Tomaso Binga. Scrivere non è descrivere
La Galleria Tiziana Di Caro presenta Scrivere non è descrivere, prima mostra personale nei suoi spazi, di Tomaso Binga (alias Bianca Pucciarelli Menna, Salerno, 1931), che inaugura giovedì 24 settembre 2015, alle ore 19:00. La mostra include le sue più significative opere e performance degli anni ‘70, come “Scrittura Vivente”, ”Dattilocodice” e “Ti scrivo solo di domenica”.
Tomaso Binga in arte ha assunto un nome maschile per contestare con ironia e spiazzamento i privilegi del mondo maschile. Si occupa di scrittura verbo-visiva ed è tra le figure di punta della poesia fonetico-sonora-performativa italiana. Fin dal 1971 la pratica dell'arte come scrittura è al centro dei suoi interessi. Si tratta di una scrittura “desemantizzata”, strettamente legata all’azione e alle problematiche sociali. Spesso impegna fortemente lo spazio, come nelle opere della serie “Scrittura vivente”, in cui le sagome del suo corpo nudo mimano le lettere dell’alfabeto (1976), e della serie “Dattilocodice” per cui i grafemi della macchina da scrivere, impressi in sovrapposizione, acquistano una nuova iconicità (1978). Saranno presentate le opere realizzate a partire dai primi anni Settanta, sino a quelle in cui ai dattilocodici si associano disegni, a versi poetici e collage, includendo anche alcune delle opere presentate alla Biennale di Venezia nel 1978.
Ma è soprattutto nel lavoro poetico-performativo “Ti scrivo solo di domenica” (1977), eseguito nell’arco di un anno, con l’invio di 52 lettere scritte di domenica ad una amica (suo alter- ego), che esplode tutta la vis creativa di Tomaso Binga dove il significato e il significante si intrecciano e si alternano in un continuo e controllato gioco di prevaricazioni, per debellare il tragico del quotidiano con ironia, denuncia e dissacrazione.
Questa mostra, il cui titolo è un verso preso in prestito da un dattilocodice, è la prima di un ciclo che intende descrivere i vari momenti della produzione dell'artista, partendo dagli anni Settanta cioè da quando si sono formate quelle che sono le principali linee guida che hanno fatto di Tomaso Binga un'artista centrale per la nostra cultura.
Tomaso Binga in arte ha assunto un nome maschile per contestare con ironia e spiazzamento i privilegi del mondo maschile. Si occupa di scrittura verbo-visiva ed è tra le figure di punta della poesia fonetico-sonora-performativa italiana. Fin dal 1971 la pratica dell'arte come scrittura è al centro dei suoi interessi. Si tratta di una scrittura “desemantizzata”, strettamente legata all’azione e alle problematiche sociali. Spesso impegna fortemente lo spazio, come nelle opere della serie “Scrittura vivente”, in cui le sagome del suo corpo nudo mimano le lettere dell’alfabeto (1976), e della serie “Dattilocodice” per cui i grafemi della macchina da scrivere, impressi in sovrapposizione, acquistano una nuova iconicità (1978). Saranno presentate le opere realizzate a partire dai primi anni Settanta, sino a quelle in cui ai dattilocodici si associano disegni, a versi poetici e collage, includendo anche alcune delle opere presentate alla Biennale di Venezia nel 1978.
Ma è soprattutto nel lavoro poetico-performativo “Ti scrivo solo di domenica” (1977), eseguito nell’arco di un anno, con l’invio di 52 lettere scritte di domenica ad una amica (suo alter- ego), che esplode tutta la vis creativa di Tomaso Binga dove il significato e il significante si intrecciano e si alternano in un continuo e controllato gioco di prevaricazioni, per debellare il tragico del quotidiano con ironia, denuncia e dissacrazione.
Questa mostra, il cui titolo è un verso preso in prestito da un dattilocodice, è la prima di un ciclo che intende descrivere i vari momenti della produzione dell'artista, partendo dagli anni Settanta cioè da quando si sono formate quelle che sono le principali linee guida che hanno fatto di Tomaso Binga un'artista centrale per la nostra cultura.
Luoghi
www.tizianadicaro.it 081 552 5526 089 9953142
orario:da lunedì a venerdì, dalle 15:00 alle 20:00 e sabato su appuntamento