Todd Williamson. Polifonia di un Paesaggio
A cura di: Cynthia Penna
La presente esposizione racchiude opere che sono nate dalla collaborazione tra Williamson e il compositore Americano Greg Walter, ma più che di collaborazione possiamo parlare di opere a 4 mani nel senso che ad ogni gruppo di note composte da Walter ha corrisposto una pennellata di Williamson impressa sulla tela e viceversa ad ogni intervento pittorico ha corrisposto una nota o una serie di note musicali che hanno dato vita ad una sinfonia. Una concezione del tutto inedita nell’ambito della storia della pittura e nella quale possiamo affermare che il musicista ha “dipinto” la tela e il pittore ha “suonato” la melodia.
Williamson ha composto su tela la rappresentazione visiva di una melodia sonora.
Una pittura che si fa musica e una musica che si fa pittura. Il tema delle opere di Williamson rimane una sorta di paesaggio astratto composto da linee orizzontali, fasci di luce e sapienti ombreggiature, ma in questa serie di opere vi è qualcosa di più: è la vibrazione che emerge prepotente dalle linee stesse, dai margini sfocati di colore, dalle modulazioni di colore e luce che rimandano immediatamente ad uno spartito musicale, ad una “melodia visibile”, ad una “sonorità” visiva.
Le sue opere si atteggiano come vere e proprie “frequenze” di suoni, “vibrazioni” di strumenti musicali, e griglie di spartiti. L’opera appare come la registrazione visiva delle onde formate dal suono di uno strumento musicale. L’intera opera presente in mostra si suddivide in tre serie che corrispondono a tre “momenti” musicali: “the Frequency series”, “the Grid series” e “the Light series”, come afferma Williamson, sono focalizzate su particolari “momenti” musicali quali le armonie, il movimento delle corde e le tonalità musicali.
….“i movimenti della melodia musicale (….di Greg Walter), ricchi e profondi, sono bilanciati dalla composizione in sé e dalle tonalità di colore nell’opera pittorica”, che, aggiungerei, risulta così permeata di sonorità.
Parliamo così di “Polifonia” di un’opera pittorica vale a dire di una molteplicità di suoni che vengono visualizzati e resi visibili su una tela attraverso la sapiente calibratura di effetti tonali e compositivi; le cromie che si sovrappongono sul campo pittorico, in uno ad una gestione della luce proveniente dal retro e dal basso, che, come afferma Williamson, risulta più di reminiscenza chiaroscurale che derivante dalla lezione del movimento Californiano Light and Space, si risolvono in un sapiente gioco di alternanze che corrispondono alla resa tonale delle note che si susseguono nella composizione musicale. I contorni sfocati e sfuggenti, la luce che li pervade dal retro, i colpi di luce sferzanti che invadono la composizione, danno l’immagine di una sinfonia nell’atto della sua realizzazione.
Il senso di straniamento, di perdita di consapevolezza del “qui e adesso” che pervade lo spettatore al cospetto della visione diventa il mezzo per “ascoltare” l’opera, per “sentire” la sua musica, la sua melodia e abbandonarsi completamente ad essa.
Williamson ha composto su tela la rappresentazione visiva di una melodia sonora.
Una pittura che si fa musica e una musica che si fa pittura. Il tema delle opere di Williamson rimane una sorta di paesaggio astratto composto da linee orizzontali, fasci di luce e sapienti ombreggiature, ma in questa serie di opere vi è qualcosa di più: è la vibrazione che emerge prepotente dalle linee stesse, dai margini sfocati di colore, dalle modulazioni di colore e luce che rimandano immediatamente ad uno spartito musicale, ad una “melodia visibile”, ad una “sonorità” visiva.
Le sue opere si atteggiano come vere e proprie “frequenze” di suoni, “vibrazioni” di strumenti musicali, e griglie di spartiti. L’opera appare come la registrazione visiva delle onde formate dal suono di uno strumento musicale. L’intera opera presente in mostra si suddivide in tre serie che corrispondono a tre “momenti” musicali: “the Frequency series”, “the Grid series” e “the Light series”, come afferma Williamson, sono focalizzate su particolari “momenti” musicali quali le armonie, il movimento delle corde e le tonalità musicali.
….“i movimenti della melodia musicale (….di Greg Walter), ricchi e profondi, sono bilanciati dalla composizione in sé e dalle tonalità di colore nell’opera pittorica”, che, aggiungerei, risulta così permeata di sonorità.
Parliamo così di “Polifonia” di un’opera pittorica vale a dire di una molteplicità di suoni che vengono visualizzati e resi visibili su una tela attraverso la sapiente calibratura di effetti tonali e compositivi; le cromie che si sovrappongono sul campo pittorico, in uno ad una gestione della luce proveniente dal retro e dal basso, che, come afferma Williamson, risulta più di reminiscenza chiaroscurale che derivante dalla lezione del movimento Californiano Light and Space, si risolvono in un sapiente gioco di alternanze che corrispondono alla resa tonale delle note che si susseguono nella composizione musicale. I contorni sfocati e sfuggenti, la luce che li pervade dal retro, i colpi di luce sferzanti che invadono la composizione, danno l’immagine di una sinfonia nell’atto della sua realizzazione.
Il senso di straniamento, di perdita di consapevolezza del “qui e adesso” che pervade lo spettatore al cospetto della visione diventa il mezzo per “ascoltare” l’opera, per “sentire” la sua musica, la sua melodia e abbandonarsi completamente ad essa.
Luoghi
081 7519438