultura simile a un oggetto in torsione che suggerisce i profili di un corpo in movimento. La fisicità propria dell’artista si riversa nei suoi disegni, punto di inizio per la sua pratica tridimensionale, contenenti la genesi di ogni singola radicale rotazione delle forme, forse rivelando anche come il seme di un’idea, un’energia nascosta, o una considerazione sull’esistenza possano tradursi in nuova sostanza ed eventualmente in complesse e disorientanti oggettualità.
L’artista
Tony Cragg è uno dei più importanti scultori al mondo. Costantemente impegnato nella ricerca di nuove relazioni tra la persone e il mondo materiale, lavora con la pietra, il legno, il vetro, l’alluminio, la fusione del bronzo e del ferro e oggetti trovati: dalla plastica dei beni di consumo alla spazzatura. Le suo opere d’accumulo più datate presentano una comprensione tassonomica del mondo: Cragg afferma di vedere negli oggetti creati dall’uomo “chiavi fossilizzate di un tempo passato che è il nostro presente”. Allo stesso modo, le composizioni a pavimento o parete costituite da oggetti assemblati che inizia a comporre negli anni Ottanta, confondono il limite tra la creazione umana e il paesaggio naturale, creano un’impressione familiare nella quale ogni singolo elemento si relaziona al tutto.
Tony Cragg ha sempre nutrito, sin dagli anni giovanili, un interesse appassionato per le scienze e la Storia Naturale e da ragazzo ha lavorato come tecnico di laboratorio presso il National Rubber Producers Research Association (1966–68), un’esperienza che si ritrova nel suo vigoroso approccio alla materia. Cragg ha detto: “vedo intorno a materiali o oggetti bolle di informazioni” (1992), forma e significato sono interdipendenti, qualunque cambiamento apportato alla forma cambia la “bolla di informazioni” e vice versa; così, ogni mutazione nei materiali cambia senso e significato. L’artista concepisce la scultura come uno studio su come la materia e la forma materiale influenzino e diano sostanza alle nostre idee ed emozio
Tutto ciò è evidente nella maniera in cui ha lavorato e rielaborato due ampi corpi di opere chiamati Early Forms e Rational Beings. Early Forms esplora le possibilità di conferire scultoreamente nuove forme a oggetti comuni, come ad esempio i contenitori, creando inconsuete apparenze, dando vita a nuove reazioni emozionali, relazioni e significati. Rational Beings esamina i punti di contatto tra due descrizioni estetiche del mondo apparentemente diverse: le composizioni formali, basate sulla razionalità e la matematica, che vanno a costruire le più complesse forme organiche alle quali noi rispondiamo emotivamente; la figura umana, esempio perfetto di qualcosa che sembra assolutamente organico, in grado di scaturire reazioni emotive, mentre non è altro che una complessa combinazione di cellule, molecole, organi e processi chimici. La ricerca condotta dall’artista non imita la natura e quella che è la nostra apparenza, quanto piuttosto si interroga sul perché appariamo così come appariamo e siamo come siamo.
Luoghi
www.lissongallery.com 02 89050608
Orario: lun - ven 9,30-13 e 15-18